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mercoledì 31 luglio 2024

Se tu fossi qui


CECILIA CASANOVA

CARTOLINA

Se tu fossi qui, a parlare di tante cose,
sicuramente sarebbe l'alba.
Ma la mia vicina sono secoli che annaffia le sue piante
la sera, che continua con lo stesso colore.
C'è una zanzara pesante, sonnolenta,
ferma sulla finestra.
Forse tutto è solo una cartolina
o il coperchio di una scatola di cioccolatini
con tanti nastri.

(da I giochi del sole, 1963)

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Attimi che fuggono come piccoli frammenti di specchio rimandando ciascuno un diverso pezzo di realtà: Cecilia Casanova racconta la lontananza anche attraverso questi momenti non condivisi che forse in un ménage neppure si noterebbero, inghiottiti dalla routine, ma che l'assenza dell'amato rende visibili e dolorosi.

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LOUIS MARCOUSSIS, "NATURA MORTA CON FINESTRA"

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

Se te ne vai / il mio cuore / la stanza degli ospiti / più esclusiva / non sarà mai più / occupata.
CECILIA CASANOVA, Stazione Termini

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Cecilia Casanova (Santiago del Cile, 2 ottobre 1926 – 2 novembre 2014), poetessa cilena. Autrice di poesie spesso brevissime ma chiare e intense, è stata accostata ad Emily Dickinson per la sua sensibilità nei confronti della natura e per la ricerca dell’immenso nel quotidiano.


martedì 30 luglio 2024

Un mare azzurro


HERMANN HESSE

AZZURRO DELLA SERA

O pura visione tutta incanti,
quando da porpora e d'oro, sereno
amabile grave, tu cielo
di luce della sera ti dilati.

Tu ricordi un mare azzurro
dove felicità è alla fonda
per una quiete beata. Dal remo sgocciola
l'ultima stilla di terreno cruccio.

(da Poesie d’amore e altre poesie, Mondadori, 2020, – Trad. di Roberto Fertonani)

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In Siddharta, uno dei capolavori di Hermann Hesse, il protagonista ha una sorta di risveglio: “Ora il suo occhio liberato s'indugiava al di qua, vedeva e riconosceva le cose visibili, cercava la sua patria in questo mondo, non cercava la «Realtà», né aspirava ad alcun al di là. Bello era il mondo a considerarlo così: senza indagine, così semplicemente, in una disposizione di spirito infantile. Belli la luna e gli astri, belli il ruscello e le sue sponde, il bosco e la roccia, la capra e il maggiolino, fiori e farfalle. Bello e piacevole andar così per il mondo e sentirsi cosi bambino, così risvegliato, così aperto all'immediatezza delle cose, così fiducioso”. Così, nella visione tutta incanti di un cielo serale, anche il poeta ha il suo risveglio spirituale.

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FOTOGRAFIA © DIGGEO/PIXABAY

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

Negli anni della mia prima giovinezza ho sostato spesso, solo, sulle alte montagne, e il mio occhio indugiava a lungo nella lontananza, nella vaporosa foschia trasfigurante delle ultime delicate alture, dietro alle quali il mondo affondava in un'infinita azzurra bellezza.
HERMANN HESSE, L’azzurra lontananza

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Hermann Hesse (Calw, 2 luglio 1877 – Montagnola, 9 agosto 1962) scrittore, poeta, aforista, filosofo e pittore tedesco naturalizzato svizzero, è stato insignito del premio Nobel per la letteratura nel 1946. Celebri i suoi romanzi Siddhartha, Peter Camenzind, Demian, Il lupo della steppa.


lunedì 29 luglio 2024

Centenario di Joaquín Giannuzzi


"Sono un poeta minore in tutte le antologie, inclusa la mia" amava dire il poeta argentino Joaquín Giannuzzi, che nasceva il 29 luglio di cento anni fa. In realtà, pur non raggiungendo i livelli di Juan Gelman o di Jorge Luis Borges, la sua opera ha avuto una grande influenza sui poeti delle generazioni successive. Come rileva Mario Sampaolesi: "Tutto nella poesia di Giannuzzi spinge verso il mondo reale; un mondo solido, compatto, a tratti opprimente; un mondo dove il sentimento drammatico della vita acquista consistenza; un mondo in cui gli oggetti rivelano – se riconosciuti nella loro completa dimensione oggettiva – la proprietà centrale della loro nudità, della loro spogliazione, della loro precarietà".

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UN’ARTE SILENZIOSA

I nostri piedi perfezionano
l'arte di intrecciare le dita.
Unite sul cuscino
le nostre teste scommettono
su un matrimonio perpetuo.
Espatriati,
chiuse le porte e le finestre,
abbracciandoci nudi, opponiamo
un'ideologia del silenzio
al modo in cui il mondo funziona
secondo lo schermo televisivo.

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È ESTATE

Mi trovo in una valle nel nord del mio paese.
Naturalmente è estate e mi circondano
montagne verdi e tranquille.
Seduto sull'erba, seminudo al sole
animato da un soffio vegetale
prendo atto di essere alla stessa distanza
da tutti i punti e gli istanti dell'orizzonte circolare.
E nessuno al mio fianco che possa negare
che questo è il centro soggettivo di qualcosa,
di qualcosa più grande di noi.

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Altre poesie di Joaquín Giannuzzi sul Canto delle Sirene:

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  LA  FRASE DEL GIORNO  

La poesia non nasce. / È lì, a portata / di ogni bocca / per essere duplicata, ripetuta,  citata / completamente e testualmente.
JOAQUÍN GIANNUZZI, Segni di una causa personale

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Joaquín O. Giannuzzi (Buenos Aires, 29 luglio 1924​ - Campo Quijano, 26 gennaio 2004), poeta e giornalista argentino. La sua poesia descrive il mondo reale, un mondo dove il senso drammatico della vita acquista consistenza e gli oggetti rivelano la dote centrale della loro nudità.


domenica 28 luglio 2024

I pensieri aridi


JOAN VINYOLI

SONO TUTTE DOMANDE

Sono tutte domande
che restano senza risposta.
Suonato da chissà quale mano assurda
si ode un violino:
non c'è dubbio, il suo arco fa male.

Abbiamo passato la giornata in osteria
dove la gente beve, dove io stesso bevo
per scacciare i pensieri aridi
che non hanno un'ombra di importanza.

Molte cose si possono fare
che non sono niente, partendo da un principio:
il presente è tutto e niente.

(da Tuttavia le parole, 1973)

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Il disincanto, d'accordo. Ma c'è qualcosa di più in questi versi del poeta catalano Joan Vinyoli: c'è la consapevolezza di quel tempo che fluisce spesso troppo uguale e monotono e per il quale il mondo non ha risposte. I giorni vanno via "come pesci colorati, / alcuni meravigliosi, che nel movimento sembrano / affascinanti, incredibilmente rari" . C'è  il bisogno di prendere coscienza che ogni cosa accade nell'attimo esatto in cui ci troviamo perennemente immersi: è lì che dobbiamo cercare la parola che dia il senso a tutto il resto.

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EDOUARD MANET, "ANGOLO DI UN CAFFÈ CONCERTO"

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  LA  FRASE DEL GIORNO  

Indecifrabili sono / i segni che illuminano; / il canto umile, però, / spesso li interpreta.
JOAN VINYOLI, Le ore ritrovate

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Joan Vinyoli i Pladevall (Barcellona, 3 luglio 1914 - 30 novembre 1984), poeta catalano. Fortemente influenzato dall’opera di Rainer Maria Rilke, mise in pratica la sua massima: “La poesia non è fatta di sentimenti, ma di esperienze”, coniugando realismo ed esistenzialismo.


sabato 27 luglio 2024

Oh, i bei colori


SERGIO SOLMI

ENTRO LA DENSA LENTE DELL'ESTATE

Entro la densa lente dell'estate,
nel mattino disteso che già squarciano
lunghi, assonnati e sviscerati i gridi
degli ambulanti, - oh, i bei colori! Giallo
di peperoni, oscure melanzane,
insalate svarianti dal più tenero
verde all'azzurro, rosee carote...
e vesti accese delle donne, e muri
scabri e preziosi, gonfi ippocastani,
acque d'argento e di mercurio, e in alto
il cielo caldo e puro e torreggiante
di tondi cirri, o bel compatto mondo.
Lieto ne testimonia, sul pianeta
Terra, nella città Milano, mentre
vaga, di sé dimentico e di tutto,
lungo le calme vie che si ridestano,
- oggi, addì ventisette Luglio mille
novecento cinquanta - un milanese.

(da Dal balcone, 1968)

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Tanti colori e tanti suoni: la lente dell'estate registra tutto questo - e il poeta Sergio Solmi ci tiene a datare esattamente quel momento, quell'emozione provata in un punto preciso del tempo - il mattino del 27 luglio 1950 - e in un luogo preciso, uno dei tanti mercati milanesi.

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IMMAGINE CREATA CON INTELLIGENZA ARTIFICIALE

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  LA  FRASE DEL GIORNO  

O tu lindo liscio nitido / mondo, i tuoi quieti rumori!
SERGIO SOLMI, L’Approdo Letterario, V, 5-6, aprile-giugno 1956

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Sergio Solmi (Rieti, 16 dicembre 1899 – Milano, 7 ottobre 1981),  scrittore, poeta, critico letterario e saggista italiano. È stato poeta tanto originale quanto radicato nella tradizione italiana nonché felice traduttore. Come critico, si occupò di letteratura francese (Alain, Montaigne, Rimbaud), di paraletteratura e di Giacomo Leopardi.


venerdì 26 luglio 2024

Un immenso mare


PÀNOS SPÀLAS

LA STRADA APERTA

Nessun ostacolo davanti a me,
nulla che mi chiuda la nuda vista.
I miei occhi si sciolgono in lucidi ciottoli,
in conchiglie colorate e valve;
la mia luce tremola in un Qui,
la mia luce risplende in un lontano Laggiù.
Un immenso mare con la grazia del gatto
ai miei piedi fa moine,
nel mio petto si spiega un cielo profondo
e la mia forma si stampa
sul disteso fazzoletto del sole
che asciuga la bianca fronte del giorno.
Per vederti mi sono ornato
dei miei sedici anni:
con un'acre melagrana ho tinto la mia bocca:
ho messo i miei occhi, primaverili,
gli occhi dei miei vent'anni
e il loro lacrimoso sole estivo.
Quaggiù c'è un bel sito,
un paese di cento generazioni e terra rossa,
con salsezza e dieci fiumi
dove gli dei si bagnano insieme con gli uomini.
Davanti a me non c'è nessun ostacolo,
nulla che mi chiuda la vista delle stelle,
che mi tagli la via dell'infinito.
E più vanno i miei passi nel sole,
più passo a passo avanzo verso il mio centro.
Le onde sono aperte fino al riso dell'ostrica.
Aperta è la strada fino al primo gradino del dio.

(da Poesia greca contemporanea, Dall'Oglio, 1968 - Traduzione di Cristino G. Sangiglio)

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Delicata e suggestiva è la poesia di Pànos Spàlas, autore greco capace di esprimere con una struggente nostalgia l'amore per la propria terra e per quel mare dove "gli dei si bagnano insieme con gli uomini" : "Oh! felice giorno, nuova aurora, qui è il mio essere. / In questa terra dove nacqui / sono venuto a trovare lo splendore dei miei occhi".

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FOTOGRAFIA © LEONHARD NIEDERWIMMER/PIXABAY

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  LA  FRASE DEL GIORNO  

Leggero andando sulle vette innalzo il mio desiderio / in mezzo alla fiorita divina vastità / e goccia a goccia dagli acini / della vigna feconda bevo il tempo celeste.
PÀNOS SPÀLAS

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Pànos Spàlas (Kyparissia, 1909 - Atene, 1970), poeta e giornalista greco. Le sue poesie attingono alle radici del folklore e vivono di una nostalgia del passato. Tra le sue opere Notizie del Pireo, Transoceanica, Il pascolo delle pecore, Canzone di Krustalenia, Alfeo, La porta luminosa.


giovedì 25 luglio 2024

Buongiorno tristezza


PAUL ÉLUARD

LEGGERMENTE SFIGURATA

Addio tristezza
Buongiorno tristezza
Sei scritta nelle linee del soffitto
Sei scritta dentro gli occhi che amo
Tu non sei tutto quello che porta la miseria
Perché le labbra dei più poveri ti annunciano
con un sorriso.
Buongiorno tristezza
Amore dei corpi gentili
Essenza dell’amore
da cui sorge l’amabilità
Come un mostro senza corpo
Testa delusa
Tristezza, bel viso.

(da La vita immediata, 1932)

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La tristezza su un volto femminile o quella che nasce dal desiderio appagato o ancora quella della natura, "colori dolci della carità, tristezza, barlumi sui rami spogli". Una tristezza - quella cantata dal poeta francese Paul Éluard - da non demonizzare, ma da accettare nel fluttuare dei sentimenti. E sì, il celebre romanzo di Françoise Sagan del 1954 prende il suo titolo dal secondo verso di questa poesia: Bonjour tristesse.

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IMMAGINE © GOODFON

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

Ci servono poche parole per esprimere l'essenziale.
PAUL ÉLUARD, L'avvenire della poesia




Paul ÉluardPaul Éluard, pseudonimo di Eugène Émile Paul Grindel (Saint-Denis, 14 dicembre 1895 – Charenton-le-Pont, 18 novembre 1952), poeta francese, è stato tra i maggiori esponenti del movimento surrealista. La sua poesia evolve da tematiche individualiste, di lirismo amoroso, a contenuti di forte ispirazione sociale.


mercoledì 24 luglio 2024

Un altro firmamento


TAKIS VARVITSIOTIS

SOTTO LE TUE PALPEBRE CHIUSE

Sotto le tue palpebre chiuse
ci sono sentieri che portano
a un altro firmamento più luminoso
ci sono vetri che cantano
golette che viaggiano
C'è una neve nera che si scioglie
in una notte senza sponde.

(da Poesie, 1941-2002)

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Basta chiudere gli occhi per entrare in una diversa dimensione, in un nuovo paesaggio, come dice il poeta greco Takis Varvitsiotis, addentrarci nei territori del sé e dell’immaginazione: è lì che “cantano le primavere”, è lì che “si dipanano i meravigliosi fili”, è lì che “mille palpebre” coprono la poesia.

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ROB GONSALVES, "MOON RIVER"
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   LA  FRASE DEL GIORNO  

Finché ci saranno poeti / gli uccelli voleranno / e gli alberi fioriranno / nessuna mano empia potrà / fermare la primavera.
TAKIS VARVITSIOTIS

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Takis Varvitsiotis (Salonicco, 1916 - 1° febbraio 2011), poeta greco. Avvocato, pubblicò le sue prime poesie nel 1936. Fu anche un illustre saggista e traduttore di opere di celebri poeti francesi, spagnoli e latinoamericani: la sua poesia è lirica e perspicace, con influenze del neosimbolismo e del surrealismo francese di Éluard e Reverdy.



martedì 23 luglio 2024

Julia Uceda


Se ne è andata alla soglia dei 99 anni la poetessa spagnola Julia Uceda, una delle voci "più personali e riconosciute" dell'attuale poesia spagnola e insignita, tra gli altri, del Premio Nazionale di Poesia. Il sindaco di Ferrol, José Manuel Rey Varela, ha affermato che la sua "eredità continuerà a vivere nella memoria e nel cuore di tutti gli amanti della poesia". Inserita nella Generazione del '50, esordì nel 1959 con Farfalla in cenere e proseguì con una poetica vicina all'estetica sociale prevalente in quegli anni. A partire dalla sua terza raccolta di poesie, Senza molta speranza (1966), iniziò una nuova direzione estetica segnata dall'incorporazione del pensiero greco-latino e approfondendo da un lato l'investigazione dell'ignoto e dall'altro i fantasmi della storia spagnola.

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SETTIMANE

Quanti lunedì e martedì
nella polvere, dietro, sulle strade.
Saranno stati anche diversi, ma tutti
sembravano uguali.

Cerco le sedie, le finestre, i letti
della febbre o del pianto, del mal di denti,
in quei lunedì o martedì, e ora tutto
sembra fuori posto.

Formano un mucchio di cose, ore,
pietre, parole, matite, destini,
ma hanno varcato la porta
portando dentro il freddo.

A volte li risveglia una vecchia
canzone, una via, un amico,
e mi fa sorridere che tutti ora
sembrino domeniche.

(da Poesia completa, 2023)

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LA STRANIERA

La fatica è sedersi senza farsi notare.
                     Cesare Pavese: «Il vino triste».

Mi sono alzata senza che se ne accorgessero
e me ne sono andata senza farmi notare.
Ero stata tutto il giorno
tra loro, provando
a farmi sentire,
cercando di dire 
quello che mi avevano chiesto di fare.
Ma il compito che mi avevano dato
non era preciso. il fumo,
la musica, il rumore delle risate
e i baci – esplodevano
come rose nell'aria -,
erano più forti della mia voce. Stanca
del mio lavoro inutile,
mi alzai,
aprii la porta
e lasciai quel posto incantevole.
Dalla strada
guardai attraverso la finestra: nessuno
aveva notato la mia assenza.
Mi incamminai. Mi voltai:
nessuno mi seguiva.

(da Senza troppa speranza, 1966)

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Altre poesie di Julia Uceda sul Canto delle Sirene:

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  LA  FRASE DEL GIORNO  

Per come è il mondo, la poesia è un atteggiamento etico.
JULIA UCEDA, El País, 29 gennaio 2004

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Julia Uceda Valiente (Siviglia, 22 ottobre 1925 – Ferrol, 21 luglio 2024), poetessa e docente spagnola. Vincitrice del Premio Nazionale di Poesia 2003 con Nel vento, verso il mare. Dal 1965 al 1973 visse e insegnò nel Michigan, poi in Irlanda, prima di tornare in Galizia. Tra i suoi temi l’amore che trascende la vita quotidiana, il sogno, il tempo e il ricordo.


lunedì 22 luglio 2024

Il triangolo della luna piena


ALDO PALAZZESCHI

LUNA PIENA

Al centro del cielo di latta
s’appiccica
il triangolo della luna piena;
scarlatta.
“Ti senti di volermi bene un pochino?”.
Sembra d’essere nel mondo
in fondo a un azzurro catino.

(da Poesie, Preda, 1930)

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La poesia di Aldo Palazzeschi è spesso un'evasione assoluta dal reale, diretta a un mondo fantastico dove in un incastro di rime e di assonanze le immagini si susseguono creando paesaggi irreali, come questo "paese giocattolo", magari lo stesso di Rio Bo: "Tre casettine / dai tetti aguzzi, / un verde praticello, / un esiguo ruscello".

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TOMASZ SȨTOWSKI, "LA CITTÀ DELLA LUNA"

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

La poesia è nell'umanità come l'oro nelle grandi sabbie aurifere: tocca al poeta individuarlo, raccoglierlo e formarlo in piccole sbarre.
ALDO PALAZZESCHI, Quadrivio, 17 febbraio 1935

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Aldo Palazzeschi, pseudonimo di Aldo Pietro Vincenzo Giurlani (Firenze, 2 febbraio 1885 – Roma, 17 agosto 1974), scrittore e poeta italiano, uno dei padri delle avanguardie storiche. Dall'esordio come crepuscolare e dalla breve adesione al Futurismo, attraversò il «ritorno all'ordine» degli anni Venti e la ripresa sperimentale delle avanguardie degli anni Sessanta con inconfondibile giocondità, enigmatica e inafferrabile.


domenica 21 luglio 2024

Sulla luna


VICENT ANDRÉS ESTÉLLES

MI PIACE MOLTO

Mi piace molto la mattina presto, lavorare nel mio orto,
bietole, lattuga, ravanelli, pomodori;
innaffiare con brevi getti i solchi corti,
strappare le erbacce nocive.

Oggi il giornale ha detto che l'uomo è arrivato sulla luna,
mi sono voltato a guardarla, inarcandomi sui solchi;
non ho visto nulla e ho continuato.

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I grandi avvenimenti della storia e il loro impatto sulle nostre vite. Il poeta catalano Vicent Andrés Estellés il 21 luglio 1969 prende atto di quello che gli dicono giornali, radio e televisioni: nella notte europea l'uomo è arrivato sulla luna, compiendo "un piccolo passo per un uomo ma un grande passo per l'umanità". Ma il poeta, come un antico filosofo greco o latino, continua imperterrito a zappare il suo orto, ad annaffiare le verdure, gettando solo un'occhiata distratta a quella luna, che sembra la stessa di sempre.

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FOTOGRAFIA © YUNUS TUĞ/PEXELS

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

La Luna era una cosa affascinante, romantica e misteriosa che se ne stava lassù in cielo, irraggiungibile, nonostante i tuoi desideri e i tuoi sogni. Ma tu hai ragione: una volta raggiunta è solo una squallida palla di roccia.
KEN KEELER, Futurama, Stagione 1, Episodio 2

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Vicent Andrés Estellés (Burjasot, 4 settembre 1924 – Valencia , 27 marzo 1993), poeta e giornalista spagnolo in lingua valenciana. È considerato uno dei principali innovatori della poesia contemporanea valenciana. La sua visione estetica è stata definita “arrabbiata”, poiché descrive l'oppressione personale, collettiva e nazionale.


sabato 20 luglio 2024

Questo sentimento


JANE KENYON

IL CORTEGGIATORE

Restiamo schiena contro schiena.
Le tende si alzano e si abbassano
come il petto di qualcuno che dorme.
Il vento muove le foglie del sambuco;
mostrano le loro parti inferiori chiare,
girando tutte insieme come un banco di pesci.
All'improvviso capisco che sono felice.
Da mesi questo sentimento si avvicina,
si ferma per brevi visite, come un timido corteggiatore.

(da Da una stanza all'altra, 1978)

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Un sentimento indefinito, capace di manifestarsi a poco a poco come un afflato poetico, una piccola meraviglia che riesce a colpire la poetessa statunitense Jane Kenyon nella nuova casa di Eagle Pond, quasi un innamorarsi.

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KAREN HOLLINGSWORTH, "FINE ESTATE"

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

Non c'è ragione per la felicità, / o per il modo in cui essa si manifesta come un figliol prodigo / che ritorna nella polvere ai tuoi piedi / dopo aver sperperato una fortuna lontano.
JANE KENYON, Altrimenti

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Jane Kenyon (Ann Harbor, Michigan, 23 maggio 1947 – Wilmot, New Hampshire, 22 aprile 1995), poetessa e traduttrice americana. La sua poesia, spesso  semplice, sobria ed emotivamente risonante, sonda la psiche ed esplora il ciclo della natura. Tra le sue traduzioni spiccano le poesie di Anna Achmatova.


venerdì 19 luglio 2024

Un apriscatole


CARLOS SPINEDI

A UN LETTORE INOSSERVATO

“Quante cose tra il calice e le labbra”
  Pallada – Antologia Palatina

Se mai le avversità
ti obbligassero a scegliere
tra un verso di Eliot,
una poesia equivoca di Kavafis,
o un’abbondante lattina di sardine
in olio d'oliva,
fai la tua scelta senza esitazione
e poi acquista un apriscatole multiplo
di acciaio inossidabile:
c'è qualcos'altro sul mercato
che poesie ermetiche
e bauli di lamiera leggera.

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Capirei / se un’elegia ti pagasse la cena / se un’ode ti scaldasse la casa / se un inno ti curasse la pressione / se un idillio ti consentisse un salario / se un madrigale ti garantisse la pensione” scriveva Nelo Risi. Il poeta argentino Carlos Spinedi rovescia il punto di vista sulla bilancia del lettore: meglio comperare libri di poesia o una bella latta di sardine? E ancora, perché invece non investire su un bell’apriscatole resistente?

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

La passione non calcola mai il prezzo.
WILLIAM SOMERSET MAUGHAM, Il filo del rasoio

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Carlos Spinedi (Río Gallegos, 1928 – Buenos Aires, 29 luglio 2015), poeta argentino. Negli anni Sessanta collaborò con Jorge Luis Borges e José Edmundo Clemente alla Biblioteca Nazionale. Tradusse dal greco Kavafis, Ritsos, Elytis, Seferis e Dimoulá. La sua poesia ricerca valori etici ed estetici che diano senso e un po' di bellezza all'esistenza.


giovedì 18 luglio 2024

Gli archi dell’amore


ALFONSO CALDERÓN

DONNA ADDORMENTATA

Sei sola sulla spiaggia,
amore mio,
e il tuo corpo accarezzato dai venti
ricorda i singhiozzi della schiuma.

Sei sola, ma nella tua solitudine
sogni vergini ti circondano,
e l'architettura seducente del mare
che avvolge onde come corpi posseduti.

Sogni, ma i sogni, amore mio
sono gli archi dell'amore,
e poi nel ricordo
resterà solo un profumo sulle labbra assorte,
il sapore di un pianeta che giace tremante,
come la pioggia, dolce,
come il silenzio, dolce,
come l'oblio, assoluto.

(da Primo consiglio agli arcangeli del vento, 1949)

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Sono molti i poeti che descrivono l’amata addormentata (o l’amato). C’è quel mistero in chi dorme, quell’essere altrove pur rimanendo lì con il corpo. L’amata del poeta cileno Alfonso Calderón dorme su una spiaggia e fluttua nella sua solitudine nei territori oscuri del sogno: “Tu che conosci il caldo accento delle piume / e il calore infinito nascosto nella neve / cerca di penetrare questo vago futuro di sogno / in un prodigio di linfa o di rosa adolescente”.

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FOTOGRAFIA © PXHERE

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

Continuo a pensare alla necessità di una vita interiore, quella che ci permetta di lasciare alle spalle le esigenze del mondo contemporaneo ed entrare, un po' storditi, nella pace di un nuovo giorno.
ALFONSO CALDERÓN, Ritorno in Sicilia




Alfonso Calderón Squadritto (San Fernando, 21 novembre 1930 – Santiago, 8 agosto 2009), scrittore, poeta e accademico cileno. Nel 1949 pubblicò la sua prima raccolta di poesie, Primo consiglio agli arcangeli del vento. La sua produzione letteraria abbraccia vari generi: poesia, memoria, romanzo, saggio e, soprattutto, quel genere ibrido, frammentario e residuo che è il diario.

mercoledì 17 luglio 2024

Le scarpe di lei


GHIANNIS RITSOS

SOTTO IL LETTO

Sotto il letto
le scarpe di lei
conservano la forma dei suoi piedi
il calore dei suoi piedi
respirano
e due uccelli bianchi
dagli occhi neri
con al collo
un anello cromato

(da Erotica, Crocetti, 1981 – Traduzione Nicola Crocetti)

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"Ricordo un pomeriggio – mia madre era uscita da poco per una visita; / entrai nella sua stanza; m’infilai le sue scarpe – ancora calde dei suoi piedi – / ah, quel calore estraneo; – crebbi tutt’a un tratto come se avessi conosciuto / un peccato inspiegabile.  Per tutta la settimana non osai / guardare negli occhi mia madre. Mi nascondevo tra i cespugli del giardino / aspettando un castigo o una ricompensa – non so bene". Così racconta il poeta greco Ghiannis Ritsos  in Crisotemi.  Ed è rimasto nella sua psiche come un "peccato inspiegabile", visto che lo ritrova adulto in questi versi tratti da Erotica, che rappresentano le scarpe della donna amata rimaste sotto il letto.

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LYNNE SAUNDERS, "LE TRE DI NOTTE"

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

Queste minime cose / per noi due / come son grandi. / Tutte.
GHIANNIS RITSOS, Erotica

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Ghiannis Ritsos (Monemvasia, 1º maggio 1909 – Atene, 11 novembre 1990), poeta greco tra i maggiori del XX secolo. Fu candidato nove volte al Premio Nobel. La sua vita fu animata da un'incrollabile fede negli ideali marxisti e nelle virtù catartiche della poesia.


martedì 16 luglio 2024

Lei, l’innamorata


MEIRA DELMAR

L’ALTRA

Non sono quella che ti ama.

È un’altra,
che vive con la sua anima
dentro di me. A volte, sai,
chiudo gli occhi per
non cadere nei tuoi,
e ti parlo del vento
che scrive la mattina
nel suo diario di viaggio,
e dico sorridendo,
che un giorno me ne andrò.

Lei, l'innamorata,
allora mi attraversa le vene
e mi incendia il cuore.

E ti guarda in silenzio.
Dietro le mie palpebre, ti guarda
dimenticandoti.

E all’improvviso ti bacia con la mia bocca,
e crede che sia io
quella che ti bacia.

(da Isola segreta, 1951)

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La dicotomia tra cuore e ragione, tra passione e coscienza, tra corporeo e incorporeo, è ben rappresentata dalla poetessa colombiana Meira Delmar: l’opposto si manifesta e si afferma attraverso un unico corpo, l’amore è l’istinto che erompe e fa abbandonare la razionalità.

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RON HICKS, "CAFFÈ E BACI"
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   LA  FRASE DEL GIORNO  

Questo amore non è di adesso. / Non è in noi che comincia a sentirsi innamorato / questo amore per l'amore, / che non si aspetta nulla.
MEIRA DELMAR, Isola segreta

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Olga Isabel Chams Eljach (Barranquilla, 21 agosto 1922 - 18 marzo 2009),  poetessa colombiana di origini libanesi, sin dal 1937 usò lo pseudonimo Meira Delmar. Professoressa di Storia dell’Arte e Letteratura, diresse per molti anni la Biblioteca Pubblica dell’Atlantico. Le sue poesie sono caratterizzate da una sensualità di fondo.


lunedì 15 luglio 2024

Coro di stelle


RICARDO PASEYRO

DANZATRICI

per Wilfredo Penco

Consolazione degli occhi, queste luci
– coro di stelle, soli, universi –
girano come danzatrici silenziose.
E mentre passano sempre più lontano
e aprono l'infinito al tempo,
la Terra oscura cammina cieca.

(da Poesie complete, 2000)

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La poetica di Ricardo Paseyro, come dice Guido Castillo, "non è un modo di ignorare le cose, ma piuttosto un'aria innocente di attraversarle; e non serve nemmeno a scopi diversi dal motivo stesso del canto. Non c'è né estetismo, né realismo, né psicologismo; c'è una voce naturale e meravigliosa del mondo che canta lasciandosi guidare dalla propria meraviglia, al cospetto di un'espressione che lo attira, di una forma che lo racchiude". Come le stelle e i pianeti che danzano.

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FOTOGRAFIA © FAIK AKMD/PEXELS

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

Pellegrino inutile, viaggiatore / dell'inferno, vado in lacrime, nella nebbia, / cerco la luce della terra, il segno / dell'infinito, l'incantesimo.
RICARDO PASEYRO, Il lato del fuoco

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Ricardo Paseyro (Mercedes, 5 dicembre 1925 – Parigi, 5 febbraio 2009), scrittore e poeta uruguaiano, membro della generazione del '45. Diplomatico in Francia per 15 anni, vi riparò nel 1974 dopo il colpo di stato di Bordaberry, ottenendo la cittadinanza francese. Genero di Jules Supervielle, ne diffuse l’opera.


domenica 14 luglio 2024

Cos’è la saggezza?


JAIME SABINES

COME UCCELLI PERDUTI, XIX

Dato che ora non c'erano né maestri né alunni,
lo studente chiese al muro:
Cos'è la saggezza?
Il muro divenne trasparente.

(da Maltempo, 1972)

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La saggezza del silenzio: quello rappresenta il muro in questi pochi versi del poeta messicano Jaime Sabines. E lo studente - come accade in moltissime storielle zen - si legge dentro e diventa il maestro di se stesso.

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FOTOGRAFIA © DAZAIOSAMU/PIXABAY

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

Il segreto di Dio: / ha avvicinato le sue labbra al mio orecchio / e non mi ha detto nulla.
JAIME SABINES, Maltempo

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Jaime Sabines Gutiérrez (Tuxtla Gutiérrez, 25 marzo 1926 – Città del Messico, 19 marzo 1999),  poeta e politico messicano. Noto come “cecchino della letteratura”, la sua poesia tendeva a trasformare la letteratura in realtà. I suoi scritti si basavano sulla sua presenza in vari luoghi quotidiani.


sabato 13 luglio 2024

Per le tue mani


BARTOLO CATTAFI

IL SENSO GIUSTO

Tutto quello che passa
per le tue mani
ha una dolce impronta
un senso giusto
un sapore di semi
si riscatta dall’onta
del suo essere plumbeo
ogni ruga si spiana
sull’arco della fronte
chi da te si diparte
a te ritorna
come un pane sparito
rifiorito nel forno.

(da Marzo e le sue Idi, Mondadori, 1977)


Lo scontro sanguinoso e soave”, così tipico della poesia di Bartolo Cattafi, “fra il concreto e l’astratto, fra il gusto cieco, amaro, inebriante della corporeità e il richiamo ansioso e imperioso di una misteriosa geometria celeste”, come lo fotografò Giovanni Raboni, trova una specie di spiegazione in quello che è “un intervallo del buio”, un momento in cui le cose sembrano andare incontro a una spiegazione in quell’indagine sulla condizione umana che in fondo è tutta la sua poesia.

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DIPINTO DI TATJANA NESTEROVA

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

Era questo lo scopo della vita / rincorrerla su ogni proda / prima che bruciasse / e che poi per suo conto rinascesse / metterle il sale sulla coda.
BARTOLO CATTAFI, L’aria secca del fuoco




Bartolo Cattafi (Barcellona Pozzo di Gotto, 6 luglio 1922 – Milano, 13 marzo 1979),  poeta italiano. La sua poesia spazia sui dilemmi esistenziali con sensibilità di diarista, spesso con uno sguardo metafisico dove sono protagonisti il vuoto e la solitudine. Nei suoi versi il tema del viaggio è una costante metafora del vivere.


venerdì 12 luglio 2024

Luglio sulle spalle


PAOLO VOLPONI

MIA QUAGLIA

Della chiarissima quaglia
che nasce sulla spiaggia
agli approdi dei templi,
nell’ora che la luna di marea
rotola sabbia
e pesci luminosi,
tu hai lo smarrimento
e l’attonito canto.
Conosci il canneto
dove l’insetto sorpreso
annega nelle gocce,
il campo spiumato
alle piogge meridiane del grano.
Sul tuo collo
è giugno
stagione delle falci
dal tenero filo,
luglio sulle spalle
con steli d’avena,
agosto sulla schiena
dorme come un cacciatore.

(da L'antica moneta, Vallecchi, 1955)

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Paolo Volponi - un po' come il Saba di “A mia moglie” ("Tu sei come una giovane / una bianca pollastra (...) / Tu sei come una gravida / giovenca (...) / Tu sei come la rondine / che torna in primavera") - nei suoi versi spesso paragona la figura femminile ad animali con uno stilema che, al di là del francescanesimo letterario,  serve a "elencare, prendere, usare, sentire la materia".

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DIPINTO DI SAMANTHA FRENCH

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

Tu sei donna / d’arioso giardino / e di terrazzo, / donna del mio paese / affacciata ai torrioni.
PAOLO VOLPONI, L'antica moneta

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Paolo Volponi (Urbino, 6 febbraio 1924 – Ancona, 23 agosto 1994), scrittore, poeta e politico italiano, senatore della Repubblica Italiana nel corso di due legislature. Partito da una posizione tardoermetica e neorealista, approdò al poemetto narrativo, propedeutico alla sua attività di romanziere.


giovedì 11 luglio 2024

Gli occhi del lettore


ÁNGEL GONZÁLEZ

LA VERITÀ DELLA FINZIONE

Gli occhi del lettore si riempirono improvvisamente di lacrime
e una voce amorevole gli sussurrò all'orecchio:
"Perché piangi, se tutto
in quel libro è una finzione?"
E lui rispose:
—Lo so;
ma quello che sento è vero.

(da 101 + 19 = 120 poesie, 2000)

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Se il compito dello scrittore è quello di trasmettere agli altri ciò che prova, allora quando il lettore si emoziona e riesce a provare le stesse sensazioni – o sensazioni simili, visto che Octavio Paz riteneva che il lettore aggiungesse le proprie emozioni e il proprio vissuto a quello dello scrittore - riesce a raggiungere lo scopo. Ed è quello che dice in versi il poeta spagnolo Ángel González.

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DAVID HETTINGER, "RAGAZZA CHE LEGGE IN GIARDINO"

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

Quando incontro un verso triste, / sento nell’anima come una carezza. / Non che mi conforti la tristezza altrui; / è che mi sento meno solo.
ÁNGEL GONZÁLEZ, Niente di grave

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Ángel González Muñiz (Oviedo, 6 settembre 1925 – Madrid, 12  gennaio 2008), poeta spagnolo della Generazione del ‘50. Premio Principe delle Asturie nel 1985 e Premio Regina Sofia nel 1996. La sua opera mescola intimismo e poesia sociale con un tocco ironico. Il passare del tempo, l’amore e la civilizzazione sono i suoi temi ricorrenti, giocati su toni di un’ottimistica malinconia.


mercoledì 10 luglio 2024

Quel nonnulla di sabbia


GIUSEPPE UNGARETTI

VARIAZIONI SUL NULLA

Quel nonnulla di sabbia che trascorre
Dalla clessidra muto e va posandosi,
E, fugaci, le impronte sul carnato,
Sul carnato che muore, d'una nube…

Poi mano che rovescia la clessidra,
Il ritorno per muoversi, di sabbia,
Il farsi argentea tacito di nube
Ai primi brevi lividi dell'alba…

La mano in ombra la clessidra volse,
E, di sabbia, il nonnulla che trascorre
Silente, è unica cosa che ormai s'oda
E, essendo udita, in buio non scompaia.

(da Il taccuino del vecchio, Mondadori, 1960)

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La mano che rovescia la clessidra, e il riflesso di una nuvola nel vetro che contiene la sabbia, tutto qui. Ma intanto quel "nulla" che è il tema della poesia di Giuseppe Ungaretti è il tempo che scorre, è il flusso inesorabile del quale nulla rimane, come in un simile madrigale di Gabriele D'Annunzio, dove è la mano a disperdere la sabbia: “Alla sabbia del Tempo urna la mano / Era, clessidra il cor mio palpitante, / L’ombra crescente d’ogni stelo vano / Quasi ombra d’ago in tacito quadrante".

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FOTOGRAFIA © FERNANDO ZHIMINAICELA/PIXABAY

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

Agglutinati all'oggi / I giorni del passato / E gli altri che verranno.
GIUSEPPE UNGARETTI, Il taccuino del vecchio

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Giuseppe Ungaretti (Alessandria d'Egitto, 8 febbraio 1888 – Milano, 1º giugno 1970) è uno dei tre grandi poeti dell’Ermetismo italiano. Trasferitosi a Parigi nel 1912, prese parte alla Prima guerra mondiale nelle trincee del Carso e poi in Champagne. Dal 1935 al 1942 insegnò in Brasile e dal 1947 al 1965 fu professore di letteratura moderna alla Sapienza.


martedì 9 luglio 2024

José María Álvarez


Il 7 luglio a Cartagena se ne è andato all’età di 82 anni il poeta spagnolo José María Álvarez. Dotato di un un solido bagaglio accademico, si era laureato in Filosofia e Lettere, specializzandosi in Geografia e Storia, e faceva parte della generazione letteraria dei “novísimos”. La sindaca di Cartagena, Noelia Arroyo, ha salutato in un messaggio di cordoglio "uno dei poeti spagnoli più tradotti, viaggiatore inesauribile, amante della vita, personalità inimitabile e orgoglioso ambasciatore di Cartagena”. 

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IN THE SUNNY SIDE OF THE STREET

Quasi senza rendermene conto,
tanto di ciò che ho amato
mi ha abbandonato…

Libri che mi piacevano e che oggi non sopporto,
posti che una volta
mi interessavano, ore di rapita giovinezza. Persone
care. Io stesso; quelli che sono stato.

Andare a cercarlo? Le
acque di quello specchio non
sono
adatte
a navigare.
Il desiderio, le donne, oh, sono ancora lì. Ma
voglio condividere con loro
quel desiderio?
La passione della Libertà,
nemmeno immaginata quasi da nessuno.
Forse anche il sogno stesso
dell'Arte.

Ma il giorno che contemplo è bellissimo. È bello
questo tramonto sul mare.
E ho dei buoni libri a portata di mano
e musica che mi piace.
E sì, forse è una consolazione:
Non ho svilito la mia vita.

Mi sono rimaste poche persone
che significano qualcosa,
Non ho un paese, non è nemmeno la mia lingua
quella che forse amo di più.
A chiunque mi chieda
Da dove vieni? Dove stai andando?, semplicemente
rispondo:
cammino per il mondo,
sento il freddo della Luna,
e c'è ancora nei miei occhi
la curiosità.

(da Sulla delicatezza di gusto e passione, 2006)

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LA LUNA ALTA DI ARGENTO BOLLENTE

“E il chiaro splendore di una fiamma viva”.
GARCILASO DE LA VEGA

L'alta e ardente Luna d'argento.
Qualunque cosa posso essere,
si fonde
con quel bagliore misterioso.
Ed è così felice, così
dolce
questa solitudine.
Respirare profondamente e sentire che mi riempie
il Mondo. Perla
di miracolosa trasparenza, Dea
del cielo, mi guardo in te
come in uno specchio. Trasformami
nel fremito del tuo splendore.

(da Museo delle cere, 1971)

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Altre poesie di José María Álvarez sul Canto delle Sirene:



   LA  FRASE DEL GIORNO  

Non so davvero cosa possa essere la Poesia. So che una cosa è “quella” che chiamiamo Poesia quando la incontro, quando provo quell'emozione, quell'intensità, a volte insopportabile, quell'Incanto.
JOSÉ MARÍA ÁLVAREZ, Ángulo muerto, 19 giugno 2022

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José María Álvarez, (Cartagena, 31 maggio 1942 – 7 luglio 2024), poeta, saggista e narratore spagnolo. Appartenente ai “novisimos”, tradusse Kavafis, Holderlin, Stevenson, Shakespeare, Villon e T.S. Eliot. L'opera principale di Álvarez è Museo delle cere, tentativo di completare un libro unico e onnicomprensivo.


lunedì 8 luglio 2024

Ho un bosco


DARIA MENICANTI

FANCY

Ho un bosco. Un grande bosco che non ho
e le più belle aiuole
che crescono di foglie fiori cose
parlanti. Colori di farfalle
vanno danzando e si posano alle rose
con applausi. Ai piedi ho un mare bianco
di giochi e di criniere, in alto il cielo
che hanno tutti con lune e con soli
e luoghi di nuvole e tuoni
lampi socchiusi e doppi arcobaleni

(da Ferragosto, Lunarionuovo, 1986)

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Un paesaggio fantastico (“fancy” è l’immaginazione in inglese) quello che descrive Daria Menicanti: un giardino popolato di fiori, alberi e animali sotto un cielo in perenne mutamento nel corso dei giorni e delle notti, che, in fondo, è il paesaggio della mente, quel bosco dove "sulla scía delle parole (...) nasce il sole".

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HENRI ROUSSEAU, “PAESAGGIO ESOTICO”

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

D’estate è meglio. La casa è languida / di lunghi veli freschi, di verdi / tranquilli.
DARIA MENICANTI, Ferragosto

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Daria Menicanti (Piacenza, 1914 – Mozzate, 4 gennaio 1995), poetessa, insegnante e traduttrice italiana. In lei si mescolano il registro sarcastico e ironico e quello più sottile della malinconia. Per Lalla Romano la sua era “una voce nuova, moderna e classica, per niente alla moda, ma libera e anche audace”.


domenica 7 luglio 2024

Perché si smette di amare


JOSÉ ÁNGEL BUESA

SI SMETTE DI AMARE

Si smette di amare, e non si sa
perché si smette di amare:
è come aprire la mano e trovarla vuota,
e non sapere, all'improvviso, cosa abbiamo perso.

Si smette di amare, ed è come un fiume
la cui fresca corrente non disseta più;
come camminare in autunno sulle foglie secche
e calpestare la foglia verde che non sarebbe dovuta cadere.

Si smette di amare, ed è come il cieco
che ancora dice addio, piangendo, dopo che è passato il treno;
o come chi si sveglia ricordando la strada,
ma ora sa solo di essere ritornato.

Si smette di amare, come chi smette
di camminare per una strada, senza motivo, senza saperlo;
ed è trovare un diamante che brilla nella rugiada,
e quando lo raccogli, evapora anch'esso.

Si smette di amare, ed è come un viaggio
interrotto nell'ombra, senza proseguire né ritornare;
ed è cogliere una rosa per decorare la tavola
e perché il vento la sfogli sulla tovaglia.

Si smette di amare, ed è come un bambino
che vede naufragare la sua barchetta di carta;
oppure scrivere sulla sabbia la data di domani
e lasciare che il mare la prenda con il nome di ieri.

Si smette di amare, ed è come un libro
che, anche sfogliato pagina per pagina, è rimasto letto a metà;
ed è come l'anello che togliamo dal dito,
e solo allora sappiamo che ha segnato la pelle.

Si smette di amare e non si sa
perché si smette di amare...

(da Poeta innamorato, 1949)

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Il poeta cubano José Ángel Buesa riflette sul dissolversi dell'amore presentando ben tredici immagini per riuscire a rendere l'idea di quello svanire, di quel disamore che alla fine è la perdita di qualcosa o il suo venir meno, il suo svuotarsi talora immotivato, lo svaporare dell'ebbrezza dell'innamoramento.


RAFAL OLBINSKI, "PIERROT INNAMORATO"

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

La volta del disamore più doloroso / ho capito / che quello che più mi mancava / era che mi si tenesse per mano.
MARÍA RENÉE FERNÁNDEZ LAWSON, Soundtrack

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José Ángel Buesa (Cruces, 2 settembre 1910 – Santo Domingo , Repubblica Dominicana, 14 agosto 1982), poeta e scrittore cubano. Nel 1932 pubblicò la sua prima raccolta di poesie. Emigrò da Cuba nel 1961 e, dopo aver vissuto alle Isole Canarie e in El Salvador , si stabilì definitivamente a Santo Domingo , dove si dedicò all'insegnamento.