WISŁAWA SZYMBORSKA
GLI ANIMALI DEL CIRCO
Gli orsi battono le zampe ritmicamente,
la scimmia in tuta gialla va in bicicletta,
il leone salta nel cerchio fiammeggiante,
schiocca la frusta e suona la musichetta,
schiocca e culla gli occhi degli animali,
l’elefante regge un vaso sulla testa,
e i cani ballano con passi uguali.
Mi vergogno molto, io – umano.
Divertimento pessimo quel giorno:
gli applausi scrosciavano a cascata,
benché la mano più lunga d’una frusta
gettasse sulla sabbia un’ombra affilata.
(da Per questo viviamo, 1952)
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Il circo è bellissimo: quel mondo colorato e magico dove gli acrobati saltano da un trapezio all’altro, le contorsioniste si rinchiudono in una scatola a tempo di musica, abili ginnasti creano la piramide umana e i pagliacci si prendono a martellate innocue e si spruzzano acqua da fiori appuntati sul bavero. Acrobati, contorsioniste, ginnasti, pagliacci: esseri umani. Non gli animali, chiamati sotto il tendone a compiti per loro innaturali: orsi che ballano, scimmie in bicicletta, leoni costretti ad umiliarsi davanti alla frusta del domatore. Per carità, saranno accuditi in maniera esemplare, in modo amorevole, come dimostra il caso di cronaca del leoncino operato a Palermo in un ospedale per una malformazione all’anca che gli impediva di camminare. Però gli animali non devono esistere nei circhi, non devono sottostare alle lunghe ore di addestramento e alle privazioni. Ammirevole è il celebre Cirque Du Soleil che fa uno spettacolo armonioso e aggraziato con i soli artisti.
È un dibattito che ferve in questi anni, in questi giorni. La poesia che registra l’indignazione di Wisława Szymborska, risale invece al 1952 e dimostra una volta di più la grande sensibilità della poetessa polacca Premio Nobel per la Letteratura. E tutti noi, mi auguro, con lei proviamo vergogna.
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Marc Chagall, “Grosse Grauer Zirkus”
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LA FRASE DEL GIORNO
È più importante impedire ad un animale di soffrire, piuttosto che restare seduti a contemplare i mali dell'universo pregando in compagnia dei sacerdoti.
BUDDHA, citato in “Creaturismo. Le fondamenta del creato” di Bruna D’Aguì
Wisława Szymborska (Kórnik, 2 luglio 1923), poetessa e saggista polacca, insignita del Premio Nobel per la Letteratura nel 1996 “per una poesia che, con ironica precisione, permette al contesto storico e biologico di venire alla luce in frammenti d'umana realtà”.
3 commenti:
...è un argomento molto serio e discusso...come dicevo penso che tutto abbia un limite.
....credo anche che molti Uomini ...siano trattati molto molto "peggio"...degli animali del circo...è comunque un mio punto di vista.
...meraviglioso/grandioso....Cirque Du Soleil....magia /favola/incantesimo allo stato Puro.
...sai...poco tempo fà...sono andata ad un "circhetto"...qui nel mio paese...quanti "sacrifici" che fanno anche quegli esseri umani...tanto di capello...e ammirazione.
ciao Vania
È un discorso che facevo già per le corride: chi non sa rispettare un animale non è in grado di rispettare un essere umano. Chi abbandona i cani in autostrada, secondo me, è più portato ad abbandonare l'anziano genitore in un ospizio. Chi considera zero la vita di un animale, presto considererà tale anche la vita di un uomo.
...cappello...:))
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