EUGENIO MONTALE
MINSTRELS (MUSICA SOGNATA)
Ritornello, rimbalzi
tra le vetrate d'afa dell'estate.
Acre groppo di note soffocate,
riso che non esplode
ma trapunge le ore vuote
e lo suonano tre avanzi di baccanale
vestiti di ritagli di giornali,
con istrumenti mai veduti,
simili a strani imbuti
che si gonfiano a volte e poi s'afflosciano.
Musica senza rumore
che nasce dalle strade,
s'innalza a stento e ricade,
e si colora di tinte
ora scarlatte ora biade,
e inumidisce gli occhi, così che il mondo
si vede come socchiudendo gli occhi
nuotar nel biondo.
Scatta ripiomba sfuma,
poi riappare
soffocata e lontana: si consuma.
Non s'ode quasi, si respira.
Bruci
tu pure tra le lastre dell'estate,
cuore che ti smarrisci! Ed ora incauto
provi le ignote note sul tuo flauto.
(da Ossi di seppia, Gobetti, 1925)
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È lo stesso Eugenio Montale ad affermare: "Quando cominciai a scrivere le prime poesie degli Ossi di seppia avevo certo un’idea della musica nuova e della nuova pittura. Avevo sentito i Minstrels di Debussy e nella prima edizione del libro c’era una cosetta che si sforzava di rifarli". Quella cosetta è appunto Minstrels (Musica sognata), che traduce l'impressionismo musicale in immagini tentando di "trasformare le parole in note e di assecondare il loro suono nel comporre”.
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IMMAGINE © GETWALLPAPERS
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LA FRASE DEL GIORNO
In fondo, diciamo tutta la coraggiosa verità: la letteratura è musica.
EUGENIO MONTALE, Quaderno genovese
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Eugenio Montale (Genova, 12 ottobre 1896 – Milano, 12 settembre 1981), poeta e scrittore italiano, Gli fu conferito il Premio Nobel per la Letteratura nel 1975 “per la sua poetica distinta che, con grande sensibilità artistica, ha interpretato i valori umani sotto il simbolo di una visione della vita priva di illusioni”, ovvero la “teologia negativa” in cui il "male di vivere" si esprime attraverso la corrosione dell'Io lirico tradizionale e del suo linguaggio.
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