BARTOLO CATTAFI
IL SENSO GIUSTO
Tutto quello che passa
per le tue mani
ha una dolce impronta
un senso giusto
un sapore di semi
si riscatta dall’onta
del suo essere plumbeo
ogni ruga si spiana
sull’arco della fronte
chi da te si diparte
a te ritorna
come un pane sparito
rifiorito nel forno.
(da Marzo e le sue Idi, Mondadori, 1977)
“Lo scontro sanguinoso e soave”, così tipico della poesia di Bartolo Cattafi, “fra il concreto e l’astratto, fra il gusto cieco, amaro, inebriante della corporeità e il richiamo ansioso e imperioso di una misteriosa geometria celeste”, come lo fotografò Giovanni Raboni, trova una specie di spiegazione in quello che è “un intervallo del buio”, un momento in cui le cose sembrano andare incontro a una spiegazione in quell’indagine sulla condizione umana che in fondo è tutta la sua poesia.
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DIPINTO DI TATJANA NESTEROVA
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LA FRASE DEL GIORNO
Era questo lo scopo della vita / rincorrerla su ogni proda / prima che bruciasse / e che poi per suo conto rinascesse / metterle il sale sulla coda.
BARTOLO CATTAFI, L’aria secca del fuoco
Bartolo Cattafi (Barcellona Pozzo di Gotto, 6 luglio 1922 – Milano, 13 marzo 1979), poeta italiano. La sua poesia spazia sui dilemmi esistenziali con sensibilità di diarista, spesso con uno sguardo metafisico dove sono protagonisti il vuoto e la solitudine. Nei suoi versi il tema del viaggio è una costante metafora del vivere.
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