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martedì 28 giugno 2022

Centenario di Velimir Chlébnikov


Vedete, io sono così, sono caduto da una nuvola, / molto male mi hanno arrecato perché ero diverso, / non affabile sempre, / non amato in ogni dove”: era conscio della sua condizione il poeta russo Velimir Chlébnikov di cui ricorre oggi il centenario della scomparsa, avvenuta a soli 37 anni il 28 giugno 1922 per inedia e malnutrizione dopo una vita di stenti, tanto che disse di sé: “Noi siamo: quelli che saranno / Tutto questo l’ho fatto come un povero / Come un ladro, maledetto ovunque dagli uomini”. Chlébnikov fu uno dei principali futuristi russi, amico di Maiakovskij, che nel suo necrologio lo definì “un poeta per poeti”. Come la sua vita, anche la sua opera fu genio e sregolatezza: un proliferare di sperimentazioni linguistiche e un profluvio di neologismi. Con Alekseij Kručënych creò anche una particolare lingua poetica, definita “transmentale”, chiamata zaum o zanghes.

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IMMAGINE ELABORATA CON PAINNT

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IL RIFIUTO

È per me di gran lunga più gradevole
osservare le stelle,
che sottoscrivere una sentenza di morte.
È per me di gran lunga più gradevole
ascoltare le voci dei fiori,
che bisbigliano: « è lui! »,
quando passo per il giardino,
che vedere i fucili,
che uccidono quelli che vogliono
uccidere me.
Ecco perché non sarò mai
e poi mai
un uomo di governo!

13 settembre 1921

(da Poesie, Einaudi - Traduzione di Angelo Maria Ripellino)

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NOTTE, PIENA DI COSTELLAZIONI

Notte, piena di costellazioni,
Di che destino, di che notizie
Splendi tanto libro,
Di libertà o di gioco?
In che modo devo leggere la sorte
A mezzanotte, dentro il grande cielo?

(da 47 poesie facili e una difficile, Quodlibet, 2009 – Traduzione di Paolo Nori)



Altre poesie di Velimir Chlébnikov sul Canto delle Sirene:



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LA FRASE DEL GIORNO

Poco mi serve. / Una crosta di pane, / un ditale di latte, / e questo cielo / e queste nuvole.
VELIMIR CHLÉBNIKOV




Velimir Chlébnikov, pseudonimo di Viktor Vladimirovič Chlebnikov (Oblast' di Astrachan', 9 novembre 1885 – Santalovo, 28 giugno 1922), poeta russo, uno dei principali esponenti del Futurismo. Nei suoi versi abbondano le sperimentazioni linguistiche e i neologismi, tanto che diede vita a una lingua poetica detta zaum.


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