SOLEDAD ÁLVAREZ
A CASA
È bello tornare
Togliersi le scarpe
Lavare via con l’acqua la polvere del lungo giorno
Toccare nuda le pareti nude della casa
Camminare come cieca tra i mobili, i libri, le lampade
come una cieca che possiede solo queste povere cose
Dovrei sistemare le porte, ridipingere il soffitto
smerigliare gli specchi dove mi smarrisco
dove guardo una che non può scappare da nessuna parte
perché la casa è una torre che nessuno conosce
Meglio così
Mi basta quello che ho
Mie sono le formiche assorte
il percorso brillante delle lumache
la rana appena nata nel bagno di mia figlia
e questo lungo blues per dire il tuo nome
come un trofeo.
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Una dura giornata di lavoro, poi si torna a casa, ci si rinserra nel rifugio delle cose solite, ci si fa una doccia rigenerante, si mette un disco di jazz, si beve un bicchiere di vino rosso, ci si scioglie, ci si rilassa. Questo è il momento colto dalla poetessa dominicana Soledad Álvarez. Viene in mente il “Parva sed apta mihi” inciso sulla casa di Ludovico Ariosto a Ferrara: piccola ma sufficiente per me. E che importa se i muri sono da ritinteggiare, se la porta non chiude bene, se gli infissi avrebbero bisogno di essere riverniciati? Molto spesso “un uomo percorre il mondo intero in cerca di ciò che gli serve e torna a casa per trovarlo”, come scrisse lo scrittore irlandese George Moore.
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Edward Hopper, “Hotel Room”
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--------------------------------------------------------------------------------------------------------LA FRASE DEL GIORNO
Nessun posto è bello come casa mia.
NOEL LANGLEY, Il Mago di Oz, sceneggiatura
5 commenti:
Bella la poesia, bello quello che hai scritto, fantastico Hopper, anche se come atmosfera dell'animo si distanzia dal resto...
...direi molto commovente....e bella.
...oggi mi va così :(
ciao Vania
ci ho pensato un po' se mettere o no Hopper, poi mi è piaciuto il disordine della stanza
Superbi questi poeti latino-americani!
Vero. Li sto cercando con il lanternino, sono meravigliosi
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