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martedì 31 ottobre 2023

Un uomo infelice


LI YU

MALATTIA D’AMORE

I suoi capelli: legati con un nastro
e fermati con una spilla di giada;
Le sue vesti svolazzanti,
soffici e leggere;
Tra le sue sopracciglia
una piccola ruga.

Ottobre: ​​troppo vento
accompagnato dalla pioggia
picchia su due o tre
palme.
Un uomo infelice
in una notte senza fine.

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Due strofe per due momenti e due punti di vista in questa poesia di Li Yu, sovrano dello stato Tang meridionale nel X secolo. La prima è una scena interna, è il pensiero dell’amata lontana che esplode nella mente dell’innamorato con tutta la sua bellezza e la sua dolcezza. La seconda è una visione esterna di quell’uomo, come in una scena cinematografica che parta da un campo lungo a inquadrare il paesaggio autunnale per arrivare al primo piano sull’uomo che soffre per amore.

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JIANG GUO FANG, DALLA SERIE "CITTÀ PROIBITA"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

E tu sai cosa?  / Ogni volta che arriva la sofferenza, / questo desiderio di essere vicini, se lontani / , o di essere più vicini, se vicini.
VINÍCIUS DE MORAES, Orfeu da Conceição 

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Li Yu  prima del 961 noto come Li Congjia e noto anche come Li Houzhu (937 - 15 agosto 978), poeta cinese. Terzo sovrano dello stato Tang meridionale durante il periodo delle Cinque Dinastie e dei Dieci Regni della Cina imperiale.  Sviluppò la poesia ci ampliandone la portata dall'amore alla storia e alla filosofia.


lunedì 30 ottobre 2023

Maruja Vieira


Per me la poesia accoglie la verità, il senso della vita e delle parole . E, soprattutto, unisce i popoli." Così definiva l'essenza della poesia Maruja Vieira, una delle poetesse più importanti del ‘900 colombiano, scomparsa il 28 ottobre alla soglia dei 101 anni. Lo scrittore Antonio María Florez, amico e allievo, ha commentato: “Maruja Vieira trascenderà come poetessa per i suoi versi chiari, semplici e intimi, perché la sua opera è sempre stata la cronaca sentimentale della sua vita e del paese, dell’emozione e dello straniamento. Senza dubbio, la poetessa più rilevante nella storia di Caldas e della Regione del Caffè e una delle donne più influenti tra gli intellettuali colombiani degli ultimi decenni dal punto di vista giornalistico e poetico”.

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FOTOGRAFIA © BANREPCULTURAL

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MAGRITTE

1897-1967

Magritte
viveva in questa strada.

Qui volano
gli uccelli di pietra
e le nuvole
si riposano
sull'erba.

Fiamme musicali
incendiano i tetti.

Magritte viveva qui
a Bruxelles
con il suo amore,
suo cavalletto
e il suo cane.

Poiché era così felice,
non voleva compiere
settant'anni.

E decise di dipingere
l'immagine surreale
della morte.

(da I nomi dell’assenza, 2006)

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IL RAGAZZO DEL CAMERUN

Il ragazzo del Camerun
si è perso nella nebbia
della stazione francese.
L'alba primaverile
sollevava
presenze trasparenti
che danzavano
sulle pareti del vagone:
erano i sogni
del ragazzo nero
che non entravano
nella piccola valigetta.
I sogni
lasciati indietro
perché non pesassero
sulla speranza.
Sogni orfani
che lo avevano
accompagnato dall'Africa.
Alberi di cacao,
foreste di ebano,
palme, laghi...
Una montagna,
il vento di Guinea...
Il treno ripartì.
Una parola
echeggiava nella marcia:
Douala…Douala…Douala…*

*Città del Camerun

(da Tempo di vivere, 1990)

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Altre poesie di Maruja Vieira sul Canto delle Sirene:

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   LA FRASE DEL GIORNO   

La poesia è un elemento permanente nella nostra vita, è arrivata perché voleva arrivare ed è lì perché continuiamo ad usarla per esprimere i nostri sentimenti.
MARUJA VIEIRA, El Espectador, Luglio 2022

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Maruja Vieira,  pseudonimo di María Vieira White (Manizales, 25 dicembre 1922 – Bogotá, 28 ottobre 2023),  poetessa e giornalista colombiana. "Battezzata" così da Pablo Neruda,  ha pubblicato quindici libri di poesia, uno in prosa, e diverse colonne su vari giornali colombiani e venezuelani. Il suo lavoro evoca la sua città natale e la sua infanzia; la figura di persone care e di amici.


domenica 29 ottobre 2023

In armonia


JOHN ASHBERY

CERTI ALBERI

Questi sono stupefacenti: accosto
ciascuno al vicino, come se il discorso
fosse una messa in scena silente.
Dandoci stamane casualmente

appuntamento così tanto via
dal mondo quanto in armonia
con esso, io e te
siamo d’improvviso ciò che

gli alberi cercano di dirci
che siamo: che il loro mero esserci
ha significato; che potremo toccare
presto, e amare e spiegare.

E lieti di non avere inventato
noi tale grazia, ne siamo circondati:
un silenzio già colmo di rumori,
una tela su cui affiori

un coro di sorrisi, d’inverno, un mattino.
Posti in una luce sconcertante, e in cammino,
i nostri giorni indossano una tale reticenza
che questi accenti paiono la loro
stessa resistenza.

(da Certi alberi, 1956, - Traduzione di Damiano Abeni e Moira Egan)

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"Se vuole essere fedele alla natura in questo mondo, deve accettare strane giustapposizioni di immagini, singolari associazioni di idee" scriveva W.H. Auden a proposito di Certi alberi del poeta statunitense John Ashbery:  una coppia assorbita dalla meraviglia della natura tanto da perdere d'occhio se stessi e  farsi completamente avvolgere dall'ambiente boscoso circostante.

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FOTOGRAFIA © ZEINAB GHASSEMI/PEXELS

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Non considero la poesia un'opera chiusa. Sento che continua a succedere nella mia testa e ogni tanto interrompo qualcosa.
JOHN ASHBERY

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John Lawrence Ashbery (Rochester, New York, 28 luglio 1927 - Hudson, New York, 3 settembre 2017), poeta statunitense.  Le sue opere sono caratterizzate da una sintassi fluida, spesso disgiuntiva; ampio gioco linguistico, spesso intriso di notevole umorismo; e un tono prosaico, a volte piatto o parodico disarmante. Il gioco della mente umana è l'argomento di moltissime delle sue poesie.


sabato 28 ottobre 2023

Metamorfosi improbabili


NIKOS KARÙZOS

ALIENAZIONE NELLA VISIBILITÀ

Come Zeus per dare sfogo alla sua lascivia
ha fatto ricorso ogni volta che ha voluto a metamorfosi improbabili
— grande mascalzone —  io dico che anche il poeta
ha lo stesso diritto. Continua a cambiare
maschere sul suo volto impenetrabile. In un mondo o nell'altro
la lingua è lascivia dell'Essere.

(da Manutenzione dell’ascensore, 1986)

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La poesia del greco Nikos Karùzos  è sempre stata filosofica e mistica, all’interno di un esistenzialismo cristiano ortodosso che tenta di superare i limiti dell’io meditando sui tormenti e sulle disfatte umane. Il poeta, nella sua visione, è – al pari di Zeus con le sue amanti – in grado di mutare forma, almeno esternamente, nel raccontare la realtà e i suoi misteri.

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FOTOGRAFIA © RACH TEO/UNSPLASH

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   LA FRASE DEL GIORNO   

La poesia si allarga sempre. L'ebbrezza non è altro che questo.
NIKOS KARÙZOS

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Nikos Karùzos (Nauplia,  17 luglio 1926 – Atene, 28 settembre 1990), poeta della prima generazione del dopoguerra. La sua poesia, caratterizzata come filosofica, religiosa, mistica, si distingue per un traboccamento esistenziale, che la spinge  verso la fusione con l'universo sensibile.

venerdì 27 ottobre 2023

Cos’è il bicchiere


GIORGIO CAPRONI

SQUARCIO

Viltà d’ogni teorema.
Sapere cos’è il bicchiere. 

Disperatamente sapere
che cosa non è il bicchiere,
le disperate sere
quando (la mano trema,
trema) nel patema

è impossibile bere.

(da Il conte di Kevenhüller, Garzanti, 1986)

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Cominciamo da un appunto tecnico considerando la bellezza delle rime: due sole, in -ema e in -ere , che si ripetono. Ma la parte saliente di questa tarda poesia di Giorgio Caproni è senza dubbio la consapevolezza dell'incapacità umana di comprendere l'esistenza, che altrove appare nei testi caproniani: "Guardava il bicchiere. Fisso./ Quasi da ridurlo in schegge. / Sapeva che il bicchiere dura / più di chi in mano lo regge?"


FOTOGRAFIA © ANGELO ABEAR/UNSPLASH

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   LA FRASE DEL GIORNO   

L’uomo che nel buio è solo / a bere: che non ha / nessuno, nell’oscurità, / cui accostare il bicchiere.
GIORGIO CAPRONI, Congedo del viaggiatore cerimonioso

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Giorgio Caproni (Livorno, 7 gennaio 1912 – Roma, 22 gennaio 1990), poeta, critico letterario e traduttore italiano. Partito come preermetico attirato da uno scabro espressionismo, approdò a un ermetismo rivestito di un impressionismo idillico. Nella sua poesia canta soprattutto temi ricorrenti (Genova, la madre e Livorno, il viaggio, il linguaggio), unendo raffinata perizia metrico-stilistica a immediatezza e chiarezza di sentimento.


giovedì 26 ottobre 2023

Cielo rovesciato


MARIE-CLAIRE BANCQUART

SOTTO I TUOI PIEDI GLI UCCELLI

Cielo rovesciato
nella pozzanghera, sei tu
che giaci su di esso.

Sotto i tuoi piedi gli uccelli
inseguono le ombre.

Non sei più abbandonato.

L'albero disegna
           intorno a te
           l’essenza della tua vita.

Il corpo attraversato da un volo
vibra di foglie.

Passa tutto l'albero.

Sta arrivando la notte
le stelle girano nelle nostre feritoie.

Siamo una cosa sola. Non sappiamo più distinguere il nostro corpo dalle stelle.

(da Con la morte, quarto d’arancio tra i denti, 2005)

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Un cielo color pietra / avvolge le case / fino al grigio profondo del mare. // Gli uccelli volano nitidi / su questo paesaggio dai dolci contrasti / che profuma d'autunno e della delicatezza del Nord” scrive la poetessa francese Marie-Claire Bancquart in Chi viene da lontano. Quel cielo nordico che sovrasta l’albero-poeta, riflesso in una pozzanghera diventa terra in una sorta di riconciliazione tra la realtà e la parola poetica.

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IMMAGINE © BING IMAGE CREATOR

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   LA FRASE DEL GIORNO   

La poesia non è più difficile di altri generi letterari. È diversa: è una lingua nella lingua.
MARIE-CLAIRE BANCQUART, Poezibao, 25 gennaio 2006

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Marie-Claire Bancquart, nata Chauvet ( Aubin, 21 luglio 1932 – Parigi, 19 febbraio 2019), poetessa, scrittrice, saggista e critica letteraria francese. La  sua poesia ha una natura viscerale, che spesso esplora l'interno del corpo umano come mezzo per esplorare le emozioni e l'umanità.


mercoledì 25 ottobre 2023

Per il deluso autunno


ANDREA ZANZOTTO

COLLOQUIO

Ora il sereno è ritornato le campane suonano per il vespero ed io
le ascolto con grande dolcezza. Gli ucelli cantano festosi nel cielo
perché? Tra poco e primavera i prati meteranno il suo manto verde,
ed io come un fiore appasito guardo tutte queste meraviglie.
Scritto su un muro in campagna

Per il deluso autunno,
per gli scolorenti
boschi vado apparendo, per la calma
profusa, lungi dal lavoro
e dal sudato male.
Teneramente
sento la dalia e il crisantemo
fruttificanti ovunque sulle spalle
del muschio, sul palpito sommerso
d’acque deboli e dolci.
Improbabile esistere di ora
in ora allinea me e le siepi
all’ultimo tremore
della diletta luna,
vocali foglie emana
l’intimo lume della valle. E tu
in un marzo perpetuo le campane
dei Vesperi, la meraviglia
delle gemme e dei selvosi uccelli
e del languore, nel ripido muro
nella strofe scalfita ansimando m’accenni;
nel muro aperto da piogge e da vermi
il fortunato marzo
mi spieghi tu con umili
lontanissimi errori, a me nel vivo
d’ottobre altrimenti annientato
ad altri affanni attento.

Sola sarai, calce sfinita e segno,
sola sarai fin che duri il letargo
o s’ecciti la vita.

Io come un fiore appassito
guardo tutte queste meraviglie.

E marzo quasi verde quasi
meriggio acceso di domenica
marzo senza misteri

inebetì nel muro.

(da Vocativo, 1957)

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Il colloquio è quello che avviene a distanza tra il poeta veneto Andrea Zanzotto e un anonimo illetterato che ha lasciato una scritta su un muro: in quella frase Zanzotto, che sta passeggiando nella campagna che va vestendosi d'autunno, avverte la poesia, il desiderio di un'eterna primavera, così lontana dall'ottobre in cui si trova immerso.

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FOTOGRAFIA © LARISA KOSHKINA/PUBLIC DOMAIN NET

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Attraverso l’autunno / ecco il tuo segmentarti / in sale e istanti / in memoria e sapore.
ANDREA ZANZOTTO, Vocativo

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Zanzotto_AndreaAndrea Zanzotto (Pieve di Soligo, 10 ottobre 1921 – Conegliano, 18 ottobre 2011), poeta italiano tra i più importanti del secondo Novecento. La sua poesia, che scava profondamente nella materia linguistica, è legata alle tracce e alle memorie del suo paese natio: "Qui non resta che cingersi intorno il paesaggio”.


martedì 24 ottobre 2023

Centenario di Denise Levertov


“Dignità, riverenza e forza sono parole che vengono in mente quando si cerca di caratterizzare... uno dei poeti più rispettati d'America", ha scritto Amy Gerstler a proposito di Denise Levertov, nata il 24 ottobre del 1923,  poetessa inglese figlia di un ebreo russo convertitosi al cristianesimo e divenuto addirittura pastore anglicano. Ma varia è stata la sua gamma poetica, dall’esordio a 12 anni con testi inviati a T.S. Eliot fino alla sua vita americana, iniziata nel 1948 al seguito del marito Mitchell Goodman. Fu affascinata dai poeti della Black Mountian e poi dalla Beat Generation, ma rimase sempre voce indipendente, “impegnata nell’osservazione acuta e nel coinvolgimento con la terra, in tutta la sua bellezza, mistero e dolore”.

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IL SEGRETO

Due ragazze scoprono
il segreto della vita
in un verso improvviso di
poesia.

Io che non conosco il
segreto ho scritto
quel verso. Mi hanno
detto

(tramite una terza persona)
di averlo trovato
ma non sapevano cosa fosse
e nemmeno

quale fosse il verso. Certamente
adesso, dopo più di una
settimana, hanno dimenticato
il segreto,

il verso, il nome della
poesia. Le amo
perché hanno trovato quello
che io non riesco a trovare,

e perché mi amano
per il verso che ho scritto,
e perché l’hanno dimenticato
così che

per mille volte, finché la morte
non le scova, potranno
nuovamente scoprirlo, in altri
versi

in altri
eventi. E per
il desiderio di conoscerlo,
per

aver creduto che questo
segreto esiste, sì,
per questo
soprattutto.

(da Gustate e vedete, 1964 – Traduzione di Paola Splendore)

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PROSPETTIVE

Le alpi dell'alba,
il serpente immobile del
fiume addormentato
nel suo grande letto,

per esemplificare qualcosa che desideriamo nella nostra
stessa natura.

O altri dieci chilometri
più sotto la nostra silenziosa prontezza di falco

                                             il mare
                                              che si sveglia.

E quando
scendiamo verso terra i tetti
sono fatti di tegole,
e vi camminano
sopra le colombe,

e piccoli cespugli
diventano alberi che fanno ombra.

(da La danza del dolore, 1967)



   LA FRASE DEL GIORNO   

Desidero poesie di armonia interiore in netto contrasto con il caos in cui esistono. Nella misura in cui la poesia ha una funzione sociale , è quella di risvegliare i dormienti con mezzi diversi dallo shock.
DENISE LEVERTOV, The New American Poetry, 1960




Denise Levertov (Ilford, 24 ottobre 1923 – Seattle, Washington, 20 dicembre 1997), scrittrice e poetessa britannica naturalizzata statunitense. Il legame profondo con l'imagismo e le tecniche di Pound, l'adesione alla poetica dell'esperienza di W. C. Williams e dei suoi epigoni del Black Mountain si decantarono nella sua poesia in un armonioso, singolare equilibrio tra suggestioni mitiche e richiami al concreto.


lunedì 23 ottobre 2023

Illusioni d’amore


CARLOS PEZOA VÉLIZ

CARTOLINA

a Elvirita Rocuant

L'amore è la gloria della vita,
la virtù dell'amore è il candore;
c'è virtù nell'anima di chi annida
illusioni d'amore:
trattieni dunque nella tua età fiorita,
anima, virtù, illusione e amore.

(da Anima cilena, 1912)

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Esistenziale e popolare: così è definita la poesia di Carlos Pezoa Véliz, poeta cileno autodidatta. Si rivolge ad una comprensione del destino umano e vi immette una nota passionale forse ancora di origine romantica, ma vibrante di una malinconica sensibilità.

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PAUL BOND, "L'ILLUSIONE DEL TURBAMENTO AMOROSO"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Il poeta lancia in aria i suoi versi vocianti.
CARLOS PEZOA VÉLIZ, Anima cilena

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Carlos Pezoa Véliz, pseudonimo di Carlos Enrique Moyano Jaña (Santiago, 21 luglio 1879 – 21 aprile 1908), poeta e giornalista autodidatta cileno. Rappresentante delle radici e della voce del popolo cileno, sfidò il modello modernista con un'opera indipendente dalle mode, ribelle, ironica e sensibile alla realtà degli emarginati.

domenica 22 ottobre 2023

Dietro la memoria


TAKIS VARVITSIOTIS

PASSATO

Te ne sei
andata e gli specchi sono spenti

Ricordo ancora
la tua mano
che cercava il sole

Mancava solo
un autunno
una nebbia lontana
il lamento della grondaia

E quando
scende la notte una pioggia di stelle
splendenti

Dietro la memoria

(da Prime poesie, 1941)

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La voce nostalgica della memoria compare spesso nelle poesie di Takis Varvitsiotis: “Un cerchio immenso dove affondano gli anni / Un cerchio immenso dove affondano le stelle”. Qui divampa malinconicamente dolce e triste nel ricordo come una pioggia di stelle.

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ILLUSTRAZIONE © ALPHACODERS

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Lo specchio cerca una luce perduta.
TAKIS VARVITSIOTIS

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Takis Varvitsiotis (Salonicco, 1916 - 1° febbraio 2011), poeta greco. Avvocato, pubblicò le sue prime poesie nel 1936. Fu anche un illustre saggista e traduttore di opere di celebri poeti francesi, spagnoli e latinoamericani: la sua poesia è lirica e perspicace, con influenze del neosimbolismo e del surrealismo francese di Éluard e Reverdy.


sabato 21 ottobre 2023

Solo il poeta può dirlo


EMANUEL GEIBEL

GIORNATE SOLEGGIATE DELL’AUTUNNO

Giornate soleggiate dell'autunno,
Giorni che mi renderanno intero
Quando un balsamo per le ferite che sanguinavano
Scende in silenzio sull'anima!

Amare le ore per rimuginare
In silenzio, riposo benefico,
E con un movimento più tranquillo
Solleva ora il seno laborioso.

Per riposare dall'impegno del mondo,
Costruire sulla base profonda dell'anima -
Questa è la mia unica brama,
Nel silenzio dell'amore per lo sguardo.

Sulle colline, attraverso le valli, vago
Dove chiamano i dolci richiami
Seguendo ogni chiaro raggio di sole,
Caso rovente o infantile.

Lì dove girano le foglie,
Io rastrello con orecchio riverente;
Tutto ciò che sta crescendo o morendo,
Sbiadendo o fiorendo, ho sentito.

Beato, imparo la mia lezione
Come attraverso l'ampiezza del mondo
Materia e spirito insieme
La loro concordia è eterna.

Cosa soffia nella foresta frusciante,
Prende vita dal sole e dalla pioggia,
È un simbolo di verità immortale
All'anima che può leggerlo chiaramente.

Ogni più piccolo piano che sboccia
Con il profumo della sua nascita
Tiene nella sua tazza il segreto
Di tutta la misteriosa terra.

Guarda giù dalle scogliere in silenzio,
Parla nel lungo mare delle onde -
Ma tutto il suo meraviglioso significato
Solo il poeta può dirlo.

(da Juniuslieder, 1854)

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“Solo il poeta può dirlo”, con la sua sensibilità e la sua attività quasi profetica: al termine di nove quartine giunge la verità di Emanuel Geibel, poeta tardoromantico tedesco. La natura e il mondo autunnale  sono quasi una cura con la loro dolcezza che sembra compensare i futuri rigori invernali: è tempo meditativo e contemplativo, tempo di riflessione sospeso tra la malinconia e la calma. Il segreto del mondo altro non è che il ripetersi delle stagioni con i loro cicli di crescita e decadimento, fioritura e appassimento.

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FOTOGRAFIA © WALLPAPER CAVE

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Non importa quanti inganni ho vissuto / Nella vita e nell'amore, / Sei sempre con me, natura, / Mi sei rimasta fedele.
EMANUEL GEIBEL, Canzoni dei tempi vecchi e nuovi




Emanuel Geibel (Lubecca, 17 ottobre 1815 – 6 aprile 1884), poeta tedesco. Epigono del tardo romanticismo, vicino alla corte di Massimiliano II di Baviera, scrisse anche numerose poesie politiche che inneggiavano all’unificazione della Germania con la Prussia. Esperto di culture classiche, tradusse dal greco e dal latino.


venerdì 20 ottobre 2023

Un lago di smeraldo


HANSHAN

IL MIO CUORE È COME LA LUNA D'AUTUNNO

Il mio cuore è come la luna d'autunno
un lago di smeraldo - puro, limpido e luminoso.

Niente vi può essere paragonato;
dimmi, come si può spiegare?

(da Montagne fredde)

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La luna è il mezzo per la conoscenza metafisica nelle poesie di Hanshan, oscuro poeta cinese del IX secolo: alla fine esiste solo una cosa, ed è quel cuore puro e immutabile, che contiene tutte le cose e le riflette come un lago verde racchiude la luna.

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IMMAGINE © BING IMAGE CREATOR

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Nessuna direzione è migliore o peggiore, / l’Est vale quanto l'Ovest. / Coloro che ne conoscono il significato / sono liberi di andare dove vogliono.
HANSHAN, Montagne fredde

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Hanshan (IX secolo), figura buddhista e taoista cinese associata a una raccolta di poesie della dinastia  Tang. Nessuno sa chi fosse, quando visse e morì, e neppure se sia realmente esistito. Poco si sa del suo lavoro, poiché era un eremita che viveva in una regione remota e le sue poesie erano scritte sulle rocce delle montagne che chiamava casa.

giovedì 19 ottobre 2023

Le panchine gialle di foglie


DARIA MENICANTI

PENSIONATI

Ho ritrovato le panchine gialle di foglie
la piazza con le sue zuffe di vento e la pigrizia
dei pensionati su e giù per lo slargo
a spiare ogni poco di tasca
le loro cipolle di smalto.
In alto ho veduto nel cielo quadrato le nuvole sfarsi
assiduamente in sempre nuove compagne.
L’autunno è molte cose, ma soprattutto queste foglie
che cadono senza capire e nuvole in viaggio
e gente di fame che sosta quaggiù
per appena quel tanto.

(da Ferragosto, Lunarionuovo, 1986)

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"L'autunno è molte cose" dice la poetessa piacentina Daria Menicanti, ma è soprattutto nelle foglie che cadono, nella similitudine con i cicli della vita, che fece dire a Dante "Come d'autunno si levan le foglie / l'una appresso dell'altra, infin che il ramo / vede a la terra tutte le sue spoglie; // similemente il mal seme d'Adamo: / gittansi di quel lito ad una ad una / per cenni, come augel per suo richiamo".

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FOTOGRAFIA © DANIELE RIVA

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Come un sentiero d'autunno: appena è tutto spazzato, si copre nuovamente di foglie secche.
FRANZ KAFKA, Aforismi di Zürau

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Daria Menicanti (Piacenza, 1914 – Mozzate, 4 gennaio 1995), poetessa, insegnante e traduttrice italiana. In lei si mescolano il registro sarcastico e ironico e quello più sottile della malinconia. Per Lalla Romano la sua era “una voce nuova, moderna e classica, per niente alla moda, ma libera e anche audace”.


mercoledì 18 ottobre 2023

Le cose di ogni giorno


MANUEL BANDEIRA

IL MARTELLO

Le ruote stridono sui binari in curva
inesorabilmente.
Ma dal mio naufragio
ho salvato le cose di ogni giorno.
La mia stanza riassume il passato delle case in cui ho vissuto.
Nella notte
nel cuore duro della città
mi sento protetto.
Dal giardino del convento
viene il grido del gufo.
Dolce come un tubare di colomba.
So che domani quando mi sveglierò
sentirò il martello del fabbro
battere impavido il suo canto di certezze.

(da Lira dei cinquant’anni, 1940)

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Le cose di ogni giorno, quelle salvate dal naufragio del vivere: nel suo appartamento il poeta brasiliano Manuel Bandeira è circondato dalla sicurezza degli oggetti quotidiani e in quella tranquilla routine si lascia rassicurare dai suoni della notte cittadina, dallo sferragliare dei tram al verso del gufo in un giardino, che l’indomani si trasformeranno nel ritmico e confortante battere del martello del fabbro sull’incudine.

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CARL VILHELM HOLSØE, "INTERNO ILLUMINATO DAL SOLE"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Viene il giorno, e per tutto il giorno / continuo a possedere il grande segreto della notte.
MANUEL BANDEIRA, Bello bello

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manuel-bandeira-lManuel Carneiro de Sousa Bandeira Filho (Recife, 19 aprile 1886 - Rio de Janeiro, 13 ottobre 1968), poeta, critico letterario e traduttore brasiliano, appartenente alla “Generazione del 1922”, prima espressione del Modernismo. Il suo stile poetico è semplice e diretto, sempre in fuga dal lirismo.


martedì 17 ottobre 2023

Foglie rosse e gialle


WILLIAM CARLOS WILLIAMS

SILENZIO

Sotto un cielo basso -
questa mattina tranquilla
di foglie
rosse e gialle -

un uccello disturba
non più di un ramoscello
del pesco
dalle foglie verdi

(da Il cuneo, 1944)

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Ha la delicatezza dell'haiku questa minuscola poesia di William Carlos Williams - siamo in un principio d'autunno e siamo immersi nei colori del foliage. A spiccare, ma con grande delicatezza, è il canto di un uccellino,  vivido come le foglie ancora verdi del pesco.

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FOTOGRAFIA © WALLPAPER ACCESS

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Ci sediamo e parliamo, / tranquilli, con lunghi intervalli di silenzio / e sono consapevole del flusso / che non ha lingua, che scorre /  sotto il cielo silenzioso dei / tuoi occhi / senza parole.
WILLIAM CARLOS WILLIAMS, Paterson

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WilliamsWilliam Carlos Williams (Rutherford, New Jersey, 17 settembre 1883 – 4 marzo 1963), poeta, scrittore e medico statunitense. Fece parte degli “Altri” con Man Ray e Duchamp, divenendo uno dei principali esponenti del Modernismo americano. Per “Quadri da Bruegel e altre poesie” ottenne nel 1963 un Premio Pulitzer postumo.


lunedì 16 ottobre 2023

Tra la rugiada e il crepuscolo


KENNETH REXROTH

ASAGUMORI

Le foglie cadono
sul sentiero nella foresta.
Nell'erba secca
i grilli cantano
le loro ultime canzoni.
Tra la rugiada e il crepuscolo
percorro i sentieri che una volta percorrevi,
le mie maniche bagnate di ricordi.

(da Il cigno d’argento, 1976)

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“Asagumori” è uno dei tanti concetti giapponesi che hanno un significato che include un’emozione o uno stato d’animo: si tratta di un mattino nuvoloso con tutti i sentimenti che comporta. Il poeta statunitense Kenneth Rexroth, vicino alla cultura giapponese, riporta quell’emozione malinconia e nostalgica in una foresta californiana.

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IMMAGINE © BING IMAGE CREATOR

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   LA FRASE DEL GIORNO   

A tarda notte mi siedo davanti a un foglio di carta bianco, / finché un petalo vermiglio caduto trema davanti a me.
KENNETH REXROTH

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Kenneth Charles Marion Rexroth (South Bend, Indiana, 22 dicembre 1905 – Santa Barbara, California, 6 giugno 1982), poeta statunitense. Figura centrale nella poesia di San Francisco dal 1930 al 1970, visse attivamente la Beat Generation, verso cui fu critico. Gran parte della sua poesia è d’amore o erotica, influenzata dai lirici greci antichi e da Tu Fu, poeta cinese dell’VIII secolo.


domenica 15 ottobre 2023

Louise Glück


Louise Glück, la poetessa statunitense vincitrice del Premio Nobel 2020,  è morta il 13 ottobre all'età di 80 anni. La notizia è stata data da Jonathan Galassi, il suo editore presso Farrar, Straus e Giroux. I giurati del Nobel avevano messo in risalto  “la sua inconfondibile voce poetica che con austera bellezza rende universale l'esistenza individuale”. I suoi versi, concisi, talora brutalmente taglienti alludono spesso alla mitologia e indugiano tra il ricordo e l’osservazione filosofica: “Sono attratta dai puntini di sospensione, dal non detto, dalla suggestione, dal silenzio eloquente e deliberato”. Già premiata con il Pulitzer nel 1993 per Iris selvaggio, era stata Poetessa Laureata degli Stati Uniti tra il 2003 e il 2004.


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PARODOS

Molto tempo fa, sono stata ferita.
Imparai
a esistere, come reazione,
fuori dal contatto
con il mondo: vi dirò
cosa volevo essere -
un congegno fatto per ascoltare.
Non inerte: immobile.
Un pezzo di legno. Una pietra.

Perché dovrei stancarmi a discutere, replicare?
Quelli che respiravano negli altri letti
non erano certo in grado di capirmi, essendo
incontrollabili
come lo sono i sogni.
Attraverso le veneziane osservavo
la luna nel cielo notturno restringersi e gonfiarsi -
Ero nata con una vocazione:
testimoniare
i grandi misteri.
Ora che ho visto
e nascita e morte, so
che per buia natura esse
sono prove,
non misteri.

(da Ararat, 1990 – Traduzione di Bianca Tarozzi)

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VESPRO

Una volta credevo in te; ho piantato un fico.
Qui, in Vermont, paese
senza estate. Era una prova: se l’albero viveva,
allora tu esistevi.
Questa logica dice che non esisti. O esisti
esclusivamente nei climi caldi,
nella torrida Sicilia, in Messico, in California,
dove crescono inimmaginabili
albicocche e fragili pesche. Forse
vedono la tua faccia in Sicilia; qui, vediamo appena
l’orlo del tuo vestito. Devo addestrarmi
a dare una parte dei pomodori a John e a Noah.
Se c’è giustizia in qualche altro mondo, a quelli
come me, che la natura spinge
a vite di astinenza, dovrebbe toccare
la parte più abbondante di tutte le cose, di tutti
gli oggetti della fame, l’insaziabilità
essendo lode di te. E nessuno loda
più appassionatamente di me, con
desiderio più dolorosamente frenato o più merita
di sedere alla tua destra, se esiste, partecipando
del perituro, il fico immortale,
che non viaggia.

(da L’iris selvatico, 1992 – Traduzione di Nicola Gardini)

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Altre poesie di Louise Glück sul Canto delle Sirene:

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   LA FRASE DEL GIORNO   

La poesia non sopravvivrà per il contenuto ma attraverso la voce. Per voce intendo lo stile di pensiero, al quale uno stile di discorso non si sostituisce mai in modo convincente.
LOUISE GLÜCK, The new York Times, 4 novembre 2003

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Louise Elisabeth Glück (New York, 22 aprile 1943 – Cambridge, Massachusetts, 13 ottobre 2023), poetessa statunitense nata da famiglia ebrea ungherese. È stata premiata con il Pulitzer nel 1993 ed è stata Poeta Laureato del Congresso nel 2003. Nel 2020 è stata insignita del Premio Nobel per la Letteratura.


sabato 14 ottobre 2023

Carabattole


FERNANDO BANDINI

IL BORSELLO

E giro per le strade
con un borsello
pieno di carabattole e di voglia
di restar vivo.

Alcune delle cose
che ho dentro al mio borsello qui le scrivo:
una vecchia moneta dissepolta
vangando l’orto,
una splendida piuma blu-cobalto
di un martin pescatore
trovato in terra morto.

Un cartoccetto di lazze corniole
che allappano il palato e per parare
le angosce una pastiglia di bromuro.

Un minuscolo sole
di ricambio se il cielo si fa scuro.

(da Santi di Dicembre, 1994)

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Ricordi di un tempo perduto, oggetti che hanno un significato particolare per il poeta: Fernando Bandini se li porta dietro nel borsello - alcuni in funzione di amuleti, altri per ogni evenienza nelle sue passeggiate "lungo solitari / terreni azzurri di borragine / e giardini murati".

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IMMAGINE © BING IMAGE CREATOR

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Esiste anche un'alienazione dell'uomo dalla parola (...) è compito del poeta lottare contro quest'ultima, ricollocando la comunicazione al livello dell'umanità.
FERNANDO BANDINI, La battana, III, 9-10 ottobre 1966

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Fernando Bandini (Vicenza, 30 luglio 1931 - 25 dicembre 2013),  poeta, scrittore e docente italiano di stilistica e metrica presso l'Università di Padova. Aveva la capacità di scrivere non solo in italiano ma anche nel dialetto vicentino e in latino, lingua che aveva appreso nonostante non avesse praticato studi classici.


venerdì 13 ottobre 2023

L’archetto


ÓSCAR HAHN

VIOLONCELLO

Che musica triste
quando l’archetto del violoncello
ferisce le corde del mio cuore

E tu l'esecutrice
insensibile al dolore dello strumento
conosci solo la bellezza della musica

(da Mal d’amore, 1981)

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Mal d’amore è il titolo della raccolta di Óscar Hahn che contiene questi versi: è una continua lotta del poeta cileno con la “bella nemica”, la donna amata in una relazione durata tre mesi e poi rimasta a galleggiare nella sua vita, a ferirlo con la sua assenza nonostante questo suo ferire altro non sia che amore sotto diversa forma.

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IMMAGINE © BING IMAGE CREATOR

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   LA FRASE DEL GIORNO   

L'amore folle che soffia dove vuole / ama giocare con il fuoco, / nel bene e nel male.
ÓSCAR HAHN, Mal d’amore

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Santiago, 05 de Mayo 2011 (UPI). El Consejo Nacional de la Cultura anuncia el ganador del Premio Iberoamericano de Poesía Pablo Neruda 2011, que recayó en Oscar Hahn. (Fotografías Sergio Gajardo)Óscar Hahn (Iquique, 5 luglio 1938), poeta, critico e saggista cileno appartenente alla Generazione dei Sessanta nota anche come Generazione dispersa. Dopo il golpe del 1973 e l’arresto, scelse l’esilio negli Stati Uniti, dove insegnò letteratura spagnola all’Università del Maryland e in quella dello Iowa.


giovedì 12 ottobre 2023

Giorni allineati


ATTILIO LOLINI

ASPETTIAMO L’ALBA

Aspettiamo l'alba
come avesse
riccioli e parrucche

mettendo giù versi
senza profumo
come fiori d'erborista

la gente sorride
ai giorni allineati
come barattoli
nei supermercati.

(da Notizie dalla necropoli, Einaudi, 2005)

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L'omologazione dei giorni - tutti uguali, o differenti solo per il variare delle stagioni o le condizioni meteorologiche - è un'alienazione che  l'evoluzione tecnologica porta con sé.  L'alba di un nuovo giorno resta comunque - nel nichilismo di Attilio Lolini - l'unico momento in cui è possibile, almeno per un attimo, la speranza.

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FOTOGRAFIA © PUBLIC DOMAIN ARCHIVE

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Almeno / nelle illusioni / almanacco chissaché / specie di mattina.
ATTILIO LOLINI, Notizie dalla necropoli

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Attilio Sigismondo Lolini (Radicondoli, 9 maggio 1937 – San Rocco a Pilli, 22 giugno 2017), poeta e giornalista italiano. La sua poesia, critica verso il potere, quasi di denuncia sociale, affronta con pessimismo i temi della realtà, ma con vena ironica e sarcastica, senza perdere la leggerezza.