SALVATORE QUASIMODO
ALLA NUOVA LUNA
In principio Dio creò il cielo
e la terra, poi nel suo giorno
esatto mise i luminari in cielo
e al settimo giorno si riposò.
Dopo miliardi di anni l’uomo,
fatto a sua immagine e somiglianza,
senza mai riposare, con la sua
intelligenza laica,
senza timore, nel cielo sereno
d’una notte d’ottobre,
mise altri luminari uguali
a quelli che giravano
dalla creazione del mondo. Amen
(da La terra impareggiabile, 1958)
.
La poesia scelta per l’interpretazione e analisi del testo all’Esame di Stato 2023 è Alla luna di Salvatore Quasimodo, inclusa nella raccolta La terra impareggiabile, incentrata da un lato sulla nostalgia della Sicilia e dall’altro sull’esplorazione della nuova società del dopoguerra fondata sulla “civiltà dell’atomo” e sulla guerra fredda.
Il 4 ottobre 1957 l’Unione Sovietica lanciò in orbita lo Sputnik 1, una sfera di metallo levigata del diametro di 58 cm con quattro antenne radio esterne, il primo satellite artificiale, il primo oggetto lanciato nello spazio. Il Nobel siciliano era poeta attento alle implicazioni del progresso e al loro impatto sull’umanità: “Sei ancora quello della pietra e della fionda, / uomo del mio tempo. Eri nella carlinga, / con le ali maligne, le meridiane di morte, /t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche, / alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu, / con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio, / senza amore, senza Cristo” scrisse in Uomo del mio tempo. Di fronte a quella “nuova luna” umana Quasimodo si lancia in quella che Bart Van den Bossche definisce “parabola cosmogonica riscritta a fini di critica morale”: parte da lontano, dall’inizio della Genesi, l’incipit è riportato pari pari dall’Antico Testamento, ma se “In principio Dio creò il cielo e la terra” ora è l’uomo a creare, a ergersi Dio, a incarnarne la potenza creatrice.
.
IMMAGINE © DIGITAL REPORT
LA FRASE DEL GIORNO
Non ci direte una notte gridando / dai megafoni, una notte / di zagare, di nascite, d'amori / appena cominciati, che l'idrogeno / in nome del diritto brucia / la terra.
SALVATORE QUASIMODO, La terra impareggiabile
Salvatore Quasimodo (Modica, 20 agosto 1901 – Napoli, 14 giugno 1968), poeta e traduttore italiano, esponente di rilievo dell'ermetismo. Essenziale ed epigrammatico, ha temperato gli influssi originari in un linguaggio poeticamente sempre più autonomo, che libera un’intensa sensualità in trepide visioni. Premio Nobel per la letteratura 1959 “per la sua poetica lirica, che con ardente classicità esprime le tragiche esperienze della vita dei nostri tempi”.
Nessun commento:
Posta un commento