DIEGO VALERI
CAMPO DI ESILIO
Percossi sradicati alberi siamo,
ritti ma spenti, e questa avara terra
che ci porta non è la nostra terra.
Intorno a noi la roccia soffia vènti
nemici, fuma opache ombre di nubi,
aspri soli lampeggia da orizzonti
di verdi ghiacci. Le nostre segrete
radici, al caldo al gelo, nude tremano.
E intanto il tempo volge per il cielo
i mattini le sere: alte deserte
stagioni; e i lumi del ricordo, e i fuochi
della speranza, e i pazzi arcobaleni.
Come morti aspettiamo che la morte
passi; e l’un l’altro ci guardiamo, strani,
con occhi d’avvizzite foglie. E un tratto
trasaliamo stupiti, se alla cima
di un secco ramo un germoglio si schiuda,
e la corteccia senta urgere al labbro
delle vecchie ferite un sangue vivo;
tra le nubi scorrendo un dolce vento
di primavere nostre.
.
Nel 1924 Diego Valeri, che da dieci anni insegnava italiano e latino nei licei del Nord Italia, ottenne la docenza di Letteratura francese a Venezia. Ma fu escluso dal concorso perché non aveva la tessera del partito fascista. Si trovò così costretto a lavorare per la Sovrintendenza alle Belle Arti della città lagunare. I suoi guai con il regime però non erano finiti lì: dopo il 25 luglio 1943 fu scelto come direttore del Gazzettino e lo guidò come foglio libero fino all’8 settembre, quando lasciò l’Italia per la Svizzera e venne destinato dalle autorità elvetiche a un campo per rifugiati politici a Mürren, sulla Jungfrau, in alta montagna. In quel campo c’erano nomi di spicco della cultura e della politica italiana: i fratelli Dino e Nelo Risi, Giorgio Strehler, Amintore Fanfani, intellettuali e professori universitari.
Campo di esilio racconta con toni struggenti questa forzata condizione nel campo, l’attesa, la preoccupazione per la famiglia lontana. Il tempo, che in questi versi è un cruccio doloroso, lo ripagherà al termine della guerra: la revisione del concorso che gli era stato negato lo vedrà classificato come primo e Valeri. per insegnare Letteratura francese e Storia della Letteratura italiana contemporanea, sceglierà l’amata Padova.
.
Murren © MArtin Hawlisch
.
--------------------------------------------------------------------------------------------------------
LA FRASE DEL GIORNO
Tu proverai sì come sa di sale / lo pane altrui, e come è duro calle / lo scendere e 'l salir per l'altrui scale.
DANTE ALIGHIERI, Paradiso, XI, 58-60
Diego Valeri (Piove di Sacco, 25 gennaio 1887 – Roma, 27 novembre 1976), poeta, traduttore e accademico italiano, fu ordinario di Letteratura Francese all’Università di Padova per oltre vent’anni, tranne nel periodo 1943-45 quando riparò in Svizzera come rifugiato politico.
1 commento:
La dignità dell'uomo che, intendendo sentirsi libero, libero lo é già solo per questo non comune afflato. P.S. Ma da te devo tornare con maggiore calma. In questi giorni mi sono un po' perso in tante cose ...
Posta un commento