MICHAEL KRÜGER
È VIETATO SPORGERSI DAL FINESTRINO
Anche l’ultimo treno pieno zeppo,
come se gli uomini dovessero fuggire.
Il controllore chiede di passare.
«Grazie», dice, «grazie, grazie»,
davanti a lui tutti sono certamente uguali.
Fuori i paesi prendono il largo
portando con sé gli animali.
Con noi viaggia un vento,
in cerca di fuoco.
Un uomo è affacciato al finestrino
e fuma. Ascolta il coro gigantesco,
che prova incessantemente nel buio.
«Grazie, grazie, grazie tante».
(da Poco prima del temporale, Frassinelli, 2005 – Traduzione di Gino Chiellino)
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Le poesie si leggono su vari piani. Certo, se ci limitiamo al puro aspetto realistico, questi versi del poeta tedesco Michael Krüger, rappresentano una scena minimale alla quale ci è capitato spesso di prendere parte: un treno affollato – quelli del primo mattino e del tardo pomeriggio – con i passeggeri in piedi nei corridoi mentre il controllore tenta di passare. Ma se allarghiamo lo sguardo a un altro tipo di lettura, quel viaggio diventa la nostra vita, quel controllore chissà chi sarà mai – Dio? – quell’uomo che infrange la legge sporgendosi al “vento in cerca di fuoco” non è che un indagatore di ciò che c’è fuori, di ciò che trascende la realtà, un uomo che non è parte del coro – il poeta?
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ANKE IBE, “BLUE TRAIN”
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LA FRASE DEL GIORNO
Perfino le pietre si mettono in cammino / per cercare una sponda.
MICHAEL KRÜGER, Poco prima del temporale
2 commenti:
...interessante Poesia.
..Grazie.:)
ciaoo Vania
sì, diciamo insolita
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