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venerdì 31 dicembre 2021

L’anno finisce


SIBILLA ALERAMO

ROSA DELL'ANNO

Arrivai una volta,
che un anno finiva,
in un paese di mare,
era sera era freddo
io nessuno conoscevo,
saliva alla stanza
gelida e vasta
suono di danza
e, di più lontano,
l'ansito del mare.
Così m'addormii, né più ricordo
se in sogno piansi.
Una rosa ricordo
che il domani mi comprai,
nella stanza portai
per me sola il giorno
che l'anno incominciava,
bella e bianca fiorita
per me nel mattino del gelo,
e il mare che si lamentava.

Ancora in una sera
che l'anno finisce,
vasta è la stanza
ma c'è fuoco ed è mia,
lungi è il mare,
lungi chi vorrei con me, e tace,
sono sola come quella
che nella sera lontana
sì freddo aveva,
udiva il lamento del mare,
ancor non conosceva
l'amore d'oggi che tace.
Sono sola né piango,
se non forse in cuore,
c'è fuoco nella stanza,
fuori grida salve la città
grida speranza
nella notte dell'anno,
e domani, se non io,
qualcuno una rosa si comprerà.

(da Tutte le poesie, Mondadori, 2004)

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Due strofe per due stagioni della vita nella medesima giornata, quella del 31 dicembre: la poetessa Sibilla Aleramo ricorda di avere trascorso un lontano Capodanno solitario in una stanza d’albergo e di avere acquistato una rosa rossa come segno di auspicio per rallegrare l’anno che iniziava. Molto tempo è passato, molta vita sotto i ponti: ora è nella tranquillità della propria casa, ma lontano è l’amato, ancora trascorre da sola la notte che chiude l’anno e ne apre un altro. Domani qualcuno comprerà una rosa rossa come segno di auspicio.

Buon 2022, lettori del Canto delle Sirene! A voi porgo la rosa rossa della poesia.

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IMMAGINE DI PUBBLICO DOMINIO DA PXHERE

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LA FRASE DEL GIORNO
Non importa quanto sia stato duro il passato, puoi sempre ricominciare.
BUDDHA




Sibilla Aleramo, pseudonimo di Marta Felicina Faccio detta Rina (Alessandria, 14 agosto 1876 – Roma, 13 gennaio 1960), scrittrice e poetessa italiana. Attiva nell’impegno femminista, esordì con il romanzo autobiografico Una donna. La relazione con il poeta Dino Campana generò un importante carteggio e numerose poesie.




Greca



STATISTICHE DEL CANTO DELLE SIRENE PER L’ANNO 2021

VISITE: 67.390 (-32%)

PAGINE VISTE: 420.113 (+42%)

TEMPO MEDIO SUL SITO: 1:52 (+24%)


LE DIECI PRINCIPALI CHIAVI DI RICERCA
(escludendo “Il canto delle sirene” e simili):

  1. il poeta è un fingitore
  2. accade che le affinità d’anima
  3. quando beltà splende
  4. primavera poesia neruda
  5. mi sono risolto mi sono voltato indietro
  6. si chiamava moammed sceab
  7. futility owen traduzione
  8. quasi anonima sorridi e i sole indora i tuoi capelli
  9. si vis amari ama
  10. il rombo del tuono nel cielo nuvoloso

RECORD DI VISITE: 741, il 24 marzo)
(il più basso 141 il 22 agosto)


I POST PIÙ LETTI IN ASSOLUTO NEL 2021

  1. Il bimbo e la mela (Guido Gozzano, Parabola)
  2. Il poeta è un fingitore (Fernando Pessoa, Autopsicografia)
  3. Spostatelo al sole (Wilfred Owen, Futilità)
  4. Variazioni su Orazio (Orazio, Carmina, I, 11)
  5. La sfogliatrice di Pascoli (Giovanni Pascoli, Ultimo canto)
  6. Si chiamava Moammed Sceab (Giuseppe Ungaretti, In memoria)
  7. Apollo e Dafne
  8. Lattiginosa d’alba (Giorgio Caproni, Prima luce
  9. Le affinità d’anima (Eugenio Montale, Ex voto)
  10. Un frutto appena sbucciato (Giorgio Caproni, Marzo)

I POST PIÙ LETTI TRA QUELLI SCRITTI NEL 2021

  1. Solitario palpito di stella (Clemente Rebora, Stella mia)
  2. Centenario di Richard Wilbur (Un buco nel pavimento, Pezzo da museo)
  3. Centenario di Biagia Marniti (Sono terra, Grappolo di uva splendente)
  4. Ti invento (Maria Teresa Horta, Invento)
  5. Una solida impronta (Leonid Martynov, L’impronta)
  6. Dove gli altri ci sognano (Alfonso Brezmes, Topografie)
  7. Il padre (Pablo Neruda, Il padre)
  8. Joan Margarit (Embraceable you, La ragazza del semaforo)
  9. Poesie per febbraio VII (Negri, Violette di febbraio / Valeri, Fine di febbraio)
  10. Bicentenario di John Keats (Voglio una coppa piena, Ode alla malinconia)

SITI CHE LINKANO IL BLOG
(cui va Il mio doveroso grazie)

  1. La Poesia di Claudio Malune
  2. La belle auberge
  3. La Spada
  4. Nervi d’arpa
  5. Friuli multietnico
  6. Mixtura
  7. L’olivo saraceno
  8. Il giardino delle Esperidi
  9. La poesia non si mangia
  10. Blanc de ta nuque

PROVENIENZE DA SOCIAL NETWORK, AGGREGATORI E MOTORI DI RICERCA

  1. Google
  2. Bing
  3. Facebook
  4. Blogger
  5. Yahoo
  6. FeedBurner
  7. Duckduckgo
  8. Ecosia
  9. Pinterest
  10. Dlvr.it

giovedì 30 dicembre 2021

Jeanine Baude


Scrivo con il mio corpo, cammino con il mio spirito”: questo era lo slogan cui ha approntato la sua vita la poetessa francese Jeanine Baude, scomparsa settantacinquenne il 27 dicembre. Soleva dire “Commetto il reato di scrivere”: in realtà la sua poesia è levigata, essenziale, capace di connettere l’intimo con l’esterno, di costruire il discorso parola per parola, rinchiudendo il significato per raggiungere l’infinito: “Dalla parabola al silenzio, fino ad andare alle mani. / A questa lotta tra sé e sé. // Tra dentro e fuori, chiudere ogni possibilità di vagabondare”.

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LA VITA IL SUO FERMENTO

La vita il suo fermento ha scoperto in esilio il suo torpore
il tremito dell’essere la sua vocazione ad uscire dal nulla
prendi nelle tue mani il suo progetto il suo eccesso
sbatti come una bandiera in un cielo sereno
affronti e sottolinei il fiume i suoi meandri
la sera che scende il riposo il suono limpido della notte
sotto la lampada leggi una filastrocca al bambino che si addormenta
torni sui tuoi percorsi pesanti li cancelli
incontri gli dei su una strada sterrata

(da Solo una pietra nera, 2010)

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TU, 1840, 80 ANNI

Tu, 1840, 80 anni
vecchio pittore che disegna
becco e unghie, il futuro

Io guardo indietro
il tuo sogno, quel gesto che lacera
coltello da scultore
la tavola di ciliegio

Scivolo sulla nebbia
e vedo, linee d’inchiostro nel cielo,
erbe intrecciate, armérie sulle scogliere,
discendere la tua forza magnetica
che disegna la felicità su uno sfondo di relitti

(da Hokusai Ushant, 2015)

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L’INDIRIZZO A VOCE, 1

La poesia sarebbe abbellita
o indegna

e rinchiudere la parola significa
spostare la sua infima misura
la sua menomazione

l’infinito alla sua porta

(da L’indirizzo a voce, 2003)

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LA FRASE DEL GIORNO
La poesia è la vita. È tutto, è il bisogno forte, immenso che devasta. La poesia è la carne, l'intelletto.
JEANINE BAUDE, Littéréalité, Primavera-estate 2003




Jeanine Baude (Eyguières, 18 ottobre 1946 – Parigi, 27 dicembre 2021), poetessa, scrittrice e critica letteraria francese. Laureata in Lettere Moderne, dirigente in una impresa privata per più di venti anni, ha compiuto numerosi viaggi testimoniati nelle sue opere. Ha vinto il Premio Antonin Artaud nel 1993.


mercoledì 29 dicembre 2021

Solo tra i dormienti


GUNNAR EKELÖF

LA LUNA

La luna sfiora dolcemente gli occhi
mi sveglia nel cuore della notte.
Solo tra i dormienti
aggiungo legna al fuoco, dispongo i ciocchi ardenti,
mi muovo in silenzio tra le ombre
che tremolano alte
sui ceppi marroni, finemente
adorne di corde accecanti.

Perché mi hai svegliato? Solo tra i dormienti
le spalle al fuoco, apro silenzioso la porta,
vado tra nodi di rami
sulla neve, calpestando steli, vedo
la luna piena provocante sulla neve…

(da Tardi sulla terra, 1932)


Luna sensuale, luna d’inverno, che chiama il poeta  svedese Gunnar Ekelöf nel cuore della notte con la sua luce riverberata dalla neve. Ma non è solo questo: si può leggere quel risveglio anche in modo più intimo: un ridestarsi dell’anima, un’illuminazione, un mistico sentire che aiuta Ekelöf, attratto dalle filosofie orientali, a penetrare il mistero.

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IMMAGINE © HDWALLPAPERS

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LA FRASE DEL GIORNO
Io ho visto fiorire il deserto. / Era il volto del cieco / quando ha toccato con la mano qualcosa / che la sua bocca ricordava.
GUNNAR EKELÖF, La novizia di Spalato




Gunnar Ekelöf (Stoccolma, 15 settembre 1907 – Sigtuna, 16 marzo 1968), poeta e scrittore svedese. Considerava l'esoterismo orientale, nonché la mistica e la musica come quintessenza della poesia, contemplazione dell'arcano che è al fondo di ogni parvenza della realtà. Oppose un impegno etico alla crisi del mondo moderno.


martedì 28 dicembre 2021

Locali rovesci


VIVIAN LAMARQUE

PREVISIONI DEL TEMPO

non è la Musa della poesia
è il tuo bel Muso di Poeta
che mi ispira

Su tutte le regioni d’Italia prevedo
cielo coperto o molto nuvoloso
con possibilità di schiarite a San Siro
e locali rovesci verso Viale Argonne quando
tu uscirai a prendere il tram.

Poi prevedo che per una settimana pioverà la pioggia
e se la grata è piena di foglie
entrerà acqua nello scantinato
e si bagneranno i giornali.
Nei fiumi i pesci saranno contenti
tu correrai a ripararti sotto il cappello
per evitare che ti piova sugli occhiali.

Sulle Alpi invece precipitazioni nevose
e nevicherà la neve anche sul Monte Stella a Milano
dove i bambini slittano sui sacchi vuoti dei rifiuti
forse non li hai mai visti.
Poi urlerà il vento e fischierà la bufera
noi due staremo al calduccio sotto le coperte
a sentire i lupi che grattano l’uscio
staremo vicini vicini
(ai rispettivi coniugi).

E chicchi di grandine grossi come uova
picchieranno sui tetti delle 127
e sulle povere vigne.
Come bestemmieresti se tu fossi contadino.

Nei mari molto mossi o localmente agitati
i pesci balleranno
sotto i piedi salati e stanchi
dei poveri pescatori
sorpresi al largo da venti
provenienti come te da nord-est.

Ma poi lo so già tornerà a splendere il sole
sui petti rossi dei pettirossi
sulle lenti degli occhiali miei e tuoi
sui parabrezza delle automobili
e in curva abbasseremo tutti insieme i parasole
con una mano.

Banchi locali di nebbia in Val Padana
e in Via Gaetano Moretti 21
dove la facciata della mia casa
che la padrona da vent’anni non vuole rifare
resterà nel vago e ci guadagnerà.

Se mi verrai a trovare ti perderai
farò annusare un tuo verso al mio cane
e partiremo a cercarti.

Ancora una settimana di piogge
che dalle parti di Viale Argonne
assumeranno carattere temporalesco
e tu per i tuoni
ti tapperai le orecchie.

Ma verso sera rosso di sera bel tempo si spera
e io uscirò come una gallina
a guardare l’arcobaleno
(sopra il tetto della casa).

E infatti domani lo so tornerà a splendere il sole
e tu andrai a spasso a nord-est di Milano
con la tua famiglia
e io a nord-ovest
con mia figlia.

(da Teresino, Società di poesia, 1981)


Che tempo prevede Vivian Lamarque? Una meteorologia personale, quella del cuore innamorato che dal suo appartamento milanese adegua i climi alle uscite dell’amato – forse un altro, forse un amore immaginato o ricordato - sommergendolo ironicamente di pioggia e di grandine, di neve e di sole con quella “precisione dei sentimenti” individuata nei suoi versi da Giovanni Raboni.

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MURALE DI BANKSY

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LA FRASE DEL GIORNO
Le poesie lo cambieranno un poco / il mondo. / Però tra tanto / tanto di quel tempo / sì me lo sento / che dalle poesie verrà un poco / di cambiamento / ma come un nevicare lento lento lento.
VIVIAN LAMARQUE, Madre d’inverno




LamarqueVivian Comba Provera Pellegrinelli Lamarque (Tesero, 19 aprile 1946), scrittrice, poetessa e traduttrice italiana dal francese. Di origini valdesi, ha insegnato italiano agli stranieri e nei licei. Ha ottenuto il Premio Viareggio, il Premio Montale, il Pen Club e, per le fiabe, il Premio Rodari e il Premio Andersen.


lunedì 27 dicembre 2021

Il filo da seguire


PIERO BIGONGIARI

LA TEMPESTA

Forse è questa l’ora di non vedere
se tutto è chiaro, forse questa è l’ora
ch’è solo di sé paga, ed il tuo incanto
divaga nell’inverno della terra,
nell’inferno dei segni da capire.
Ma non farti vedere dimostrare
ancora le tue formule, è finita
l’orgia dei risultati rispondenti
alle cause. Sei sola, batti i denti
accosto ai vetri nevicati, tetri.
Divergono in un morbido riaccendersi
d’altro sangue i destini che ci unirono.
Tu li ricordi come – in queste tarde
ore che riscoccano dalla pendola –
in un fuoco di tocchi, in un orrendo
scatenarsi, dai tuoi armadi, di bambole.
La nostra vita, catturata, vedi,
mentr’era armata solo di silenzio,
come dai parafulmini ridesti
da un lampo, trova il filo da seguire
per non morire restando se stessa.

(da Rogo, Edizioni della Meridiana, 1952)

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Misteriosa, oscura, ermetica: Silvio Ramat trova in questa poesia di Piero Bigongiari “oggetti-segnali montaliani”, in effetti c’è tutto l’armamentario ermetico – richiama anche molte liriche di Mario Luzi per l’atmosfera. Spicca quella figura di donna, donna che è stata amata, che ancora lo è, anche se ha percorso un’altra strada, diversa da quella del poeta.

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CHILDE HASSAM, "FINESTRA D'INVERNO A NEW YORK"

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LA FRASE DEL GIORNO
È facile dire quello che non si è  / ma quello che si è, è solo degli altri / che non possono dirlo.
PIERO BIGONGIARI, Rogo




Piero Bigongiari (Navacchio, 15 ottobre 1914 – Firenze, 7 ottobre 1997), poeta e critico letterario italiano. Insegnò storia della letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università di Firenze. È considerato esponente di un ermetismo purista in cui dominano metafisicamente il tema dell’assenza, un forte anelito religioso e la trasfigurazione simbolica della realtà.


domenica 26 dicembre 2021

Thomas Kinsella


Il poeta irlandese Thomas Kinsella, 93 anni, è morto il 22 dicembre a Dublino. La sua opera, nata in principio sulle orme di Auden, si è sviluppata in un modernismo influenzato dalle poesie di Ezra Pound, William Carlos Williams e Robert Lowell con particolare riguardo all’indagine sulla psiche portata avanti da Jung: un’esplorazione del dolore, dell’assenza e della caducità.

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FOTOGRAFIA © BRENDA FITZSIMONS

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LA LAVANDAIA

Sedia accosta alla porta,
cesta ai piedi, sedeva
contro sole a rammendare
un lenzuolo di lino.
Sulle Fiandre lavorate
agosto muoveva i grani.

Lì, a dividere il vento con Sassonia
e Francia, sognavano i pioppi
al suo cancello, involati
a un’estasi d’estate. Chiocco
di chioccia sull’acciottolato;
cambio di posa all’ombra.

Come un pesce smuove l’acqua
e affonda senza macchia,
le battevano sotto il grembio
i talloni di maturazione.
Il cuore le cresceva teso e lieve,
come il guscio che fa scudo al chicco.

Torpidamente dal vano della porta
fissava la rimessa ed il podere,
i campi gialli che sdrucivano
intorno al germe accumulato,
la terra che si sarebbe stesa bianca
quando a lei fosse finito il tempo.

Il seminatore ingrassa l’acro,
le Fiandre volgono al caldo,
spulano i venti del Cielo
e le ruote macinano il grano.
Lei frugava nella cesta e riordinava
il suo lenzuolo scompigliato.

(da Downstream, 1962 - Traduzione di Alessandro Gentili)

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ALTA MAREA: AMAGANSETT

Montava il frutto dell’oceano accostando a terra,
si avvolgeva in una cresta lunga, imbiancandosi lungo tutta
la sua lunghezza, e si smantellava in tuono per miglia sulla riva,

spento tumulto che affidava i suoi resti
i resti dell’ultima onda che d’incontro ritornava
al mare, nella gola di un’onda sovrastante.

Le onde sono vive, in discussione fra di loro,
di fretta in disordine fra due immobilità:

fuori oltre il primo moto di agitazione
a una profondità senza luce;

e nell’ultimo lembo d’acqua salata fermata al mio piede,
a scoprire il primo pensiero di ritirata.

(da Godhead, 1999)

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LA FRASE DEL GIORNO
L’ispirazione è il riconoscimento che l’oggetto significativo si presenta dalla propria materia prima. Devi farti strada verso di esso.
THOMAS KINSELLA, Poetry Ireland Review, n. 25




Thomas Kinsella (Inchicore, 4 maggio 1928 - Dublino, 22 dicembre 2021), poeta, traduttore ed editore irlandese. La sua poesia, partita da toni alla Auden, vira verso un modernismo influenzato dalle opere di Ezra Pound, William Carlos Williams e Robert Lowell con particolare attenzione al lavoro di Jung sulla psiche.


sabato 25 dicembre 2021

Questo di solito è Natale


MIQUEL MARTÍ I POL

QUALCOSA DI LEGGERO

Qualcosa di leggero e potente
che ogni parola rende sottile
come pronunciata con voce molto intima.
Questo di solito è Natale, l’amore
che si insedia, a volte con audacia,
proprio nel luogo dove, giorno dopo giorno,
crescono l'ansia o l'invidia.

La meraviglia non dura però
e il vento di capodanno  di colpo spazza via i sogni
e distrugge quasi tutti i propositi.
E mi chiedo, possiamo dirci buoni
se lo siamo solo sul calendario?

(da Per conservare la voce, 1984)

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Natale riempie – o almeno dovrebbe riempire - di dolcezza i cuori. È il periodo in cui – si dice – siamo tutti più buoni. Parte da questo spunto il poeta catalano Miquel Martí i Pol per constatare amaramente che dopo Capodanno quel vento di amore e di bontà è stato già spazzato via e si ritorna alla consuetudine.

Auguri di un Natale lieto e poetico con le vostre famiglie e i vostri affetti, amici lettori del Canto del Sirene.

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FOTOGRAFIA © PUBLIC DOMAIN PICTURES

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LA FRASE DEL GIORNO
Torna Natale e torna la domanda: / proclameremo la pace con le parole / mentre con i gesti favoriamo la guerra?
MIQUEL MARTÍ I POL, Per conservare la voce




Miquel Martí i Pol (Roda de Ter, 19 marzo 1929 – Vich, 11 novembre 2003), poeta, scrittore e traduttore catalano. Nato da umile famiglia, lavorò a lungo in una fabbrica tessile. Esordì nel 1954 con Parole al vento. Tradusse dal francese Saint-Exupéry, Apollinaire, De Beauvoir, Flaubert, Zola, Barthes.


venerdì 24 dicembre 2021

Sei già nato, Signore?


VIRGILIO PIÑERA

PICCOLA POESIA DI NATALE

                        per Graciela Peyrou

Sei già nato, Signore?
O attendi il segnale
del dolore per venire al mondo?
Il tuo corpo, non ancora nato,
rabbrividisce e si piega come il dolore dell’uomo?

Sei nato, Signore?
Sei umano e triste?

Tu, Signore,  piccolo e ansimante
scuoti le pareti
del tempio di tuo padre.
E anche tu, Signore,
chiedi a tuo padre
la venuta sulla terra di un salvatore del mondo.

                                             24 dicembre 1953

(da Poesie disperse, 2000 – Traduzione di Gordiano Lupi)

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Lo scrittore cubano Virgilio Piñera era ateo – ciò nonostante la sua simpatia, sempre attratta dall’incomunicabilità e dall’irrealtà del reale, va a a quel bambino che nasce e che andrà incontro al dolore tanto da voler portare su di sé il dolore dell’intera umanità.

Buon Natale, amici lettori del Canto delle Sirene!

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GERARD VAN HONTHORST, "ADORAZIONE DEI PASTORI", 1622

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LA FRASE DEL GIORNO
Natale non è negli orpelli, nelle luci e nello spettacolo esteriore. Il segreto sta in un bagliore interiore. Sta nell’accendere un fuoco nel cuore. Buona volontà e gioia ne sono una parte vitale. È un pensiero più alto e un piano più grande. È un sogno glorioso nell'anima dell'uomo.
WILFRED A. PETERSON, L’arte di vivere




Virgilio Piñera Llera (Cárdenas, 4 agosto 1912 – L'Avana, 18 ottobre 1979), scrittore, poeta e drammaturgo cubano. Intellettuale anticonformista ateo e omosessuale, nel corso della sua carriera ha scritto numerosi racconti, tre romanzi e alcune opere teatrali avvicinabili al teatro dell'assurdo.


giovedì 23 dicembre 2021

I pastori e i Re Magi


TED KOOSER

POSTA DI NATALE

Lettere in ogni cassetta,
angelo, mangiatoia, stella e agnello,
mentre la postina di campagna,
guidando per strade innevate
sente dai suoi pacchi
il lamentoso belato delle pecore,
lo strusciare dei sandali,
lo scalpitio dei cammelli.
Fermata dopo fermata,
apre la porticina di latta
e infila nell’ombra
i pastori e i Re Magi,
gli asini sfiniti e stanchi,
la mucca che mastica e medita.
E dalla tazza di polistirolo,
bianca come una stella posata
sul cruscotto, che la conduce
sempre più lontano,
esce un aroma di nocciola,
e poi un tocco di mirra.

(da Insieme, 2012)

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Il Midwest rurale, lo Iowa di Ted Kooser, si veste di Natale in questi versi in cui una portalettere si trasforma inconsapevolmente in un nuovo personaggio di quel presepe innevato, facendo da tramite tra quella realtà contadina di mucche e pecore e quella di una Betlemme lontana nel tempo con tutta la classica iconografia natalizia, dalla stella ai Re Magi, dai cammelli ai pastori, dagli angeli alla mangiatoia.

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IMMAGINE DA PINTEREST

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LA FRASE DEL GIORNO
Il Natale ha perso il suo significato per noi perché abbiamo perso lo spirito di attesa.
HANDEL H. BROWN




Ted Kooser (Ames, Iowa, 25 aprile 1939) è un poeta statunitense. È stato Poeta laureato alla Libreria del Congresso dal 2004 al 2006. Le sue poesie sono caratterizzate da uno stile semplice e colloquiale e hanno spesso come temi il Midwest, l’amore, il tempo e la famiglia.


mercoledì 22 dicembre 2021

Un suono


DAVID ROSENMANN-TAUB

DI QUANTO DA ME NASCE

Di quanto da me nasce
distruggendosi chiedo
un raggio che unisca
il fine al senso.
Una strofa? Una frase?
Un frammento? Un suono.

(da Poesiectomia, 2005)

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Poesiectomia è un neologismo creato dal poeta cileno David Rosenmann-Taub: operazione che attraverso la poesia apre la realtà e ne rivela l’intimo dettaglio. Per riuscire nello scopo occorre naturalmente indagare anche all’interno di se stessi,  nella quiete della coscienza creare una tempesta, collegare le parole al significato.

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DAVID ROSENMANN-TAUB, "POESIECTOMIA"

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LA FRASE DEL GIORNO
Identifico la poesia con la verità. Vera verità, perché la maggior parte delle verità sono pseudo-verità. L'essere umano cerca di conoscere e, allo stesso tempo, resiste al sapere. Imporre una verità vera provoca aggressività. L'ignoranza si difende con una forza maggiore di quella della vera conoscenza.
DAVID ROSENMANN-TAUB, Biblioteca Virtual Miguel de Cervantes, 2009




David Rosenmann-Taub​ (Santiago, 3 maggio 1927), poeta, musicista e artista cileno di origini ebree polacche. La sua poesia, che spesso si avvale di  un linguaggio trasgressivo, punta l’obiettivo sul disagio dell’uomo moderno che deve sottostare al materialismo a scapito della metafisica: la ricerca interiore porta a interpellare il divino per scoprirne le tracce nascoste.


martedì 21 dicembre 2021

Nel bianco tempo astrale


FERNANDO BANDINI

METEORA CONTEMPLATA DA UNA SCUOLA CAMPESTRE

È questa l'ora
che una fredda meteora picchia agli usci
di remoti casali dichiarando il suo nome
in una lingua sconosciuta,
l'ora che la galassia
scende dai cieli e nell'aria si muta
in polverìo di neve.

Che la grande finestra dell'aula volta a nord
verso il bosco e la landa
con un piccolo tremito riceve
l'urto del vento. Fuori
c'è un rintocco remoto di campana,
c'è il fumo dei camini
che per un poco sale
diritto, poi si sbanda;

c'è un merlo sopra un ramo che trasecola
nel bianco tempo astrale:
lo guardano dai vetri i miei bambini
aprendosi una specola
tra i rabeschi del ghiaccio col calore
del fiato.

È l'ora che l'Europa si dimentica
dei suoi giorni di sole. La bufera
ha sepolto le basi della Nato
e più non fa rumore il passo degli eserciti
sulle strade del secolo innevato.

(da Meridiano di Greenwich, Garzanti, 1998)

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L’inverno, con la sua meraviglia di neve e di ghiaccio, inizia ufficialmente oggi con il solstizio, per la precisione un minuto prima delle 17. Ho scelto questa poesia di Fernando Bandini perché esprime – sono parole di Ugo Fasolo, che curò l’edizione del 1958 di Pianeta dell’infanzia, che ne conteneva una versione diversa – “Il desiderio di un paese immaginoso, nitido, nuovo e mite”, un paese in cui la neve copre e livella ogni cosa e spicca allora il “mondo meravigliato della fanciullezza”, quello che si stupisce e gioisce del manto bianco: “Fossero i miei versi quello che la neve / è per i bambini quando si svegliano / e guardano dal vetro sbalorditi la lieve / polvere caduta da lontani mondi”.

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FOTOGRAFIA © ROLAND JUHÁSZ/PEXEL

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LA FRASE DEL GIORNO
Sotto i cumuli di neve dormono i fiori, / sognando i loro sogni di sole e giugno.
HARRIET PRESCOTT SPOFFORD




Fernando Bandini (Vicenza, 30 luglio 1931 - 25 dicembre 2013),  poeta, scrittore e docente italiano di stilistica e metrica presso l'Università di Padova. Aveva la capacità di scrivere non solo in italiano ma anche nel dialetto vicentino e in latino, lingua che aveva appreso nonostante non avesse praticato studi classici.


lunedì 20 dicembre 2021

Incantevoli rocce bianche


WISŁAWA SZYMBORSKA

FORAMINE

Be’, metti, per esempio, le foramine.
Vivevano qui, perché c’erano, e viceversa.
Come potevano, visto che potevano e in che modo.
Al plurale, perché al plurale,
anche se ciascuna separatamente,
nel proprio, perché nel proprio
guscio di calcare.
A strati, poiché a strati,
il tempo poi le riassumeva,
senza entrare nei dettagli,
perché nei dettagli c’è pietà.
Ed ecco davanti a me
due viste in una:
necropoli penosa
degli eterni riposi,
ossia
incantevoli rocce bianche, emerse dal mare,
dal mare azzurro,
rocce, che sono qui, poiché ci sono.

(da Qui, Scheiwiller, 2009 - Traduzione di Pietro Marchesani)

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L’attenzione al particolare conduce nelle ultime raccolte di Wisława Szymborska – in particolare Due punti del 2008 e Qui del 2009 – a uno stupore: così, davanti a una distesa di roccia bianca la poetessa polacca si sorprende a pensare al destino delle foramine, quei protozoi marini dal guscio grande fino a 14 cm presenti sulla Terra sin dal Cambriano che, fossilizzatisi, diedero origine a quelle distese sedimentarie.


FOTOGRAFIA © MIKE NORTON

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LA FRASE DEL GIORNO
La Natura, forse, deve ingannare, / e per riuscirci, e per provvedere, / comincia a pescare ciò che è affondato / nello specchio dell’oblio.
WISŁAWA SZYMBORSKA, Qui




Wisława Szymborska (Kórnik, 2 luglio 1923 – Cracovia, 1º febbraio 2012), poetessa e saggista polacca, insignita del Premio Nobel per la Letteratura nel 1996 “per una poesia che, con ironica precisione, permette al contesto storico e biologico di venire alla luce in frammenti d'umana realtà”.


domenica 19 dicembre 2021

Centenario di Ana Emilia Lahitte


Ana Emilia Lahitte, poetessa argentina, nasceva il 19 dicembre di cento anni fa. Esordì a vent’anni con i poeti della “Generazione degli Anni ’40” differenziandosi subito per il tema della morte nel suo significato universale: “Il polso arduo della bellezza ferita, la sua denuncia testimoniale, la sua universalità a terra. Il passaggio fu arduo, ma il clamore del suo significato era chiarissimo” disse in un’intervista. Il suo stile con gli anni va condensandosi, si fa più nudo, con il minimo di parole si contrappone all’abuso del discorso perpetuato dai mezzi di comunicazione nel tentativo di “sintetizzare la chiarezza esistenziale del complesso che l’uomo di oggi comporta, senza spogliarsi della radice ancestrale che lo sostiene”.

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DESERTI

Gli uomini blu
costeggiano le alte dune.

Non parlano di sete
con chi non la conosce.

Come cibo
condividono silenzi di sabbia.

Sembra che ci separino eterni
orizzonti.

Non sanno
che in loro vive un’altra sete.
Esangue
senza oasi.

Quella dei nostri deserti.

(da La notte e altre poesie, 1960)

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DOLCEZZA

Com'è ardua… com'è serena
questa tristezza
di essere finalmente sola
con l'ombra.

O già senza di essa.

(da Legno e trasparenza, 1962)

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Di Ana Emilia Lahitte sul Canto delle Sirene:

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LA FRASE DEL GIORNO
Abbiamo creduto di spopolare il silenzio / dando il nome a ogni cosa, incatenandola e incatenandoci /al suo significato. Senza renderci conto che ogni essere genera mondi brevi/ che fuggono verso la libera prigione dell'universo.
ANA EMILIA LAHITTE, Il tempo, questo deserto troppo vasto




Ana Emilia Lahitte (La Plata, 19 dicembre 1921 – 10 luglio 2013), poetessa e scrittrice argentina. Ha pubblicato 27 libri suddivisi tra poesia, narrativa, teatro e saggi. Ha collaborato con diversi ministeri alla diffusione della poesia argentina nel mondo.


sabato 18 dicembre 2021

Un senso di caldo


JOHN MONTAGUE

BENEDIZIONE

Un senso di caldo in questo posto.
Nell'aria invernale l'odore del raccolto.
Non serve alcuna forma di preghiera,
quando all'improvviso la grazia ci guida.
Naturalmente, cadiamo nel peccato.
Semplici umani, dimentichiamo che la luce
ci ha condotto qui, in questo posto.

(da Le poesie d’amore, 1992)

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Il poeta irlandese John Montague pone all’inizio delle sue Poesie d’amore questa benedizione, una specie di viatico alla raccolta: è chiaramente l’amore a dare un senso a tutto e la vita è un bilanciarsi tra la grazia e il peccato, la nostra umanità si manifesta e si eleva in quella luce: “Noi due ci siamo trovati / nell’amore come in una stanza illuminata / dove tutto è allegria e grazia umile”.

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RON HICKS, "INNAMORATI AL CAFFÈ"

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LA FRASE DEL GIORNO
L’inchiostro invisibile dell’amore, / la filigrana del cuore.
JOHN MONTAGUE, Le poesie d’amore




MontagueJohn Patrick Montague (Brooklyn, New York, 28 febbraio 1929 – Nizza, 10 dicembre 2016), poeta irlandese, è uno dei poeti anglofoni più noti della seconda metà del ‘900. Nel 1998 fu il primo a occupare la nuova Ireland Chair of Poetry, nel 2010 fu insignito della Legion d’Onore.


venerdì 17 dicembre 2021

Occhio tondo tra le sbarre


PAUL CELAN

GRATA DI PAROLE, III

Occhio tondo tra le sbarre.

Palpebra, sfarfallante animale,
voga verso l’alto,
fa passare uno sguardo.

Iride, natante, opaca e senza sogni:
sarà prossimo, il cielo, grigio-cuore.

Storta, nel beccuccio di ferro,
la scheggia fumigante.
Al senso che la luce prende
tu indovini l’anima.

(Fossi io come te. Tu come me.
Non sottostammo forse
al medesimo vento?
Siamo estranei.)

Pavimento. Sopra,
l’una accanto all’altra, le due
pozzanghere grigio-cuore:
due
bocconi di silenzio.

(da Poesie, Mondadori, 1998 - Traduzione di Giuseppe Bevilacqua)

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L’occhio di Paul Celan indaga – dopo Auschwitz - la condizione di sofferenza e compie una ricerca della realtà attraverso frammenti, puri segni grafici che si presentano come indizi, quasi come spezzoni di un film espressionista. È il tentativo del poeta di ritrovare l’uso delle parole attraverso la grata che le reclude, di recuperarle dopo la deportazione cui sono state sottoposte.

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VLADIMIR KUSH, "ECLISSE"

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LA FRASE DEL GIORNO
La poesia, essendo una manifestazione della lingua, e perciò per sua essenza dialogica, può essere un messaggio nella bottiglia, lanciato nella fiducia, certo non sorretta da ferma speranza, che la corrente la spinga comunque in qualche luogo, ad una terra; terra del cuore forse.
PAUL CELAN




Paul Celan, nato Paul Antschel (Cernauți, 23 novembre 1920 – Parigi, 20 aprile 1970), poeta rumeno di origine ebraica, nato nel capoluogo della Bucovina settentrionale, oggi parte dell'Ucraina. Tormentato da crisi di angoscia, dopo numerosi ricoveri in cliniche psichiatriche, si uccise gettandosi nella Senna.


giovedì 16 dicembre 2021

Da noi la neve è festa


ANGELO BARILE

NEVE

Da noi la neve è festa
rara. Quando sorprende
il paese che dorme
ci si risveglia attoniti, in un chiaro
ch’è d’altro cielo: una calma vacanza.
Tra barche che fan siepe
lungo la strada
come vanno alla spiaggia, il mare fuma
lontano – a tratti dagli orti uno sparo.
Esco un mattino in quel candore e vedo
– a un passo ma su un’isola di luce –
una fanciulla, fiore
della contrada,
che legge, ferma una lettera (giunta
da che paese colorato?).
Ignara
della gente per via,
e di me che la guardo, e della neve
che la incornicia,
legge e gli occhi le ridono. Li leva
a un punto, muove
verso quel punto le labbra, ecco parla,
con uno parla che lei sola vede
ode lei sola come nei miracoli.

Tanta neve è caduta
da allora! tanta neve
fradicia e pesta ho nel cuore. Non so,
veramente non so
da che angolo incolume mi ride
quella bambina.

(da Poesie, Scheiwiller, 1965)

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Il poeta Angelo Barile abitava ad Albissola Marina, località della provincia di Savona affacciata sul Mar Ligure e meta estiva di bagnanti: chiaro che la neve non vi è frequente e ogni volta che cade è una festa che trasforma in un presepio il paesaggio di palme e di spiagge. Ma protagonista di questi versi è il ricordo, lontano nel tempo, di una ragazzina che in un giorno di neve legge piena di gioia una lettera che la fa viaggiare lontano, verso un affetto distante – il padre, probabilmente – e ingenua si rivolge a quell’ombra di là dal mare commuovendo il poeta, che ne terrà nel cuore la memoria associandola alla neve.

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FOTO © MARCOEMME/FLICKR

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LA FRASE DEL GIORNO
A me piace la neve… Mi piace vedere il paesaggio coperto… tutto diventa bianco… È come se anche il mio cuore diventasse candido.

MASAKAZU KATSURA, Video Girl Ai




Angelo Barile (Albissola Marina, 12 giugno 1888 – Albisola Capo, 20 maggio 1967),  poeta italiano. Sottotenente di fanteria durante la Prima guerra mondiale, fu poi antifascista. La sua poetica, sullo sfondo dell’amato borgo marino, è fortemente influenzata dalla fede cattolica e quindi dalla sua visione profondamente religiosa della vita.

mercoledì 15 dicembre 2021

Georgina Herrera


Noi poeti / facciamo democrazia con l’intimità” aveva scritto la poetessa cubana Georgina Herrera, scomparsa a causa del Covid-19 lunedì all’Avana all’età di 85 anni: e la sua è infatti una poesia intimista e personale e, come nota la filologa Mirta Yánez, “rivela aspetti belli o terribili della quotidianità, con un'audacia che rasenta un'innocenza essenziale, senza abbandonare la lucidità di una sensibilità che sembra trarre da angoli oscuri e che chiarisce con semplicità e tenerezza”. La sua vita letteraria si è distinta anche per l'enfasi femminista e la consapevolezza razziale che hanno segnato il suo stretto rapporto con l'Africa e l'eredità dello schiavismo a Cuba.

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FOTOGRAFIA © AFRIBUKU

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GRANDE È IL TEMPO

Grande è il tempo da percorrere
come una strada
Se parti dal dolore
verso la felicità
Arrivi e prendi domicilio ma
non rimani, torni, irrimediabilmente,
al primo luogo, come se fosse
quello della tua origine, dove
hai perso qualcosa e lo cerchi instancabile
senza
sapere che cosa.

(da Grande è il tempo, 1989)

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REINCARNAZIONE

Come sarà se tu tornassi
e anch’io,
senza che sappiamo
che già fummo; senza un indizio.
Essere ancora, senza altro destino
che incontrarci così,
come se mai prima.

Voglio venirti incontro e che tu venga
in un lento cammino, come
tu solo sai.
Non avere altro destino
che quello solito.
Sorprenderci entrambi.

Non importa che paghiamo
debiti che ignoriamo,
ma che tu torni indietro
e venga da me, e, restando uniti,
amarci, mentre
diventa parole sulla mia pelle
il tuo stupore nello scoprirmi,
stupita anch’io.
Che tu mi conceda quello che già mi hai dato,
che ancora
mi prometta quello che hai mantenuto.

(da Gatti e lepri o il libro delle conciliazioni, 2010)

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Altre poesie di Georgina Herrera sul Canto delle Sirene:

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LA FRASE DEL GIORNO
La poesia è la guerra santa che combattiamo ogni giorno; i suoi piedi, sempre nudi, a terra, e la sua testa,  dal canto e dal fiore, fino alle stelle.
GEORGINA HERRERA, Gatti e lepri o il libro delle conciliazioni




Georgina Herrera (Jovellanos, 23 aprile 1936 – L’Avana, 13 dicembre 2021), scrittrice e poetessa cubana, autrice di romanzi, racconti, testi teatrali e serie televisive. Negli Anni ‘60 appartenne al gruppo El Ponte, represso dal regime castrista, che tentò di creare uno spazio per l’arte e la letteratura al di fuori del dominio ufficiale.


martedì 14 dicembre 2021

Le onde


ALEKSEJ TOLSTOJ

NON CREDERE

Non credere, mia cara, quando dico
che non ti amo più.
Quando la marea si ritira non credere al mare -
Ritornerà ancora.

Già ti bramo e la passione mi riempie,
così ti consegno ancora la mia libertà.
Già le onde ritornano con grida e con gioia
a riempire la stessa amata spiaggia.

(da Il peccatore, 1858)


L’eterna dicotomia tra ragione e sentimento, tra mente e cuore è in questi versi del poeta russo Aleksej Tolstoj che il compositore Pëtr Il'ič Čajkovskij trasformò nella prima delle sei romanze per voce e piano dell’Opera numero 6. La sola cosa costante, nel continuo alternarsi di maree tra passione e razionalità, è l’amore.

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FOTOGRAFIA © TOPER DOMINGO/PIXNIO

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LA FRASE DEL GIORNO
L'amore è mutevole come le onde del mare.
ALEKSEJ TOLSTOJ




Aleksej Kostantinovič Tolstoj (San Pietroburgo, 5 settembre 1817 – Krasnyj Rog, 10 ottobre 1875), scrittore, poeta e drammaturgo russo, cugino di secondo grado di Lev Tolstoj. La sua poesia, molto varia, è amorosa, dedicata alla lirica della natura o a composizioni  filosofiche e teologiche.


lunedì 13 dicembre 2021

Il lavoro sporco


KARMELO C. IRIBARREN

FAX AI POETI

Non preoccupatevi.
continuate
ad addobbare
i vostri fottuti alberi
di Natale.

Farò io
il lavoro
sporco.

(da Serie B, 1999)

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Se la poesia è “uno sporco lavoro ma bisogna pur che qualcuno la faccia” allora a questo servono i poeti, anche quelli “maledetti” alla Bukowski come Karmelo C. Iribarren: perché la poesia non omologa, ma è la vera voce del mondo, quella della coscienza, il Grillo Parlante inascoltato, quello che, come scrisse Ungaretti, “incomincia a trasgredire tutte le leggi” e ci aiuta a sentire, a capire.

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FABIAN PEREZ, "UOMO AL BAR VII"

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LA FRASE DEL GIORNO
C'è qualcosa nella poesia che forse è ciò che rende la poesia ciò che è. Non si può definire con grande precisione. Non sai davvero perché un poeta ti interessa molto e un altro non ti interessa affatto. Ci saranno affinità, non solo nella forma, nell'espressione o nell'argomento, perché in questo tendono ad essere molto simili. C'è qualcosa nella poesia che sorge dalla poesia, sorge in un modo o nell'altro.
KARMELO C. IRIBARREN, JotDown, Dicembre 2017




IribarrenKarmelo C. Iribarren (San Sebastián,  19 settembre 1959), è un poeta spagnolo, autodidatta. Associata al “realismo sporco” di Bukowski e Carver, in realtà la sua è una poesia più minimale, molto spesso frutto di osservazione della strada e dei bar, che l’ha fatta definire “realismo pulito” e “poesia di esperienza”. Tra le sue raccolte poetiche Serie B, Dal fondo del bar, Ondata di gelo, Attraversando la notte, La pelle della vita.


domenica 12 dicembre 2021

Il dare e l’avere


FERNANDO BANDINI

IL MONDO È VASTO

Il mondo è vasto e il verso meschino,
scroscia la pioggia e l’ombrello è bucato.
Si succedono i giorni
ma sottile è il quaderno
dove annotiamo il dare e l’avere.
Urgono molte lacrime
e gli occhi restano asciutti.

Parole usate attendono
che si scuota l’ozio dei poeti
ma la grandezza è assente da cent’anni.
Si aprono e si chiudono finestre,
si accendono stelle e si spengono
e il tempo non ha senso per i più.

I ragazzi corrono alle spiagge,
nuotano in caldo mare,
ma non rivelano ad altri il segreto
della loro stordita gioventù.
Per questo i vecchi invecchiano
con la morte davanti
senza sentire la vita alle spalle,
e i giovani invecchiano a un tratto
in un giorno di temporale
che trasforma in macchie di fango
la calda polvere estiva.

Le donne fanno figli,
si piegano su loro come api
su fiori nuovi.
Altri uomini muoiono
e la loro lapide si copre
di terriccio e di edera,
ma il cuore non si fa la sua ragione.

E l’inverno ha appena
reso vetro l’aria
e nevicato il pettine dei carpini
che le torri venete
già battono i rintocchi dello sgelo.

(da In modo lampante, Neri Pozza, 1962)

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Per Fernando Bandini la testimonianza del tempo “deve nascere da microcosmi sommessi, dagli angoli dell’esistenza nei quali si sprigiona d’improvviso una luce perentoriamente definitoria sull’eone che ci avvolge”. [Eone è l’unità di tempo geologico superiore all’era, quindi misurabile in alcune migliaia di milioni di anni, NdR]. Quei microcosmi citati in Ragioni della poesia si manifestano in questi versi con tutta la loro normale quotidianità, con la loro familiarità, con il loro minimalismo.

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MIHAI CRISTE, "IL NAUFRAGIO DEL TEMPO"

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LA FRASE DEL GIORNO
Ci si imbatte nella verità poche volte come, camminando scalzi, in un coccio tagliente.
FERNANDO BANDINI, Memoria del futuro




Fernando Bandini (Vicenza, 30 luglio 1931 - 25 dicembre 2013),  poeta, scrittore e docente italiano di stilistica e metrica presso l'Università di Padova. Aveva la capacità di scrivere non solo in italiano ma anche nel dialetto vicentino e in latino, lingua che aveva appreso nonostante non avesse praticato studi classici.


sabato 11 dicembre 2021

Per risalire alle sorgenti


EUGÉNIO DE ANDRADE

SCRIVO

Scrivo ormai con la notte
in casa. Scrivo
del mattino in cui ascoltavo
il mormorio della calce o della fiamma,
ed eri tu soltanto
a dire il mio nome.
Scrivo per portare alle labbra
il sapore delle prime
labbra che ho baciato tremante.
Scrivo per risalire
alle sorgenti.
E nascere di nuovo.

(da I solchi della sete, 2001– Traduzione di Emma Scoles)

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Risalire alla sorgente: è questo lo scopo di tutta la poesia di Eugénio de Andrade, tornare alle origini attraverso la forza vivificante del canto – la calce e la fiamma di questi versi – gustando “parole che sappiano di terra, di acqua, dei frutti del fuoco d’estate, di barche nel vento (…) parole levigate come ciottoli, ruvide come pane di segale (…) parole che odorino di fieno e polvere, di argilla e limone, di resina e sole (…) parole rumorose di sangue, raccolte nello spazio luminoso dell’infanzia, quando  il tempo era pieno, rotondo, scintillante, parole necessarie per conservare ancora gli occhi aperti al mare, al cielo, alle dune, senza vergogna, come se l’innocenza potesse ancora abitare di tanto in tanto i miei giorni”. Perché “le parole sono la nostra salvezza”.

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ROB GONSALVES, "ACQUE DANZANTI"

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LA FRASE DEL GIORNO
Concepisco la parola poetica come uno sforzo di tutto l’essere.
EUGÉNIO DE ANDRADE, Volto precario




Eugénio de Andrade, pseudonimo di José Fontinhas Rato (Póvoa do Atalaia, 19 gennaio 1923 – Porto, 13 giugno 2005), poeta e scrittore portoghese, tradusse García Lorca, Borges, Saffo e Ritsos. Della sua opera José Saramago disse che è una "poesia del corpo cui si arriva attraverso una depurazione continua”.


venerdì 10 dicembre 2021

Una casa da nulla


ALFONSO GATTO

VIVI

Una casa da nulla, ma ragazza alle persiane
e il meriggio era dolce di vivere,
d’aver speranze e paure.

Il meriggio era vapori che lavorano
e gli uomini del canale
che mostrano il bianco degli occhi, ma vivi.

Una casa da nulla pareti accostate
fragile ma viva,
e sera che lascia aperta la porta
e s’ode la fontanina
s’ode la lampada apparsa sulla tovaglia.

Non venga la notte, non venga la morte
degli oziosi re di pietra,
non venga la legge delle paure.
Chi vive è leggero,
è stanco in tutto il mondo.

Chi vive è senza gloria.

(da Amore della vita, 1944)

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Un rigoglioso desiderio di vita permea questa poesia di Alfonso Gatto scritta a Milano nell’inverno del 1944, mentre intorno infuriava più crudelmente la guerra con la sua “legge delle paure” e i “re di pietra” immortalati nelle statue. Eppure brilla ancora quel “credere alle cose”, quella felicità di poco nel ritrovare, come scrive lo stesso Gatto “i disperati segni del vedere, del ricordare, del connettere (…) come lumi di convivenza accesi nella notte che tornava a farsi tepida e umana”.

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FOTOGRAFIA © STEPHEN SPILLER

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LA FRASE DEL GIORNO
O sera umana di noi raccolti / uomini stanchi uomini buoni, / il nostro dolce parlare / nel mondo senza paura.
ALFONSO GATTO, Amore della vita




Alfonso Gatto (Salerno, 17 luglio 1909 – Orbetello, 8 marzo 1976), poeta e scrittore italiano. Ermetico, ma di confine, giornalista e pittore, insegnante di Letteratura all'Accademia di Belle Arti, collaboratore di “Campo di Marte”, la sua poesia è caratterizzata da un senso di morte che si intreccia al vivere.


giovedì 9 dicembre 2021

Un’equazione


ANISE KOLTZ

NESSUNA LEGGENDA

Nessuna leggenda
mi appartiene

Nessuno finirà
la mia storia

Il mio passato
senza ritorno
si mischierà alla terra

Tutta questa vita
un’equazione
che resta da dimostrare

(da Sonnambula del giorno, 2016)

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Tutto è incertezza e astrazione. La poetessa lussemburghese Anise Koltz con il suo stile conciso e tagliente lo ribadisce spesso: il mondo altro non è che un chiaroscuro, l’ombra è il mondo dell’interiorità, l’inconscio, la memoria, l’ignoto imperscrutabile dai pensieri: “Avanzo senza rete / di stella in stella / attraversando i buchi neri / salto dalle lune ai soli”. Non è stata ancora trovata la formula che risolva l’equazione, forse non lo sarà mai.


MAN RAY, "GIULIO CESARE"

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LA FRASE DEL GIORNO
È soltanto ai solitari / che l’universo / spalanca le sue porte.
ANISE KOLTZ, Galassie interiori




Anise Koltz (Eich, 12 giugno 1928), poetessa lussemburghese. Di origini ceche, tedesche, inglesi e belghe, iniziò a pubblicare in tedesco per poi divenire una delle principali scrittrici in lingua francese. Al suo attivo ha anche dei racconti per bambini e numerose traduzioni.


mercoledì 8 dicembre 2021

Una città di aragoste


ROBERT LOWELL

ACQUA

Era una città di aragoste nel Maine…
Ogni mattina battelli carichi di braccia
partivano per le cave
di granito delle isole,

lasciando decine di cupe
case di legno bianche incollate insieme
come i gusci d'ostrica
sulla collina sassosa,

e sotto di noi il mare lambiva
il labirinto rudimentale
di fiammiferi della diga,
dove venivano pescati i pesci da esca.

Ricordi? Sedevamo su una lastra di pietra.
Da questa distanza di tempo
sembra avere il colore dell'iride
marcisce e diventa sempre più viola,

ma era solo
la tipica roccia grigia
che acquista il tipico verde
quando è inzuppata dal mare.

Il mare inzuppava la roccia
ai nostri piedi tutto il giorno
e continuava a indebolirla
strato per strato.

Una notte hai sognato
che eri una sirena aggrappata al molo
e cercavi di scrostare
i cirripedi con le mani.

Ci auguravamo che le nostre due anime
potessero tornare come gabbiani
alla roccia. Alla fine,
l'acqua era troppo fredda per noi.

1964

(da For the Union Dead, 1964)

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È certamente un ricordo – il poeta statunitense Robert Lowell più volte lo ribadisce rivolgendosi alla sua interlocutrice, la donna con cui condivise una profonda amicizia a partire dal 1947, la poetessa Elizabeth Bishop. Tra i due non ci fu solo uno scambio di commenti sulle rispettive opere, ma addirittura un’aperta influenza reciproca, come annotato nelle numerose lettere e nel diario di lui. È quella poesia intima che configura una sorta di autoanalisi, così tipica di Lowell: uno stato d’animo di serena reminiscenza che rivela comunque un’insoddisfazione della memoria.

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FOTOGRAFIA © ALAN SCHMIERER/FLICKR

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LA FRASE DEL GIORNO
Noi siamo quello che amiamo.

ROBERT LOWELL, Il delfino




Robert Traill Spence IV Lowell (Boston, 1º marzo 1917 – New York, 12 settembre 1977), poeta e saggista statunitense, è considerato il fondatore della poesia confessionale. Vincitore di due Premi Pulitzer per la poesia, è stato designato poeta laureato dalla Biblioteca del Congresso nel 1946.