ÁNGEL GONZÁLEZ
BOSCO
Attraversi il crepuscolo.
L'aria
devi quasi separarla con le mani
tanto è densa e impenetrabile.
Cammini. Non lasciano tracce
i tuoi piedi. Centinaia di alberi
trattengono il respiro sopra la tua
testa. Un uccello non lo sa
che sei lì, e lancia il suo fischio
attraverso il paesaggio.
Il mondo cambia colore: è come un'eco
del mondo. Un’eco lontana
che tu scuoti, varcando
l’ultimo confine della sera.
(da Aspro mondo, 1956)
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Già nel Ciclo di Baal, testo ugaritico del XIII secolo avanti Cristo, si parlava della “parola dell’albero” e del “sussurro della pietra” come rivelatori di segreti agli umani. Attraversare un bosco al tramonto, come fa il poeta spagnolo Ángel González, è un’esperienza che ha qualcosa di mistico: si varca quel territorio di alberi e terra come una cattedrale, come un tempio dove la natura rivela la sua grandezza e la sua bellezza.
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FOTOGRAFIA © INSPIREDIMAGES/PIXABAY
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LA FRASE DEL GIORNO
Pensa sempre a questo: quando nella vita avrai dolori o preoccupazioni, va' come ora ad occhi bene aperti per il bosco, e da ogni albero, da ogni cespuglio, da ogni fiore e da ogni animale la potenza di Dio ti verrà incontro dandoti forza e consolazione.
ERNST MARISCHKA, La principessa Sissi.
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Ángel González Muñiz (Oviedo, 6 settembre 1925 – Madrid, 12 gennaio 2008), poeta spagnolo della Generazione del ‘50. Premio Principe delle Asturie nel 1985 e Premio Regina Sofia nel 1996. La sua opera mescola intimismo e poesia sociale con un tocco ironico. Il passare del tempo, l’amore e la civilizzazione sono i suoi temi ricorrenti, giocati su toni di un’ottimistica malinconia.
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