Jacques Prévert è un poeta che non amo molto: la sua invenzione verbale lo avvicina più spesso a un guitto o a un enigmista, a un costruttore di calembour, a uno sperimentatore che travalica il surrealismo. È un divertente clown che sa però servire i valori dell’uomo e della libertà, così come molti artisti che si sono trovati a vivere il periodo a cavallo delle due guerre mondiali.
Dall’allusività fortemente ironica, dai luoghi comuni, dall’accanimento sull’allitterazione, dagli anagrammi e dagli scioglilingua riescono però a emergere poesie di una bellezza struggente, dove l’amore si presenta come unica salvezza del mondo.
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Jacques Prévert ritratto da Pablo Picasso
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Da “PAROLE”, 1946
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LA CANZONE DEL CARCERIERE
Dove vai bel carceriere
Con quella chiave macchiata di sangue
Vado a liberare la mia amata
Se sono ancora in tempo
L'avevo chiusa dentro
Teneramente crudelmente
Nella cella del mio desiderio
Nel più profondo del mio tormento
Nelle menzogne dell'avvenire
Nelle sciocchezze del giuramento
Voglio liberarla
Voglio che sia libera
E anche di dimenticarmi
E anche di lasciarmi
E anche di tornare
E di amarmi ancora
O di amare un altro
Se un giorno le va a genio
E se resto solo
E lei sarà andata via
Io serberò soltanto
Serberò tuttavia
Nel cavo delle mani
Fino alle ultime mie ore
La dolcezza dei suoi seni plasmati dall'amore.
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IMMENSO E ROSSO
Immenso e rosso
Sopra il Grand Palais
Il sole d'inverno appare
E scompare
Come lui il mio cuore sparirà
E tutto il mio sangue se ne andrà
Se ne andrà in cerca di te
Mio amore
Mia beltà
E ti ritroverà
Là dove tu sei
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z
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PARIS AT NIGHT
Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte
Il primo per vederti tutto il viso
Il secondo per vederti gli occhi
L'ultimo per vedere la tua bocca
E tutto il buio per ricordarmi queste cose
Mentre ti stringo fra le braccia
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Da “STORIE”, 1963
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FIESTA
E i bicchieri erano vuoti
e la bottiglia in pezzi
E il letto spalancato
e la porta sprangata
E tutte le stelle di vetro
della bellezza e della gioia
risplendevano nella polvere
della camera spazzata male
Ed io ubriaco morto
ero un fuoco di gioia
e tu ubriaca viva
nuda nelle mie braccia
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BUSSANO
Chi è
Nessuno
È solo il mio cuore che batte
Che batte forte forte
Per te
Ma fuori
La manina di bronzo della porta di legno
Non si muove
Non si agita
Non muove nemmeno la punta delle dita
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LA LUCERTOLA
La lucertola dell’amore
Ancora una volta è fuggita
E m’ha lasciato la coda fra le dita
Ben mi sta
Avevo voluto serbarla per me.
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(Poesie tradotte da Ivos Margoni, tranne “Paris at night”, tradotta da Maurizio Cucchi)
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LA FRASE DEL GIORNO
Bisognerebbe tentare di essere felici, non fosse altro per dare l'esempio.
JACQUES PRÉVERT, Spectacle
Jacques Prévert (Neuilly-sur-Seine, 4 febbraio 1900 – Omonville-la-Petite, 11 aprile 1977), poeta e sceneggiatore francese. Surrealista, anarchico, polemico, umorista: molte sono le facce di Prévert, ma una la convinzione che sottende la sua poetica: l’amore è l’unica salvezza del mondo
1 commento:
...ho dei problemi col pc...mi si chiudono le schermate ...e mi compaiono delle finestre con Antimalwere Doctor..in continuazione ..non sò come fare...:(....vedrò....se non mi vedi più...vuol dire che lo porto...dal Doctor...:))...spero di non perdere Tutto...:((
ciaooo Vania
...commenterò con calma queste Poesie.
...rubo la frase del giorno visto la giornata...:((..ops...:))
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