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venerdì 30 giugno 2023

Caffè lontano e solitario


NANCY BACELO

MI SORPRENDO IN POSTI

Mi sorprendo in posti
dove non sono mai stata
per esempio in questo
caffè lontano e solitario
su un tavolo scuro
e sbiadito
Mi sorprendo a chiamarti
dirti
che suona un tango
e dice "Tesoro, non badargli"
quel tango
che suona nella pioggia
cosa vuoi
mi scioglie

(da il pane quotidiano, 1975)

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C'è un bel libro dello scrittore bulgaro Georgi Gospodinov intitolato Cronorifugio: Gaustìn, un personaggio che vaga nel tempo, inaugura una "clinica del passato" dove accoglie quanti hanno perso la memoria per aiutarli a riappropriarsi dei loro ricordi.  A un certo punto il protagonista che insegue Gaustin afferma "Sono talmente tanti i posti dove non sono. Non sono a Napoli, a Tangeri, Coimbra, Lisbona, New York, Jambol e Istanbul. Non solo non ci sono, ma non ci sono dolorosamente. Non sono in un piovoso pomeriggio a Londra, non sono nel baccano di Madrid la sera, non sono a Brooklyn in autunno, non sono nelle domenicali strade deserte a Sofia o a Torino, nel silenzio di una cittadina bulgara del 1978... Talmente tante volte non ci sono. Il mondo è sovraffollato dalla mia assenza. La vita sta là, dove io non sono. Dovunque io sia..." A quell'atmosfera nostalgica mi ha fatto pensare la poetessa uruguaiana Nancy Bacelo, a quell'essere altrove con cui talvolta la memoria ci inganna, ai suoi déja vu, ai "falsi ricordi" che è capace di generare.

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FABIAN PEREZ, "IL VERSO I"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Rivolte del suono /  le parole -/  costante cavalcata / della lingua - / mentre un marinaio solitario / fa vacillare la memoria.
NANCY BACELO, I musicisti continuano a suonare

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Nancy Bacelo (José Batlle y Ordóñez, 10 luglio 1931 - 1° settembre 2007), scrittrice e poetessa uruguaiana. Nel 1961 organizzò la Feria Nacional de Libros, Grabados, Dibujos y Artesanías, spazio culturale di diffusione letteraria e artistica, unico mezzo di trasmissione delle sue poesie, che terminò con la sua scomparsa.


giovedì 29 giugno 2023

Non è la pietra a cadere


JOSÉ WATANABE

ANONIMO (QUALCUNO, PRIMA DI NEWTON)

Dalla cengia della montagna
lascio cadere dolcemente un sasso verso il precipizio,
azione oziosa
di chi si ferma a riposare in questo luogo.
Mentre la pietra cade libera e pulita nell'aria,
sento confusamente che non è la pietra a cadere,
ma che piuttosto scende richiamata dalla terra, attratta
da un potere invisibile e inevitabile.
La mia bocca vuole dare un nome a quel potere, fa smorfie, balbetta
e non dice niente.
La rivelazione, il principio,
è stato come un pesce sfuggente che è affiorato ed è tornato nei suoi abissi
ed è ancora senza nome.
Mi accontento di averlo intravisto.
Non conosco linguaggio e questa mancanza non mi rattrista.
Un giorno un altro uomo, salito su questa montagna
o su un'altra,
dirà di più, e con precisione.
Quell'uomo, senza saperlo, completerà il mio pensiero.

(da Il fuso della parola, 1989)

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Una poesia, questa del poeta peruviano José Watanabe, che mi ha ricordato un bellissimo album progressive del Banco del Mutuo Soccorso, Darwin: il tema è lo stesso, l’evoluzione, la nascita del sentimento e della scienza, la scoperta. Questo anonimo antenato “scopre” la forza di gravità centinaia di migliaia di anni prima di Newton, ma ancora non può rendersene conto e non può esprimere la sua intuizione.

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FOTOGRAFIA © GIDONPICO/PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO  

C'è un concetto di base nella scienza: ogni scoperta, ogni invenzione è sempre il frutto di ricerche precedenti che hanno preparato il terreno.
PIERO ANGELA, Viaggio nella scienza

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José Watanabe Varas (Trujillo, 17 marzo 1945 - Lima, 25 aprile 2007) poeta peruviano. Voce dei “poeti del ‘70”, al tipico colloquialismo e allo sperimentalismo della corrente mescolò lo zen, il taoismo, il buddhismo e la cultura degli haiku che gli derivavano dalle sue origini giapponesi.


mercoledì 28 giugno 2023

Dove stava viaggiando


JAMES LAUGHLIN

IL VIAGGIO SENZA NOME

Chissà dove va
quando chiude gli occhi
mentre facciamo l'amore?

È lì al mio fianco
ma non c'è
Se la tocco, trema
ma non dice niente

Una sera le ho chiesto
dove stava viaggiando
Allora mi ha sorriso e
ha risposto non ti preoccupare

Non sarò mai lontano da te
la terra che visito
è il paese delle poesie
che hai scritto per me

(da Le poesie d'amore, 1998)

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"Gli occhi sono guide in amore / disse Properzio oculi sunt / in amore duces allora perché / li chiude eppure le sue labbra / sono aperte (in un sorriso) come se / fossero i suoi occhi dulce /ridentem così non / rimprovererò la segretezza dei suoi / occhi anche se lei non / mi dice cos'è forse / non spetta a me saperlo": alla domanda su dove “scompaia” la sua compagna nei meandri del piacere il poeta statunitense James Laughlin si risponde da solo in un’altra poesia della raccolta, citando un celebre verso del poeta latino Sesto Properzio.

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FOTOGRAFIA © VICTORIA REGEN/PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Di certo ti amo per la tua mente  / e tu per il mio carattere, / ma non siamo molto fortunati / che anche i nostri corpi si amino?
JAMES LAUGHLIN, Le poesie d’amore

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James Laughlin (Pittsburgh, Pennsylvania, 30 ottobre 1914 – Norfolk, Connecticut, 12 novembre 1997), poeta, saggista e editore statunitense. Legato al modernismo, elaborò una tecnica personale ed eterodossa, fatta di violenti contrasti tra slancio lirico e ironia, tra un raffinato uso della memoria e profanazioni linguistiche del quotidiano.


martedì 27 giugno 2023

Tutto così chiaro


GABRIEL ZAID

SIESTA ARANCIONE

Non alzarti, temo
che il mondo sia ancora lì.

Le nuvole imponenti,
il leccio ombroso,
le felci in pace.

Tutto così chiaro
da far paura.

(da Orologio solare, 1995)

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Il sonno è una sospensione del vivere, un rifugio in cui ci isoliamo dalle relazioni con il mondo esterno, con la realtà. Ecco perché il poeta messicano Gabriel Zaid vorrebbe prolungare il sonnellino pomeridiano, la tipica “siesta” che è associata per stereotipo al suo paese.

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FREDERIC LEIGHTON, "GIUGNO FIAMMEGGIANTE"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Così si scopre che l’irrealtà ha potere sulla realtà.
GABRIEL ZAID, Il segreto della fama




Gabriel Zaid Giacoman (Monterrey, 24 gennaio 1934), poeta e saggista messicano. Noto per non essere mai apparso in pubblico, ritiene che uno scrittore dovrebbe essere conosciuto per il suo lavoro, non per la sua personalità nella vita reale. I suoi saggi spaziano tra poesia, economia e critica letteraria.


lunedì 26 giugno 2023

L’assalto del nulla


AMALIA BAUTISTA

SPIRALE

Il mondo gira in tondo, mi dicono,
o meglio si muove a spirale
e quindi non avanza, si concentra
o si disperde all'infinito,
senza fine né inizio, senza oggetto
e senza senso, senza perché o dove.
La vita, allora, incontra di nuovo
quella che era la sua origine, il suo seme,
la misura di tutti i suoi fallimenti,
l’abisso che contiene le nostre paure
e in cui si adattano le nostre speranze.
E supponendo che le cose
stiano così, tanto crude e tanto fragili,
dimmi cosa ci facciamo tu e io qui in piedi,
a sopportare l'assalto del nulla,
il flagello che non abbiamo mai meritato
o il dardo chiamato indifferenza
o sfortuna o momento difficile?
Dimmi, anche se devi mentirmi un po',
che non siamo perduti, che ci sono ancora delle crepe
attraverso le quali può entrare qualche consolazione,
che questo non è un altro di quei
vicoli ciechi e senza luce dove ci si spaventa,
dove perdiamo la fede e piangiamo…
Convincimi, promettimi la vita.

(da Tre desideri, 2006)

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Un testo quasi filosofico della poetessa spagnola Amalia Bautista, “una conversazione fuori dal tempo, in un gioco di luci e di specchi poetici” come rileva Jorge Valdés Díaz Vélez, una riflessione sulla vita che ha toni amari e negativi ma che trova comunque una luce in fondo al tunnel – o meglio attraverso le crepe.

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HENRI MARTIN, "GLI INNAMORATI"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Si scopre che la vita non è solo spingere, / né un gioco di fallaci illusioni.
AMALIA BAUTISTA, Tre desideri

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Amalia Bautista (Madrid, 1962) è una poetessa spagnola. Laureata in Scienze dell’Informazione. Con un linguaggio colloquiale esprime una profonda ansia di assoluto, intesa come amore, soprattutto su temi erotici, dove indaga la passione e l’emozione.


domenica 25 giugno 2023

Musica senza rumore


EUGENIO MONTALE

MINSTRELS (MUSICA SOGNATA)

Ritornello, rimbalzi
tra le vetrate d'afa dell'estate.

Acre groppo di note soffocate,
riso che non esplode
ma trapunge le ore vuote
e lo suonano tre avanzi di baccanale
vestiti di ritagli di giornali,
con istrumenti mai veduti,
simili a strani imbuti
che si gonfiano a volte e poi s'afflosciano.

Musica senza rumore
che nasce dalle strade,
s'innalza a stento e ricade,
e si colora di tinte
ora scarlatte ora biade,
e inumidisce gli occhi, così che il mondo
si vede come socchiudendo gli occhi
nuotar nel biondo.

Scatta ripiomba sfuma,
poi riappare
soffocata e lontana: si consuma.
Non s'ode quasi, si respira.
Bruci
tu pure tra le lastre dell'estate,
cuore che ti smarrisci! Ed ora incauto
provi le ignote note sul tuo flauto.

(da Ossi di seppia, Gobetti, 1925)

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È lo stesso Eugenio Montale ad affermare: "Quando cominciai a scrivere le prime poesie degli Ossi di seppia avevo certo un’idea della musica nuova e della nuova pittura. Avevo sentito i Minstrels di Debussy e nella prima edizione del libro c’era una cosetta che si sforzava di rifarli". Quella cosetta è appunto Minstrels (Musica sognata), che traduce l'impressionismo musicale in immagini tentando di "trasformare le parole in note e di assecondare il loro suono nel comporre”.

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IMMAGINE © GETWALLPAPERS

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  LA FRASE DEL GIORNO  

In fondo, diciamo tutta la coraggiosa verità: la letteratura è musica.
EUGENIO MONTALE, Quaderno genovese

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Eugenio Montale (Genova, 12 ottobre 1896 – Milano, 12 settembre 1981), poeta e scrittore italiano, Gli fu conferito il Premio Nobel per la Letteratura nel 1975 “per la sua poetica distinta che, con grande sensibilità artistica, ha interpretato i valori umani sotto il simbolo di una visione della vita priva di illusioni”, ovvero la “teologia negativa” in cui il "male di vivere"  si esprime attraverso la corrosione dell'Io lirico tradizionale e del suo linguaggio.


sabato 24 giugno 2023

Centenario di Yves Bonnefoy


Yves Bonnefoy, nato a Tours il 24 giugno del 1923, consapevole che all’uomo è negata la conoscenza intellettuale della realtà, cercò nelle sue poesie di intravedere “il suono del colore in ciò che è”. Per questo motivo, partito da una vicinanza con i Surrealisti, li abbandonò ben presto, considerando che il movimento costituiva una "cattiva presenza" sostituendo una surrealtà alla realtà. La poesia deve essere attaccata alla realtà e al vivere: è “l'articolazione tra l'esistenza e la parola”, vi è continuità tra l’essere e la sua poesia.

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FOTOGRAFIA © HANSER

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IL CUORE, L’ACQUA NON INTORBIDITA

Sei allegra o triste?
– Come saperlo,
Salvo che nulla pesa
Al cuore senza ritorno.

Nessun passo d’uccello
Su questa vetrata
Del cuore attraversato
Da giardini ed ombra.

Un pensiero di te
Che ha bevuto la mia vita
Ma tra queste foglie
Nessun ricordo.

Sono l’ora semplice
E l’acqua non intorbidita.
Ho saputo amarti,
Non sapendo morire?

(da Pietra scritta, 1965 – Traduzione di Fabio Scotto)

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SI ERANO SCORTI DA LONTANO TRA LA FOLLA

Si erano scorti da lontano tra la folla,
Si conoscevano solo di vista,
Si sedettero uno accanto all'altra per ascoltare
La musica sublime di quella sera.

L'opera sapeva molto dell'uno e dell'altra,
Parlava a ciò che non osavano essere,
Prese loro le mani, affinché farne
Riconoscenza e condivisione e desiderio.

Di mani che s'uniscono s'accresce lo spirito,
E ancor più penetrante è la musica.
Ancor più essa è il vero che è il semplice.

Una barca i loro corpi avvinti che solleva
L'ardore che farà nascere, e vicina è l'alba,
Quasi già sorto il loro secondo giorno.

(da Insieme ancora, Il Saggiatore, 2022 – Traduzione di Fabio Scotto)

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Altre poesie di Yves Bonnefoy sul Canto delle Sirene:

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  LA FRASE DEL GIORNO  

La poesia cerca di risalire la corrente, non può, deve cercare modi indiretti di essere memoria dell'immediato, di risvegliare l'essere parlante dal suo sonno concettuale.
YVES BONNEFOY, L’Express, 22 novembre 2010

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Yves Bonnefoy (Tours, 24 giugno 1923 – Parigi, 1º luglio 2016),  poeta, traduttore e critico d'arte francese. Le sue poesie affermano la speranza che al linguaggio poetico, non potendo raggiungere la conoscenza della realtà, sia concesso di giungere almeno al "suono del colore in ciò che è".


venerdì 23 giugno 2023

Nella notte di San Giovanni


JOAN MARAGALL

IL BASILICO

Questa pianta profumata
nella notte di San Giovanni
emana il suo profumo, silenzioso,
tra l’audacia
della notte ardente
di tanti fuochi accesi.

Tra le nuvole rosse,
il cielo blu e le stelle;
tra grida di gioia,
gorgogliare di fontane,
e il salire delle scintille,
si diffonde un gusto
fresco, morbido e chiaro:
il basilico:
sono i rami profumati
della notte di San Giovanni.

Ragazze innamorate
di un futuro fidanzato,
scompigliano il basilico
per farlo profumare.
Il basilico toccato
è un incensiere violento
che scaglia l’aroma
e aumenta l'incanto.

Che profumo fresco e forte,
ora che i fuochi sono spenti!
San Giovanni, apri la porta
profumata del Levante!
E al mattino delle aure bianche
il basilico troverà
altri aromi fratelli
che la notte fa dimenticare.

Questa pianta profumata
nella notte di San Giovanni
emana il suo profumo, silenzioso,
tra l’audacia
della notte ardente
da tanti fuochi che si alzano,
                        che si alzano!

(da Visioni e canti, 1900)

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La notte di San Giovanni, chiamata popolarmente la revetlla de Sant Joan e la notte del fuoco, è celebrata in tutti i Paesi catalani – ma anche in Spagna e  in altre parti d’Europa - tra il 23 e il 24 giugno. Onora naturalmente il solstizio d’estate e ha come elemento caratteristico il fuoco. In ogni località vengono allestiti diversi falò ed erano un tempo occasione di socialità, di incontro tra ragazze e ragazzi. Il basilico, su cui punta l’attenzione il poeta Joan Maragall, è parte di quella tradizione – del resto è pianta che ha il suo rigoglio proprio in questo periodo – e, secondo la leggenda, vede il suo potere curativo aumentare proprio in questa notte.

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FOTOGRAFIA © LAURA_O/PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO  

La notte d’estate è come una perfezione del pensiero.
WALLACE STEVENS, Idee di ordine

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Joan Maragall i Gorina (Barcellona, 10 ottobre 1860 –  20 dicembre 1911), poeta e scrittore catalano. Fautore dell'indipendenza della Catalogna, criticò aspramente la Spagna come arretrata e tradizionalista rispetto al resto d’Europa. La sua prosa è in spagnolo, le sue poesie sono in catalano, così come le traduzioni da Omero, Pindaro, Goethe e Novalis.


giovedì 22 giugno 2023

Altri luminari


SALVATORE QUASIMODO

ALLA NUOVA LUNA

In principio Dio creò il cielo
e la terra, poi nel suo giorno
esatto mise i luminari in cielo
e al settimo giorno si riposò.
Dopo miliardi di anni l’uomo,
fatto a sua immagine e somiglianza,
senza mai riposare, con la sua
intelligenza laica,
senza timore, nel cielo sereno
d’una notte d’ottobre,
mise altri luminari uguali
a quelli che giravano
dalla creazione del mondo. Amen

(da La terra impareggiabile, 1958)

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La poesia scelta per l’interpretazione e analisi del testo all’Esame di Stato 2023 è Alla luna di Salvatore Quasimodo, inclusa nella raccolta La terra impareggiabile, incentrata da un lato sulla nostalgia della Sicilia e dall’altro sull’esplorazione della nuova società del dopoguerra fondata sulla “civiltà dell’atomo” e sulla guerra fredda.

Il 4 ottobre 1957 l’Unione Sovietica lanciò in orbita lo Sputnik 1, una sfera di metallo levigata del diametro di 58 cm con quattro antenne radio esterne, il primo satellite artificiale, il primo oggetto lanciato nello spazio. Il Nobel siciliano era poeta attento alle implicazioni del progresso e al loro impatto sull’umanità: “Sei ancora quello della pietra e della fionda, / uomo del mio tempo. Eri nella carlinga, / con le ali maligne, le meridiane di morte, /t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche, / alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu, / con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio, / senza amore, senza Cristo” scrisse in Uomo del mio tempo. Di fronte a quella “nuova luna” umana Quasimodo si lancia in quella che Bart Van den Bossche definisce “parabola cosmogonica riscritta a fini di critica morale”: parte da lontano, dall’inizio della Genesi, l’incipit è riportato pari pari dall’Antico Testamento, ma se “In principio Dio creò il cielo e la terra” ora è l’uomo a creare, a ergersi Dio, a incarnarne la potenza creatrice.

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IMMAGINE © DIGITAL REPORT



  LA FRASE DEL GIORNO  

Non ci direte una notte gridando / dai megafoni, una notte / di zagare, di nascite, d'amori / appena cominciati, che l'idrogeno / in nome del diritto brucia / la terra.
SALVATORE QUASIMODO, La terra impareggiabile




Salvatore Quasimodo (Modica, 20 agosto 1901 – Napoli, 14 giugno 1968), poeta e traduttore italiano, esponente di rilievo dell'ermetismo.  Essenziale ed epigrammatico, ha  temperato gli influssi originari in un linguaggio poeticamente sempre più autonomo, che libera un’intensa sensualità in trepide visioni. Premio Nobel per la letteratura 1959 “per la sua poetica lirica, che con ardente classicità esprime le tragiche esperienze della vita dei nostri tempi”.


mercoledì 21 giugno 2023

Ed è diventata estate


ŌTAGAKI RENGETSU

FIORI CADUTI

I fiori sono caduti,
Anche le catene del mio cuore
Si sono allentate,
Ed è diventata estate;
Un ruscelletto mormora fresco e limpido.

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L’estate astronomica che comincia oggi con il solstizio alle 16.57, è stagione di rigoglio e di raccolto, dimenticate le ristrettezze dell’inverno. Ōtagaki Rengetsu, poetessa giapponese che perse due mariti e due figli prima di rinunciare al mondo e diventare monaca buddhista a 33 anni, traccia un parallelo tra la bella stagione e la sua vita ora pacificata.

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FOTOGRAFIA © LUM3N/PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Quando torna l'estate torna il tempo. La natura vi ride in faccia. Lo spirito di letizia vi scortica l'anima.
YASMINA REZA, Serge




Ōtagaki Rengetsu (Kyoto, 10 febbraio 1791 – Nishigamo, 10 dicembre 1875),  monaca buddhista, poetessa e ceramista giapponese, ricordata come una delle poetesse giapponesi più importanti del diciannovesimo secolo.



martedì 20 giugno 2023

Manuel Díaz Martínez


Uno degli ultimi poeti della Generazione del ’50, movimento poetico cubano, Manuel Díaz Martínez, è morto il 17 giugno a Las Palmas de Gran Canaria, in Spagna, dove era esule dal 1992. Nato nel 1936 a Santa Clara, sull’isola caraibica, era un pensatore lucido ed ebbe una visione critica del regime cubano fino alla fine dei suoi giorni. La figlia María Gabriela ha dichiarato: “Con lui se ne va la Generazione del ‘50 e uno dei testimoni oculari del cosiddetto «caso Padilla». Se ne è andato affermando di aver vissuto una vita intensa e che, data l'opportunità, la ripeterebbe ancora con il bene e il male che gli ha dato. È morto pensando a una Cuba libera. È morto meditando su «Cos'è un uomo seduto davanti al mare?»

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FOTOGRAFIA © ÁRBOL INVERTIDO

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CHI?

Chi abita la casa che ho abitato:
chi accarezza il legno che ho accarezzato,
chi vede gli splendori che ho visto,
chi vive la penombra che ho vissuto,

chi sogna dai vetri in cui ho sognato,
chi piange sulla scala dove ho pianto,
chi apre le porte che io ho aperto,
chi ride nell’andito dove risi,

chi va a cavallo della mia ombra,
chi parla, grida, chiama e non mi nomina,
chi le mie braccia con le sue ha scambiato,

chi riempie la mia sagoma ignaro,
chi cammina verso la morte e inconscio
con i piedi occupa i miei vecchi passi?

(da Cuba internacional, 1984)

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PREGHIERA

Lodate il Signore,
che sa perché accade ciò che accade,
perché ciò che non accade non accade,
perché decide lui ciò che decide,
perché non fa ciò che dovrebbe.

Lodate il Signore,
che sa perché decide ciò che non accade,
perché accade ciò che non sa,
perché non sa ciò che non fa,
perché ci deve ciò che accade.

(da Segnali di vita, 1998)

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Gli spiritisti a Cuba usano l'espressione "essere nella cripta", o qualcosa del genere, per designare lo stato di grazia che permette loro di contattare i morti. La prima cosa per scrivere una poesia è essere nella cripta, ma nel caso dei poeti questa espressione designa lo stato di grazia per entrare in contatto con i vivi.
MANUEL DÍAZ MARTÍNEZ, Cyber Humanitatis, 48, Primavera 2008

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Manuel Díaz Martínez (Santa Clara, 13 settembre 1936 – Las Palmas de Gran Canaria, 17 giugno 2023), poeta e giornalista cubano, successivamente nazionalizzato spagnolo. Esponente della Generazione del ‘50, nel 1992, dopo aver firmato la Lettera dei Dieci che chiedeva di democratizzare il regime castrista, si ritirò in esilio in Spagna.


lunedì 19 giugno 2023

Quella curva ardente


RAINER MARIA RILKE

RITRATTO INTERIORE

Non sono dei ricordi
a trattenerti in me;
né ti fa mia la forza
di un bel desiderio.

Quanto ti fa presente
è quella curva ardente
che una lenta tenerezza
descrive nel mio sangue.

Io non sento il bisogno
di vederti apparire;
è bastato nascessi
per perderti un po' meno.

(da Poesie francesi, Crocetti, 1999 - Traduzione di Roberto Carifi)

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Rainer Maria Rilke, poeta austriaco ormai malato e prossimo alla fine, prova a percepire emotivamente il suo io al di là del tempo e dello spazio, abbracciandone l'essenza più pura nella consapevolezza della coscienza: "Lasciar compiersi ogni impressione e ogni germe d’un sentimento dentro di sé, nel buio, nell’indicibile, nell’inconscio irraggiungibile alla propria ragione, e attendere con profonda umiltà e pazienza l’ora del parto d’una nuova chiarezza: questo solo si chiama vivere da artista: nel comprendere come nel creare".

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ELABORAZIONE GRAFICA © DANIELE RIVA

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Qui siamo noi forse per dire: casa, / ponte, fontana, porta, mandorlo, brocca, finestra, / al più: colonna, torre… ma dire, / oh così dire come le cose stesse nell'intimo / mai s'immaginarono.
RAINER MARIA RILKE, Elegie duinesi

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René Karl Wilhelm Johann Josef Maria Rilke, noto come Rainer Maria Rilke (Praga, 4 dicembre 1875 – Les Planches, 29 dicembre 1926), scrittore, poeta e drammaturgo austriaco di origine boema. È celebre soprattutto per le Elegie duinesi  i Sonetti a Orfeo e I quaderni di Malte Laurids Brigge. La sua poesia, influenzata da Nietzsche, vede una realtà senza consolazioni.


domenica 18 giugno 2023

Le ragnatele


OMAR LARA

PAESAGGIO

Le ragnatele hanno invaso le pareti di questa
   stanza
basta alzare lo sguardo, sono appese ai chiodi
   e alle  tende.
A quelle linee fragili che portano ricordi
di un'antica dolcezza
come una bandiera bianca mi isso.

(da I bei giorni, 1972)

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Il poeta cileno Omar Lara osserva una stanza non abitata  da tempo, dove le ragnatele hanno intessuto la loro tela ma permettono curiosamente di entrare in connessione con il passato: la memoria altro non è che il ricordo di ciò che si è vissuto - o che si è immaginato di vivere nelle poesie - e riporta Lara nel nido dove cova il suo "uovo nostalgico".

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FOTOGRAFIA © SNAPWIRESNAPS/PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO  

A cosa può servire la poesia se non per incontrarsi?
OMAR LARA, Voci di Portocaliu





Luis Omar Lara Mendoza (Nohualhue, Teodoro Schmidt, 9 giugno 1941 - Concepción, 2 luglio 2021), poeta, traduttore ed editore cileno. Fondatore della rivista Trilce, vi accorpò la generazione poetica che sarà dispersa dal golpe militare del 1973. Fu esule in Perù e poi a Bucarest e Madrid. La sua poesia tratta la nostalgia del passato, l’amore e la fugacità del tempo.


sabato 17 giugno 2023

Tra me e il cielo


NIZAR QABBANI

LA MIA AMATA MI CHIEDE

La mia amata mi chiede:
"Qual è la differenza tra me e il cielo?"
La differenza, amore mio,
è che quando ridi,
io mi dimentico del cielo.

(da Dipingere con le parole, 1966)

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La sensibilità femminile di Nazir Qabbani, poeta siriano, deriva dalla sua infanzia vissuta all'interno di un mondo di donne  - circolo chiuso e impermeabile all'esterno, in pratica segregato dalla borghesia araba del tempo. Quel rispetto della donna lo porta su temi addirittura éluardiani, lo porta a fare della donna un cardine su cui gira il mondo intero, un tramite tra l'uomo e il divino, l'universale.

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ANGELA ANDERSON, "INNAMORATI SOTTO UN CIELO STELLATO"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

O Signore, il mio cuore non mi basta più, / quella che io amo è grande quanto il mondo: / mettimene nel petto un altro /che sia grande quanto il mondo.
NIZAR QABBANI, Dipingere con le parole




Nizar Tawfiq Qabbani (Damasco, 21 marzo 1923 – Londra, 30 aprile 1998), poeta, editore e diplomatico siriano. Il suo stile poetico combina semplicità ed eleganza nell'esplorare i temi dell'amore, dell'erotismo, della religione e dell'emancipazione araba contro l'imperialismo straniero e i dittatori locali.


venerdì 16 giugno 2023

Un’eco del mondo


ÁNGEL GONZÁLEZ

BOSCO

Attraversi il crepuscolo.
L'aria
devi quasi separarla con le mani
tanto è densa e impenetrabile.
Cammini. Non lasciano tracce
i tuoi piedi. Centinaia di alberi
trattengono il respiro sopra la tua
testa. Un uccello non lo sa
che sei lì, e lancia il suo fischio
attraverso il paesaggio.
Il mondo cambia colore: è come un'eco
del mondo. Un’eco lontana
che tu scuoti, varcando
l’ultimo confine della sera.

(da Aspro mondo, 1956)

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Già nel Ciclo di Baal, testo ugaritico del XIII secolo avanti Cristo, si parlava della “parola dell’albero” e del “sussurro della pietra” come rivelatori di segreti agli umani. Attraversare un bosco al tramonto, come fa il poeta spagnolo Ángel González, è un’esperienza che ha qualcosa di mistico: si varca quel territorio di alberi e terra come una cattedrale, come un tempio dove la natura rivela la sua grandezza e la sua bellezza.

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FOTOGRAFIA © INSPIREDIMAGES/PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Pensa sempre a questo: quando nella vita avrai dolori o preoccupazioni, va' come ora ad occhi bene aperti per il bosco, e da ogni albero, da ogni cespuglio, da ogni fiore e da ogni animale la potenza di Dio ti verrà incontro dandoti forza e consolazione.
ERNST MARISCHKA, La principessa Sissi.

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Ángel González Muñiz (Oviedo, 6 settembre 1925 – Madrid, 12  gennaio 2008), poeta spagnolo della Generazione del ‘50. Premio Principe delle Asturie nel 1985 e Premio Regina Sofia nel 1996. La sua opera mescola intimismo e poesia sociale con un tocco ironico. Il passare del tempo, l’amore e la civilizzazione sono i suoi temi ricorrenti, giocati su toni di un’ottimistica malinconia.


giovedì 15 giugno 2023

Non stancarsi d’amare


ANGELO MARIA RIPELLINO

VIVERE È STARE SVEGLI

Vivere è stare svegli
e concedersi agli altri,
dare di sé sempre il meglio,
e non essere scaltri.

Vivere è amare la vita
con i suoi funerali e i suoi balli,
trovare favole e miti
nelle vicende più squallide.

Vivere è attendere il sole
nei giorni di nera tempesta,
schivare le gonfie parole,
vestite con frange di festa.

Vivere è scegliere le umili
melodie senza strepiti e spari,
scendere verso l’autunno
e non stancarsi d’amare.

(da Non un giorno ma adesso, 1960)

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Vivere in fondo è sapersi adattare a questo mondo, alle sue convenzioni, ai rapporti con gli altri – allora si comprende che è necessario, seguendo il dettato di Hemingway, evitare di “passare i giorni”, ma consumarli con intensità. Una vita che – dice il poeta e traduttore Angelo Maria Ripellino – va pienamente vissuta, accettata, sempre inseguendo la sua vena di speranza e soprattutto mai “stancandosi di amare”.

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PIERRE-AUGUSTE RENOIR, "COLAZIONE IN RIVA AL FIUME"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Oh, non dico che la vita sia sempre / la marcia nuziale di Mendelssohn, / ma la colpa non è degli alberi.
ANGELO MARIA RIPELLINO, Lo splendido violino verde

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ripellino-angelo-mariaAngelo Maria Ripellino (Palermo, 4 dicembre 1923 – Roma, 21 aprile 1978),  traduttore, poeta e slavista italiano. Docente di Filologia Slava a Bologna e poi di Lingua e Letteratura russa a Roma, è notissimo per l’antologia Poesia russa del ‘900, pubblicata da Guanda nel 1954.