mercoledì 7 maggio 2008

La bellezza


La Fiera del Libro di Torino che si apre domani e si chiuderà il 12 maggio, quest'anno ha come tema la bellezza. Per farsi pubblicità ha scelto di "incarnare" la Venere di Botticelli, ponendo sui manifesti una modella ritratta nella posa del dipinto, riprodotto tra l'altro sulle monete italiane da dieci centesimi.

Ma cos'è la bellezza? Un dizionario potrebbe rispondere "ciò che è fonte di piacere estetico" oppure "ciò che suscita un'attrazione fisica e spirituale". Un filosofo potrebbe identificarla con la perfezione universale o con l'idea di Dio - Aristotele, per esempio, citato da Diogene Laerzio. Un esteta come Oscar Wilde direbbe che è il simbolo dei simboli, una categoria fine a se stessa che si lascia contemplare dagli eletti. Altri potrebbero legarla a una "manifestazione di arcane leggi della natura", è il caso di Goethe; o ancora alla verità, come per Keats, o alla bontà, come nell'indissolubile legame degli antichi Greci tra etica ed estetica, sfociato nel mito dell'eroe bello e buono, καλός κ΄αγαθός.

Bello è allora ciò che è sublime? C'è una bellezza oggettiva negli occhi e nelle orecchie degli uomini e delle donne? Se dico che la musica più bella è l'Aria sulla quarta corda di Bach, una ragazzina non potrebbe smentirmi dicendo che per lei bella è la musica dei Tokio Hotel? E un fanatico di heavy metal non direbbe che belle sono le canzoni degli Iron Maiden? "La bellezza delle cose esiste nella mente che le contempla" diceva il filosofo scozzese David Hume. Non diciamo noi stessi abusando di un luogo comune, che "non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace?". La bellezza è, ancora una volta, l'emozione.

Riecheggiano i versi iniziali del "Madrigale triste" di Charles Baudelaire:

"Che m'importa che tu sia saggia?
Sii bella e triste! Le lacrime
danno nuovo incanto al tuo viso,
come un fiume al paesaggio;
il temporale dà vita a i fiori".

Concludiamo con Ghiannis Ritsos: "La bellezza smentisce la tristezza," scrisse un giorno "il coraggio, la follia di sperare, il rischio radicale è in fondo la lotteria dei poeti, questi eterni inconsolabili consolatori del mondo".




Olena Popova ritratta come la Venere del Botticelli
Manifesto per la Fiera del Libro di Torino 2008 (Agenzia InAdv)



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LA FRASE DEL GIORNO
La morale è un arnese di scasso che ha il pregio di non venir mai abbandonato sul luogo del delitto.
KARL KRAUS, Detti e contraddetti

6 commenti:

Unknown ha detto...

Etica ed Estetica

Mi spieghi la frase di Kraus' Fammi un esempio

DR ha detto...

Non so, è difficile talvolta interpretare il cinismo di Kraus: anche perché ogni suo aforisma
per sua stessa ammissione "non coincide mai con la verità, o è una mezza verità o una verità e mezzo"

Io l'ho valutata come una lettura dell'elasticità della morale, della sua capacità di violare le coscienze e ritornare al suo posto come se nulla fosse accaduto - insomma un ladro che sembra non sia neanche passato, ma intanto il furto è stato compiuto.
La morale filistea della Vienna di inizio '900, con i fermenti della neonata psicologia freudiana, ma anche la morale dei mass media, allora come oggi, che va sempre un passo più in là e taccia chi non la segue di oscurantismo.

Unknown ha detto...

e perchè l'hai posta accanto alla bellezza?

penso che la morale sia come il tutore degli alberelli: una volta cresciuti diritti, possono permettersi di ondeggiare le proprie fronde, squassati dal vento

DR ha detto...

No, no... "La frase del giorno" è svincolata dal tema del post. Talvolta capita sia in consonanza solo per casualità. È solo un appunto che prendo mentre leggo.

Mi piace la definizione che hai dato della morale.

Unknown ha detto...

penso alla vita dell'uomo come ad un aquilone che svetta in alto in alto e sorvola le cose e può planare in su e in giù,sospeso nel vento.

La morale è l'inizio del filo che Qualcuno tiene stretto: sai che puoi volare senza perderti perchè ciò che ti lega è in mani sicure.

DR ha detto...

In fondo è il "diritto naturale" a guidare i nostri passi dagli albori della civiltà, codificato nella Bibbia e nel Codice di Hammurabi e giù giù per i secoli. La morale.

Ma detto così, il tutore dell'alberello, il filo dell'aquilone, è molto molto più poetico. E più bello...