ANTÓNIO RAMOS ROSA
POESIA DI UN FUNZIONARIO STANCO
La notte mi ha scambiato i sogni e le mani
mi ha disperso gli amici
ho il cuore confuso e la via è stretta
stretta a ogni passo
le case ci ingoiano
ci estinguiamo
sono in una stanza sola in una stanza solo
con i sogni confusi
con la vita al contrario che arde in una stanza solo
Sono un funzionario spento
un funzionario triste
la mia anima non accompagna la mia mano
Debito e Credito Debito e Credito
la mia anima non danza con i numeri
cerco di nasconderla con vergogna
il mio capo mi ha sorpreso con l'occhio lirico nella gabbia del cortile di fronte
e me l'ha addebitato sul mio conto di impiegato
Sono un funzionario stanco di un giorno esemplare
Perché non mi sento orgoglioso di aver compiuto il mio dovere?
Perché mi sento irrimediabilmente perduto nella mia stanchezza?
Scandisco vecchie parole generose
Fiore ragazza amico bambino
fratello bacio fidanzata
mamma stella musica
Sono le parole crociate del mio sogno
Parole sotterrare nella prigione della mia vita
questo tutte le notti del mondo in una sola lunga notte
in una stanza solo.
(da Non posso rimandare l’amore, Manni, 2006)
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La società del Novecento ha conosciuto l’automazione, il rapido progresso, il crescere a dismisura degli apparati di governo e di gestione della cosa pubblica. È una medaglia che ha spesso al suo rovescio l’alienazione, l’estraneità tra l’uomo e il suo lavoro. Ben la rappresenta questo funzionario stanco ritratto dal poeta portoghese António Ramos Rosa: grigio e solitario, fa i conti con i suoi sogni infranti, con la tristezza, con la fredda monotonia dei suoi giorni da cui cerca vanamente di evadere. Restano le notti, lunghe notti in cui è ormai troppo tardi per evocare le cose che davvero contano: volteggiano come spettri dentro tutto quel grigiore.
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Jack Vettriano, “The weight”
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--------------------------------------------------------------------------------------------------------LA FRASE DEL GIORNO
Alcuni uffici pubblici son come cimiteri, su ogni porta si potrebbe scrivere: «Qui giace il signor Tal dei Tali».
MORITZ GOTTLIEB SAPHIR, Ausgewahlte Werke
3 commenti:
Parole sotterrate...ma che emergono, eccome
...aggiungerei ...il Dio denaro...ha causato morti .... ne causa e ne causerà.
ciao Vania
si sotterra il seme per avere il fiore... e banalmente si può dire che dopo la notte verrà l'alba
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