martedì 21 gennaio 2020

Nave d’oro


JOSÉ MARÍA ÁLVAREZ

E LA NAVE VA

«Ebbene! Mi dica che le è capitato! esclamò Trotta come parlando in sogno»
JOSEPH ROTH

«Succede dall’altro lato della vita»
LOUIS FERDINAND CÉLINE

Passi nella memoria immagine
sontuosa, con incedere e splendore
di tigre, incantevole, sconvolgente grandezza.
Passi.
Passi.
Come passasti quel giorno
e come poi lo raccontarono
Plutarco, Shakespeare e tanti altri…
Passi, nave d’oro, nave di Cleopatra,
nave degli innamorati,
abbagliando come il sole.

(da Museo delle cere, 1970)

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A influenzare la lettura di questa poesia di José María Álvarez  sono certamente le due epigrafi: creano un’atmosfera in cui sogno e realtà si intersecano e si separano come creando universi paralleli. Passa allora quella nave d’oro, bellissima e maestosa, l’accecante nave di un amore mitologico  e misterioso.

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DIPINTO DI VLADIMIR KUSH

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LA FRASE DEL GIORNO
Qualcosa che era nave, solitudine di delfino, / sogno di uomini. / Così è l’Arte.
JOSÉ MARÍA ÁLVAREZ, Museo delle cere




José María Álvarez, (Cartagena, 31 maggio 1942) poeta, saggista e narratore spagnolo. È traduttore di Kavafis, Holderlin, Stevenson, Shakespeare, Villon e T.S. Eliot. L'opera principale di Álvarez è Museo delle cere, un lavoro in corso da molti anni nel tentativo di completare un libro unico e onnicomprensivo.


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