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domenica 15 ottobre 2023

Louise Glück


Louise Glück, la poetessa statunitense vincitrice del Premio Nobel 2020,  è morta il 13 ottobre all'età di 80 anni. La notizia è stata data da Jonathan Galassi, il suo editore presso Farrar, Straus e Giroux. I giurati del Nobel avevano messo in risalto  “la sua inconfondibile voce poetica che con austera bellezza rende universale l'esistenza individuale”. I suoi versi, concisi, talora brutalmente taglienti alludono spesso alla mitologia e indugiano tra il ricordo e l’osservazione filosofica: “Sono attratta dai puntini di sospensione, dal non detto, dalla suggestione, dal silenzio eloquente e deliberato”. Già premiata con il Pulitzer nel 1993 per Iris selvaggio, era stata Poetessa Laureata degli Stati Uniti tra il 2003 e il 2004.


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PARODOS

Molto tempo fa, sono stata ferita.
Imparai
a esistere, come reazione,
fuori dal contatto
con il mondo: vi dirò
cosa volevo essere -
un congegno fatto per ascoltare.
Non inerte: immobile.
Un pezzo di legno. Una pietra.

Perché dovrei stancarmi a discutere, replicare?
Quelli che respiravano negli altri letti
non erano certo in grado di capirmi, essendo
incontrollabili
come lo sono i sogni.
Attraverso le veneziane osservavo
la luna nel cielo notturno restringersi e gonfiarsi -
Ero nata con una vocazione:
testimoniare
i grandi misteri.
Ora che ho visto
e nascita e morte, so
che per buia natura esse
sono prove,
non misteri.

(da Ararat, 1990 – Traduzione di Bianca Tarozzi)

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VESPRO

Una volta credevo in te; ho piantato un fico.
Qui, in Vermont, paese
senza estate. Era una prova: se l’albero viveva,
allora tu esistevi.
Questa logica dice che non esisti. O esisti
esclusivamente nei climi caldi,
nella torrida Sicilia, in Messico, in California,
dove crescono inimmaginabili
albicocche e fragili pesche. Forse
vedono la tua faccia in Sicilia; qui, vediamo appena
l’orlo del tuo vestito. Devo addestrarmi
a dare una parte dei pomodori a John e a Noah.
Se c’è giustizia in qualche altro mondo, a quelli
come me, che la natura spinge
a vite di astinenza, dovrebbe toccare
la parte più abbondante di tutte le cose, di tutti
gli oggetti della fame, l’insaziabilità
essendo lode di te. E nessuno loda
più appassionatamente di me, con
desiderio più dolorosamente frenato o più merita
di sedere alla tua destra, se esiste, partecipando
del perituro, il fico immortale,
che non viaggia.

(da L’iris selvatico, 1992 – Traduzione di Nicola Gardini)

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Altre poesie di Louise Glück sul Canto delle Sirene:

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   LA FRASE DEL GIORNO   

La poesia non sopravvivrà per il contenuto ma attraverso la voce. Per voce intendo lo stile di pensiero, al quale uno stile di discorso non si sostituisce mai in modo convincente.
LOUISE GLÜCK, The new York Times, 4 novembre 2003

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Louise Elisabeth Glück (New York, 22 aprile 1943 – Cambridge, Massachusetts, 13 ottobre 2023), poetessa statunitense nata da famiglia ebrea ungherese. È stata premiata con il Pulitzer nel 1993 ed è stata Poeta Laureato del Congresso nel 2003. Nel 2020 è stata insignita del Premio Nobel per la Letteratura.


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