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domenica 31 marzo 2019

Parole in attesa


IDA VITALE

LA PAROLA


Parole in attesa,
favolose in sé,
promesse di significati possibili,
ariose,
             aeree,
                        aerate,
                                     arianne.

Un piccolo errore
le rende ornamentali.
La loro indescrivibile esattezza
ci cancella.


(da Oidor andante, 1972)

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La parola per un poeta è tutto: è la materia che plasma per ottenere i suoi versi, che unisce come un abile mosaicista o che mescola come se fosse un alchimista del linguaggio. E proprio su questo riflette la poetessa uruguaiana Ida Vitale: l’ispirazione, l’atto creativo, il testo stesso che infine viene steso.

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GRAFFITO DI CLÁUDIO GIL

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LA FRASE DEL GIORNO
Dalla memoria spunta solo / una vaga polvere e un profumo. / Che sia la poesia?
IDA VITALE, Parvo Reino




Ida Vitale (Montevideo, 2 novembre 1923), poetessa, traduttrice, saggista, insegnante e critica letteraria uruguaiana, membro del movimento artistico denominato “Generazione del ‘45” e rappresentante della poesia essenzialista. Esule in Messico, dal 1974 al 1984, al suo attivo ha i Premi Octavio Paz, Reina Sofia e Cervantes.


sabato 30 marzo 2019

Di notte tra i seni


RAFFAELA FAZIO

M’INTRODUCA IL RE NELLE SUE STANZE

“Mi sono addormentata, ma veglia il mio cuore” (Ct 5,2).

Di notte tra i seni
il mio amato:
sacchetto di mirra, rugiada.
Il lino trasuda
copre
- come velo nel tempio -
il sacro vuoto
fragile potente
ineffabile quanto la morte.
 
Non scuotete dal sonno l’amore
se non vuole!
 
Scendi, scendiamo
tra steli acri e lievi.
Recluso nel giardino, il giardino
delle noci
come un sogno prigioniero
di altro sogno.
Dentro il tempo infinito
il suo principio, la gemma
di fuoco:
è delizia, privazione.
 
Non scuotete dal sonno l’amore
se non vuole!
 
Nella fessura
ha introdotto le dita.
Ho aperto
ma lui si è ritratto, è svanito.
Muto lo spasmo.
Una porta
sul nulla, una buca ubriaca
che rimbomba delusa.
Una tomba.
 
La gola si serra
come sotto la terra
la radice vermiglia.
Cieco veggente
il corpo soffre e s’inebria.
 
Amore, torna!
Che io sia
tua custodia, risveglio!


(da Midbar, Raffaelli Editore, Rimini, 2019)

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Raffaela Fazio prosegue il suo percorso di indagine poetica: dopo il mito femminile di Ti slegherai le trecce e il Dio della Torah di L’ultimo quarto del giorno è la volta della Sacra Scrittura: rilegge con il suo particolarissimo stile alcuna delle pagine più note – come è il caso del Cantico dei Cantici qui proposto – o meno note della Bibbia, affidandosi, come scrive Massimo Morasso nell’introduzione a Midbar, al “brivido dell’interrogazione sull’essenza trascendente della parola”.

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MARC CHAGALL, “CANTICO DEI CANTICI IV”
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LA FRASE DEL GIORNO
Ogni parola è un passo. / Cambia nel dirsi e nell’ascolto / come una distanza / raggiunta con il corpo / e superata.
RAFFAELA FAZIO, Midbar
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Raffaela Fazio (Arezzo, 1971), poetessa e traduttrice. Dopo aver vissuto dieci anni all’estero, si è stabilita a Roma. Laureata in lingue e politiche europee, è specializzata in interpretariato. Tra le sue raccolte recenti: L’arte di cadere (Biblioteca dei Leoni, 2015); Ti slegherai le trecce (Coazinzola Press, 2017); L’ultimo quarto del giorno (La Vita Felice, 2018); Midbar (Raffaelli Editore, 2019).

venerdì 29 marzo 2019

La mia amata


INGER HAGERUP

LA MIA AMATA

La mia amata è rincasata tardi ieri
con bianchi fiocchi di neve nei capelli.


La mia amata non è mia.
Di un altro è il suo cuore.


La mia amata, anche lei, è stata ingannata.
Stanotte piangeva amara


nel sonno quando mi ha detto:
Amore mio, io ti amo.


(da Videre, 1945)

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Nel suo modernismo tradizionalista la poetessa norvegese Inger Hagerup rende semplici e comprensibili a tutti le sue poesie, in maniera diretta. Come in questi versi, nei quali descrive la sensibilità di una relazione amorosa in cui l’oggetto d’amore si strugge per un altro.

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FOTOGRAFIA © SLIDEHD

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LA FRASE DEL GIORNO
Due lingue hanno il mio cuore. Due volontà hanno la mia mente. Ti amo per sempre e non sarò mai tua.
INGER HAGERUP




Inger_HagerupInger Johanne Hagerup, nata Halsør (Bergen, 12 aprile 1905 – 6 febbraio 1985), poetessa e scrittrice norvegese. Fu autrice di letteratura per l'infanzia e di piéce teatrali radiofoniche. Modernista, è considerata tra i maggiori poeti norvegesi del ‘900.

giovedì 28 marzo 2019

Centenario di Alain Bosquet


Poeta, editore letterario di Le Monde, fine intellettuale della cultura francese, Alain Bosquet nasceva a Odessa in Ucraina, il 28 marzo di cento anni fa. Figlio di un negoziante di francobolli russo, emigrò in Belgio, dove studiò. Durante la Seconda  guerra mondiale servì ben tre eserciti: quello belga, quello statunitense, sbarcando in Normandia nel 1944,  e infine quello francese. Dopo la guerra fu incaricato nella missione al controllo quadripartito di Berlino. La sua poesia cerca di trovare nuovi rapporti tra l’uomo e l’universo, tra l’uomo e il nulla, tra l’uomo e se stesso, affidandosi molto spesso all’arguzia e al motto di spirito.

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UOMO E DONNA

a Jean Tordeur

Basterebbero poche parole, tu la sconosciuta,
io lo sconosciuto, per prendere forma all’improvviso.
Il vento direbbe «amore», la pioggia direbbe «infelicità»,
e già batterebbe come un cuore sotto il sospetto,

e già come un corpo si metterebbe in musica.
Fuori dal nostro enigma e pronti a nascere,
grazie al verbo tutto nudo, grazie a quella sillaba?
faremmo un ingresso felice nel mondo,

e saremmo reali senza bisogno di esistere,
e saremmo vivi senza bisogno di essere in vita.
Si oserà allora offenderci, consonanti?

Si oserà allora cancellarci, vocali?
Saremmo entrambi carne comunicabile,
il calore coniugato, la pelle che si recita.

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MOZART

Mozart mi accompagnava. Parlavo alle peonie.
Gli scarabei mi raccontavano le loro avventure nell’aldilà.
Rileggevo Rilke e Rimbaud.
In mio onore una collina organizzava

il disgelo della sua neve. Faceva freddo nell’anima
come sulla riva di un ruscello. Perdevo l’abitudine
di protestare contro la vita. Una giumenta
cercava forse un dio. L'azzurro era mansueto

sotto le mie dita disinvolte. Ero duraturo,
imitavo il ciottolo, il fogliame, la corteccia.
Per me la strada si metteva il suo abito di gala,

e ne ero felice. La mia poesia si asciugava,
senza che la supplicassi, una a una le sue lacrime.
Mozart non aveva più il broncio. Io dimenticavo la mia vecchiaia.

(da Je ne suis pas un poète d'eau douce: Poésies complètes [1945-1994])

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LA FRASE DEL GIORNO
Bisogna che la poesia scriva il suo poeta.
ALAIN BOSQUET




Anatole Bisk, detto Alain Bosquet (Odessa, Ucraina, 28 marzo 1919 – Parigi, 17 marzo 1998), poeta e scrittore di origini ucraine naturalizzato francese nel 1980. Combattente nella Seconda Guerra mondiale prima  con l’esercito belga e poi con quello americano, prese parte alla programmazione dello sbarco alleato in Normandia.


mercoledì 27 marzo 2019

Nello squallido locale


ANDONIS FOSTIERIS

I GIOCATORI DI CARTE

Li trovo sempre qui. Nel luogo malfamato
(Lo stesso squallido caffè, una bettola)
Con una bottiglia sul tavolo.
Quello a sinistra fuma la pipa. Ma entrambi
Dediti anima e corpo
Alle carte.
Il gioco è appena cominciato. Hanno preso
Le prime carte ed esaminano con cura
La tattica da seguire. Ho notato
Che, freddo o caldo, senz’altro
Indossano giacca e cappello. Ho notato
Soprattutto questo: Non ammettono
Di interrompere la partita per un attimo.
Si dimenticano di mangiare e bere.
Di dormire. Siedono
L’uno di fronte all’altro. Immobili.
E questo da anni, senza posa.
Come si spiega?
Non li cercano le mogli, i figli,
Non hanno casa, lavoro? Mi tormenta
il dubbio. Sospetto
Che qualche trucco inganni la ragione,
Devi avermi giocato un brutto scherzo
Con i tuoi caldi e freddi da capogiro
Nello squallido locale
In cui mi hai trascinato,
In questa bettola
Fumosa,

Signor Cézanne.

(da Paesaggi del nulla, 2013)

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Se Edmondo De Amicis diceva che “leggere è viaggiare senza la seccatura dei bagagli” altrettanto vale per le opere d’arte: ci si immedesima, si entra in quel mondo statico, si scopre ogni volta che vi si accosta un dettaglio mai notato, un particolare. Ed è quello che fa il poeta greco Andonis Fostieris davanti a I giocatori di carte, celebre dipinto di Paul Cézanne, esposto al parigino Musée d’Orsay.

PAUL CÉZANNE, “I GIOCATORI DI CARTE”

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LA FRASE DEL GIORNO
L'arte non adopera materialmente le cose dell'esperienza; ma dà forma comunicativa all'emozione ch'esse suscitano in noi.
EMILIO CECCHI, Di giorno in giorno




Andonis Fostieris (Atene, 16 maggio 1953), poeta greco, è considerato uno dei più importanti della Generazione dei Settanta. Le sue opere sono caratterizzate da un linguaggio chiaro e intimistico. Dal 1981 dirige il periodico letterario I Léxi.


martedì 26 marzo 2019

Se disturbo


EEVA KILPI

DIMMI SE DISTURBO

Dimmi se disturbo,
ha detto entrando,
perché me ne vado immediatamente.

Non solo disturbi,
ho replicato,
tu scuoti tutto il mio essere.
Benvenuto.

(da Canto d’amore e altre poesie, 1972)

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Ah, l’amore… Già dagli antichi tempi del Cantico dei Cantici travolge e stravolge le nostre vite: “Mettimi come sigillo sul tuo cuore, / come sigillo sul tuo braccio; / perché forte come la morte è l'amore, / tenace come gli inferi è la passione: / le sue vampe son vampe di fuoco, / una fiamma del Signore! // Le grandi acque non possono spegnere l'amore | né i fiumi travolgerlo”. Così, consapevolmente, ci abbandoniamo alla sua corrente, come la poetessa finlandese Eeva Kilpi.

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FABIAN PEREZ, "SORPRESA NOTTURNA"
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LA FRASE DEL GIORNO
È pazzesco persino chiedere cosa sia la creatività. Sarebbe altrettanto utile intervistare una pianta di cumino nel tuo giardino e chiedere: “Come hai deciso di essere una spezia?”.
EEVA KILPI



Eeva Karin Kilpi nata Salo (Hiitola, Carelia finlandese, oggi Russia, 18 febbraio 1928), scrittrice, poetessa e attivista femminista finlandese. La sua poesia è caratterizzata da un un’ironia di fondo e tratta i temi dell’esilio, delle relazioni umane e della natura.

lunedì 25 marzo 2019

L’aeronautica divina


VALENTINO ZEICHEN

ANNUNCIAZIONE

di Leonardo da Vinci

L’aeronautica divina invia
un superbo esemplare volante;
forse un arcangelo,
meraviglia della tecnica nelle ali
dall’elevata portanza,
ritratte in assetto frenante.
Osservate all’attaccatura
si direbbero protesi tratte
da un bestiario araldico.
Ma nonostante l’apparizione,
l’annuncio alla Vergine
deve correre dentro
un filo invisibile che
contiene il prodigio,
nascosto in un ulteriore
e ben protetto segreto
posto sotto falsa traccia.
si sorvola l’evento
immerso nella penombra
oltre il filare degli alberi,
il paesaggio in fuga invita
a gareggiare con la
trasparente lontananza.
Lo sguardo la insegue ma
trafigge vanamente l’aria;
poi, ormai cieco, desiste
per volgersi altrove e
ci svela una seconda nostalgia,
cosiddetta da “allontanamento”
dal luogo di partenza.


(da Metafisica tascabile, Mondadori, 1997)

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Il poeta fiumano Valentino Zeichen interpreta a modo suo l’Annunciazione, dipinto attribuito a Lonardo da Vinci, di cui tra l’altro il 2  maggio ricorrerà il quinto centenario della morte. Così davvero, come scrive lo stesso Zeichen ad epigrafe: “Attraversa il cielo / la Cometa Pinacoteca / e semina stelle / ad arte, luminose, che la poesia volge / in mitica astronomia”.

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LEONARDO DA VINCI, “ANNUNCIAZIONE”, 19472-1475, FIRENZE, GALLERIA DEGLI UFFIZI

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LA FRASE DEL GIORNO
Nelle fiabe i tappeti volanti volano davvero, nella realtà per farli volare bisogna metterci un  motore e un paio di ali.
VALENTINO ZEICHEN




ZeichenValentino Zeichen, all'anagrafe Giuseppe Mario Zeichen (Fiume, 24 marzo 1938 – Roma, 5 luglio 2016), scrittore e poeta italiano. La sua prima antologia poetica Area di rigore fu pubblicata nel 1974 con introduzione di Elio Pagliarani, che lo definì “un Gozzano dopo la Scuola di Francoforte, sempre però in un’aura che potremmo definire tra neoliberty e neocrepuscolarismo”.


domenica 24 marzo 2019

Ferlinghetti compie 100 anni



Compie cento anni oggi il poeta statunitense Lawrence Ferlinghetti: nato a New York il 24 marzo 1919 da madre francese ebrea sefaridta e da padre bresciano che morì prima della sua nascita, ha attraversato tutto il Novecento, aprendo nel 1953 la libreria City Lights, che due anni dopo divenne una casa editrice e pubblicò i testi più importanti di quella che sarà definita la Beat Generation, divenendone in un certo senso il “padre”, sebbene Ferlinghetti non si definisca un poeta della Beat Generation. La sua poesia, seppure anarchica e sociale, pacifista e di protesta, manifesta un buon lirismo, derivando dai surrealisti francesi, da Whitman e dai populisti americani ed è spruzzata spesso di un umorismo vivace.

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LAWRENCE FERLINGHETTI NELSUO STUDIO © THE BEAT MUSEUM

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UNA CONEY ISLAND DELLA MENTE, 1

Nelle maggiori scene di Goya ci pare di vedere
le persone del mondo
proprio nel momento in cui
per la prima volta si sono meritate l'epiteto di
"umanità sofferente"
Si contorcono sulla pagina
in genuina rabbia
dovuta alle disgrazie
Ammucchiati
si lamentano con bambini e baionette
sotto cieli di cemento
in un paesaggio astratto di alberi devastati
statue divelte ali e rostri di pipistrelli
patiboli viscidi
cadaveri e capponi carnivori
e tutti gli ultimi mostri sbraitanti
dell'
"immaginario del disastro"
sono così maledettamente reali
come se davvero esistessero ancora

Ed è così

Solo il paesaggio è cambiato
Stanno ancora in fila lungo le strade
infestate da legionari
ingannevoli mulini a vento e galli impazziti

Siamo le stesse persone
ma ancora più lontane da casa
su autostrade a cinquanta corsie
su un continente di calcestruzzo
scandito da melliflui manifesti pubblicitari
che illustrano imbecilli illusioni di felicità

La scena mostra meno carri di condannati a morte
ma più cittadini scoppiati
in auto dipinte
e hanno targhe strambe
e motori
che divorano l'America


(da A Coney Island of the Mind, 1955 – Edizione minimum fax, 2011 – Traduzione di Damiano Abeni e Moira Egan)
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OH TU CHE RACCOGLI

Oh tu che raccogli
   la cenere fine della poesia
     cenere della fiamma troppo candida
                                 della poesia
Pensa a chi è bruciato prima di te
                          in fuoco candido
Crogiolo di Keats e Campana
         Bruno e Saffo
                  Rimbaud e Poe e Corso
         E Shelley che brucia sulla spiaggia
                                  a Viareggio
E ora di notte
         nel rogo universale
              la luce candida
                 ancora ci consuma
         piccoli pagliacci
            con le nostre candeline
              accostate alla fiamma

(Poesia n. 346, Marzo 2019 - Traduzione di Damiano Abeni)


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LA FRASE DEL GIORNO
Sia poesia emozione ritrovata in emozione.
LAWRENCE FERLINGHETTI

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Lawrence Ferlinghetti (Yonkers, New York, 24 marzo 1919), poeta ed editore statunitense. Nel 1955 fondò la City lights rocket bookshop a San Francisco che divenne il centro culturale del movimento beat. Parte della sua poesia è di protesta politica e si pone in opposizione alla violenza. La sua opera, pur lirica, è caratterizzata da un vivo senso dello humour e della satira.


sabato 23 marzo 2019

Scordato strumento


EUGENIO MONTALE

CORNO INGLESE

Il vento che stasera suona attento -
ricorda un forte scotere di lame -
gli strumenti dei fitti alberi e spazza
l'orizzonte di rame
dove strisce di luce si protendono
come aquiloni al cielo che rimbomba
(Nuvole in viaggio, chiari
reami di lassù! D'alti Eldoradi
malchiuse porte!)
e il mare che scaglia a scaglia,
livido, muta colore
lancia a terra una tromba
di schiume intorte;
il vento che nasce e muore
nell'ora che lenta s'annera
suonasse te pure stasera
scordato strumento,
cuore.


(da Ossi di seppia, Carabba, 1928)

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Questa è una delle prime poesie scritte da Eugenio Montale: salta all’occhio prima ancora del testo il gioco musicale di iterazioni, di rime interne ed esterne. Non a caso critici come Romano Luperini evocano l’impressionismo di Debussy. Davanti al mare, in una giornata ormai al tramonto, il vento sembra suonare strumenti musicali e rovesciare la luce in una armonica sinfonia che il poeta amerebbe trovare anche nel suo cuore smarrito.

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FOTOGRAFIA © TONIO DI CARLO/PXHERE

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LA FRASE DEL GIORNO
Il mondo esiste... Uno stupore arresta / il cuore che ai vaganti incubi cede, / messaggeri del vespero: e non crede / che gli uomini affamati hanno una festa.
EUGENIO MONTALE, Ossi di seppia




Eugenio Montale (Genova, 12 ottobre 1896 – Milano, 12 settembre 1981), poeta e scrittore italiano, Gli fu conferito il Premio Nobel per la Letteratura nel 1975 “per la sua poetica distinta che, con grande sensibilità artistica, ha interpretato i valori umani sotto il simbolo di una visione della vita priva di illusioni”, ovvero la “teologia negativa” in cui il "male di vivere"  si esprime attraverso la corrosione dell'Io lirico tradizionale e del suo linguaggio.

venerdì 22 marzo 2019

Dietro la spalla stanca


RAFFAELE CARRIERI

UN ANGELO MI GUARDA

Ho un angelo che mi guarda
dietro la spalla stanca,
un angelo senza bilancia
che non pesa la mia giornata.
Un angelo che non mi condanna
quando la rosa ferisco
quando fuggo la speranza
quando batto la fronte
sulla pietra del disinganno
quando inganno la morte
con rondini di carta.
Ho un angelo che mi salva
dietro la spalla stanca.

(da La giornata è finita, Mondadori, 1963)

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“Avvertire la presenza di un angelo è come sentire il vento tutto intorno a te. Non riesci effettivamente a vedere il vento, ma lo senti, e sai che è lì” scrisse Bernardino da Chiaravalle. L’angelo comprensivo che sta dietro le spalle di Raffaele Carrieri ha la voce delicata della propria coscienza, invisibile come il vento, ma come il vento presente, simile all’angelo buono di Rafael Alberti, “quello che amavo. / Senza graffiare i venti, / senza ferire foglie o agitare cristalli. / Quello che ai suoi capelli / legò il silenzio. / Per scavarmi nel petto, senza farmi male / di luce dolce una riva / e render navigabile la mia anima”.

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RAFAL OLBINSKI, “THE TURN OF THE SCREEN”

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LA FRASE DEL GIORNO
I nostri atti sono i nostri angeli, buoni o cattivi, le fatali ombre che ci camminano accanto in silenzio.
BEAUMONT & FLETCHER




Raffaele Carrieri (Taranto, 23 febbraio 1905 – Pietrasanta, 14 settembre 1984), scrittore e poeta italiano. A quattordici anni abbandonò la città natale e viaggiò imbarcandosi come marinaio su bastimenti mercantili. Tornato in Italia fu per due anni gabelliere a Palermo. ”La mia poesia è tutta autobiografica; ispirata a fatti realmente accaduti, a viaggi, a soggiorni in paesi stranieri” scrisse di sé.


giovedì 21 marzo 2019

Giornata della Poesia 2019


Ecco anche quest’anno la Giornata Mondiale della Poesia, voluta dall’UNESCO: propongo tre poesie di autori diversi tra loro – il colombiano Raúl Gómez Jattin, l’italiano Edoardo Sanguineti e il messicano Marco Antonio Campos – che con diverse sfumature descrivono il ruolo della poesia nelle loro vite.

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RAÚL GÓMEZ JATTIN

QUELLO CHE SONO

In questo corpo
in cui la vita già si oscura
Io vivo
Ventre molle e testa calva
Pochi denti
E io dentro
come un condannato
Sono dentro e sono innamorato
e sono vecchio
Decifro il mio dolore con la poesia
e il risultato è particolarmente doloroso
voci che annunciano: arrivano le tue angosce
Voci spezzate: i tuoi giorni sono passati
La poesia è l'unica compagna
Abituati ai suoi coltelli
perché è la sola


(da Retratos, 1988)
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EDOARDO SANGUINETI

LA LUBRIFICAZIONE DELLA VERSIFICAZIONE

la poesia, in un certo senso, è una macchina organica: (voglio dire, cioè,
assai rigorosamente fisiologica):
                                                   (che esige manutenzione sorvegliata,
cautelosamente controllata): (è come fare i tagliandi, per l'auto: anche se,
come no? c'è la faccenda dei nove anni critici, per la revisione: io mi accontento,
personalmente parlando, dei nove mesi da gestante classica): (la lubrificazione
della versificazione è decisiva, comunque: da motore, da derma, anche da condom):
                                                                                                  ma vedi, idolo mio, mio carburante d'oro, mio tesoro: il mio olio poetico sei tu:


(da Cose, Tullio Pironti Editore, Napoli, 1999)
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MARCO ANTONIO CAMPOS

DICHIARAZIONE DI APERTURA

Ognuna delle mie poesie ha preteso
di essere un utile strumento di lavoro
                              (Stoccolma, 1971)
                               Pablo Neruda

Le pagine non servono.
La poesia non cambia
tranne la forma di una pagina, l’emozione,
una meditazione già consumata.
Ma, in concreto, signori, nulla cambia.
In concreto, cristiani,
non cambia una croce su nuovi monti,
non cancella, tedeschi
la vergogna di un tempo e della sua crisi,
non toglie, marxisti,
il pane di bocca al milionario.
La poesia non fa nulla.
E io scrivo queste pagine sapendolo.


(da Muertos y disfraces, 1974)

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LA FRASE DEL GIORNO
Amore e poesia ogni giorno.
JUAN RAMÓN JIMÉNEZ, Eternità




Raúl del Cristi Gómez Jattin (Cartagena, 31 maggio 1945 – 22 maggio 1997), poeta colombiano. Manifestò episodi psicotici e di schizofrenia che lo portarono per anni a vivere in strada fino al fatale incidente in cui perse la vita investito da un autobus.


Edoardo Sanguineti (Genova, 9 dicembre 1930 – Genova, 18 maggio 2010), poeta, scrittore e politico italiano, che fece parte del Gruppo 63. La sua poetica è una disgregazione sperimentale del linguaggio, andata attraverso l’assemblage verso una forma più diaristica e concreta.


Marco Antonio Francisco Campos Álvarez Tostado (Città del Messico, 23 febbraio 1949), scrittore, cronista, saggista, poeta e traduttore messicano. Laureato in Giurisprudenza, ha tradotto Baudelaire, Rimbaud, Gide, Saba, Ungaretti, Quasimodo, Pavese e Trakl.


mercoledì 20 marzo 2019

L’irrompente stagione


VINCENZO CARDARELLI

PRIMAVERA CITTADINA

Fra tuoni allegri e raffiche puerili
la primavera mette i suoi colori
e spiega la sua bandiera
come una cerimonia militare
che si svolge con qualunque tempo.
Di giorno in giorno avanza
l'irrompente stagione.
E già la terra è piena
del suo passaggio
e del suo fresco e molle detrito.
Il biancospino è fiorito e sfiorito
aspettando la polvere di maggio.
Gli alberi che vedemmo lungo il fiume
tutto un inverno nudi
hanno le foglie nuove e i tronchi neri.
Una vita incredibile e segreta
scorre in quei fusti umidi e adorni
di sì tenera chioma.
A pie' dei vecchi muri
le prode rinverdite
son come carne d'adolescente,
e si risentono i ruderi.
Ma le orgogliose piante sempreverdi
non conoscono primavera.
Decorosa tristezza di quegli alberi,
ornamento dei nostri giardini,
che ottobre non denuda
e aprile non rinnova.
Insensibili piante. Sono pari
ai monumenti cui fanno corona
e non sospirano che il plenilunio
e un usignolo che le consoli.

(da Giorni in piena, Quaderni di Novissima, Roma, 1934)

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Alle 22.58 di stasera con l’equinozio, l’anno entra in Ariete e comincia la primavera – in realtà già ha preso avvio più o meno in precisa consonanza con l’inizio della stagione meteorologica il 1° marzo. E come il poeta laziale Vincenzo Cardarelli possiamo meravigliarci ancora dei suoi colori e del suo rigoglio.

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FOTOGRAFIA DA PINTEREST

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LA FRASE DEL GIORNO.
Prima notte di primavera, gonfia / e lacera tra l'avvenire e l'essere.
MARIO LUZI, Dal fondo delle campagne




Vincenzo Cardarelli, nato Nazareno Caldarelli (Corneto Tarquinia, 1º maggio 1887 – Roma, 18 giugno 1959), poeta, scrittore e giornalista italiano. Sorta dall’Avanguardia degli Anni Dieci, la sua poetica rivela influssi dell’espressionismo linguistico e del frammentismo, ad esprimere  temi come lo sradicamento, il viaggio, l'adolescenza, la perdita di identità.


martedì 19 marzo 2019

Portami ancora per mano


MARIA LUISA SPAZIANI

PAPÀ, RADICE E LUCE

Papà, radice e luce, portami ancora per mano
nell’ottobre dorato del primo giorno di scuola.
Le rondini partivano, strillavano:
fra cinquant’anni ci ricorderai.

(da I fasti dell’ortica, Mondadori, 1996)

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Che se ne sia andato o che ci sia ancora accanto, anziano e stremato dal vivere, o semplicemente immerso nella sua serena maturità, credo che tutti quanti vorremmo essere ancora bambini e farci portare per mano dal papà, lasciarci guidare con dolcezza in quella strada di sole del primo giorno di scuola, come la poetessa torinese Maria Luisa Spaziani. Siamo chi ricorda adesso, siamo chi si è trovato invischiato nella trama del tempo e magari ora anziché essere accudito dal padre deve assisterlo in un rovesciamento di ruoli. Ma la meraviglia della poesia è di potersi addentrare con identica emozione nel paradiso del ricordo.

E allora, ricordatevi del vostro papà oggi, nel giorno dedicato alla sua festa, in onore di San Giuseppe: dedicategli un pensiero o, se come me avete ancora la fortuna di poterlo afre direttamente, rivolgetegli un sorriso e fategli gli auguri.

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FOTOGRAFIA © AZCENTRAL

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LA FRASE DEL GIORNO
La saggezza del padre è il più grande ammaestramento per i figli.
DEMOCRITO




Maria Luisa Spaziani (Torino, 7 dicembre 1922 – Roma, 30 giugno 2014), poetessa italiana formatasi nel clima postermetico di chiara ascendenza montaliana. La sua poesia è venuta via via distendendosi dal mottetto o epigramma a forme narrativo-discorsive.


lunedì 18 marzo 2019

Come l’acqua nelle fontane


CESARE PAVESE

PASSERÒ PER PIAZZA DI SPAGNA

Sarà un cielo chiaro.
S’apriranno le strade
sul colle di pini e di pietra.
Il tumulto delle strade
non muterà quell’aria ferma.
I fiori spruzzati
di colori alle fontane
occhieggeranno come donne
divertite. Le scale
le terrazze le rondini
canteranno nel sole.
S’aprirà quella strada,
le pietre canteranno,
il cuore batterà sussultando
come l’acqua nelle fontane –
sarà questa la voce
che salirà le tue scale.
Le finestre sapranno
l’odore della pietra e dell’aria
mattutina. S’aprirà una porta.
Il tumulto delle strade
sarà il tumulto del cuore
nella luce smarrita.

Sarai tu – ferma e chiara.

[Torino, 28 marzo 1950]

(da Poesie del disamore e altre poesie disperse, Einaudi, Toríno, 1982)


Un sogno ad occhi aperti di Cesare Pavese – una delle ultime poesie prima del suicidio nell’agosto di quello stesso anno: vi è protagonista una Roma assolata, colorata di primavera, rumorosa e sonora, sullo stesso ritmo del cuore innamorato, che cammina per la città per arrivare all’amata Constance Dowling.

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FOTOGRAFIA © PAOLO FEFE'/FLICKR

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LA FRASE DEL GIORNO
I grandi amanti saranno sempre infelici, perché per loro l'amore è grande e quindi esigono dalla bienaimée la stessa intensità di pensieri ch'essi hanno per lei – altrimenti si sentono traditi.
CESARE PAVESE, Il mestiere di vivere




Cesare Pavese (Santo Stefano Belbo, 9 settembre 1908 – Torino, 27 agosto 1950), scrittore, poeta, traduttore, saggista e critico letterario italiano. Nato poeta con Lavorare stanca, si è poi dedicato alla narrativa scrivendo romanzi famosissimi: Paesi tuoi, La luna e i falò, La casa in collina. I suoi temi principali sono il mito e la terra.


domenica 17 marzo 2019

È l’amore


JORGE LUIS BORGES

IL MINACCIATO

È l’amore.
Dovrò nascondermi o fuggire.
Crescono le mura del suo carcere, come in un sogno atroce.
La bella maschera è ormai cambiata,
ma come sempre è l’unica.
A che mi serviranno i miei talismani:
l’esercizio delle lettere, la vaga erudizione,
l’apprendimento delle parole che utilizzò l’aspro Nord
per cantare i suoi mari e le sue spade,
la serena amicizia,
le gallerie della Biblioteca,
le cose comuni,
le consuetudini,
l’amore giovane di mia madre,
l’ombra militare dei miei morti,
la notte intemporale,
il sapore del sogno?
Stare con te o non stare con te è la misura del mio tempo.
Già la brocca si rompe sulla fonte,
già l’uomo s’alza al canto dell’uccello,
già si sono scuriti quelli che guardano dalla finestra,
ma l’ombra non ha portato la pace.

È, lo so, l’amore:
l’ansia e il sollievo di sentire la tua voce,
l’attesa e il ricordo,
l’orrore di vivere successivamente.
È l’amore con tutte le sue mitologie,
con tutte le sue piccole magie inutili.
C’è un angolo dove non oso passare.
Già mi accerchiano gli eserciti, le orde.
(Questa stanza è irreale, lei non l’ha vista).
Il nome di una donna mi denunzia.
Mi fa male una donna in tutto il corpo.

(da L’oro delle tigri, Rizzoli, Milano, 1974 – Traduzione di J. R. Wilcock e Livio B. Wilcock)

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“«Bisogna fuggire Eros». Una parola! Andando a piedi non si sfugge a un dio alato che t'insegue senza tregua...” scriveva il poeta greco Archia di Antiochia già nel I secolo avanti Cristo. Jorge Luis Borges, il grande scrittore argentino, prova a fuggire, tenta invano di non sottomettere la sua saggezza a quella follia. Come un altro poeta, il tarantino Raffaele Carrieri: “Per non udire amore, / Per non riudirlo / Fino all’orlo / Versai vino / E col vento mi coprii”. Ma senza speranza di riuscire a farla franca.

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JAN BRUEGEL IL GIOVANE, “IL CATTIVO PASTORE”


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LA FRASE DEL GIORNO
Il mondo è un labirinto dal quale è impossibile fuggire.
JORGE LUIS BORGES, Finzioni




Jorge Francisco Isidoro Luis Borges Acevedo (Buenos Aires, 24 agosto 1899 – Ginevra, 14 giugno 1986), scrittore, poeta, saggista, traduttore e accademico argentino. Creatore di un genere oggi designato “borgesiano”, a definire una concezione della vita come storia, come finzione, come opera contraffatta spacciata per veritiera, come fantasia o come reinvenzione della realtà.

sabato 16 marzo 2019

Riflesso nel finestrino


ANTONIO MORENO

AUTORITRATTO IN UN TRENO

Non c'è niente di personale in questo mandorlo, tutto fiorito
insieme al verde scuro di un arancio e al sole di metà pomeriggio,
ma è come se in quell'angolo si trovi ciò che è più mio.

Guardo il verde tenero che cresce nella luce umida della terra,
e il colore dei frutti e alcuni piccoli fiori bianchi.
E resta il mio riflesso nel finestrino mentre il treno si allontana.

(da Cuaderno de Kurtná Hora, 2015)

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La primavera dietro il finestrino e il riflesso del poeta nel vetro: basta poco per fare poesia, anzi è la poesia stessa a imporsi attraverso l’immagine che colpisce il poeta. Basta ad Antonio Moreno per comporre questa deliziosa e delicata elegia.

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ILLUSTRAZIONE © MARTARAFF/DEVIANT ART

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LA FRASE DEL GIORNO
Uno, per vivere, ha bisogno solo di / amare, o sapere di essere stato amato.
ANTONIO MORENO, El caudal




Antonio Moreno Guerrero (Alicante, 1964), poeta spagnolo residente ad Elche. Esordì nel 1993 con Libro del deserto e vanta un’estesa opera poetica e in prosa.


venerdì 15 marzo 2019

Microfono rotto


ANISE KOLTZ

IO NON INVENTO LA POESIA

Io non invento la poesia
esiste in qualche parte
dell’universo

microfono rotto
pende da un sogno.


(da Sonnambula del giorno, 2016)

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Cita Novalis nella prefazione di Sonnambula del giorno la poetessa lussemburghese Anise Koltz: “la nostra sfortuna è di non prendere in considerazione la parte notturna del reale. Di non considerare del reale che la parte visibile”. E chiosa lei stessa “Infatti la poesia fa parte anch’essa di questo mondo notturno del reale”. La poesia dunque si scrive nei meandri dell’inconscio ma media con la parte cosciente. Anzi, come dice la Koltz, “l’inconscio conferisce alla poesia delle prospettive inattese, spalancando delle possibilità di trasgressione ai sensi e allo spirito”.
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DIPINTO DI RAFAL OLBINSKI

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LA FRASE DEL GIORNO
Le mie parole sono dei silenzi parlati.
ANISE KOLTZ, Fretta di vivere




Anise Koltz (Eich, 12 giugno 1928), poetessa lussemburghese. Di origini ceche, tedesche, inglesi e belghe, iniziò a pubblicare in tedesco per poi divenire una delle principali scrittrici in lingua francese. Al suo attivo ha anche dei racconti per bambini e numerose traduzioni.


giovedì 14 marzo 2019

Riverberi


NIKIFÒROS VRETTÀKOS

…NELLA STESSA NOTTE 


Non riesco a scriverti. Tutto cambia, scorre,
brilla in modo strano. In questo momento,
sopra il mio tavolo si diramano dieci
ruscelli di fuoco. Non ho più dita.
                                                    Solo
il mio viso si oppone
per restare viso.
Per me, per te,
per tutto il mondo.


*


La penna si è sciolta. Ora è luce.
Un raggio d’oro annodato alla mia mano.
E le parole che ti ho scritto, guizzando intermittenti,
hanno cambiato posto. Saltellando sopra
le righe della pagina, si sono fuse, mutate in
riverberi, farfalle che hanno riempito la casa.


(da L’abisso del mondo, 1961 – Traduzione di Gilda Tentorio)


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Il poeta greco Nikifòros Vrettàkos è un alchimista che distilla la luce del sole e ne fa poesia: ne trae linfa per nutrire le parole luminose che costellano le sue pagine, oro che disegna riverberi e interpreta il mondo in una sinestesia di profumi e di luci.

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FOTOGRAFIA DA GOOGLE

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LA FRASE DEL GIORNO
Prima che sia scritta, è parole la poesia.
NIKIFÒROS VRETTÀKOS, Il pianeta visibile




Nikifòros Vrettàkos (Krokeès, 1° gennaio 1912 – Plumitsa, 4 agosto 1991), scrittore e poeta greco. Partito per Atene alla scoperta del mondo, ne fu deluso. Prese parte in prima linea alla Seconda guerra mondiale e alla resistenza. Espulso dal Partito Comunista per il suo umanesimo di pace, visse in esilio la dittatura dei colonnelli. Tra le sue opere: Le smorfie dell’uomo, 1940, L’abisso del mondo, 1961, Itinerario, 1972, Protesta, 1974, Eliotropio pomeridiano, 1977, La filosofia dei fiori, 1988.


mercoledì 13 marzo 2019

Silice e quarzo


GIOVANNI PASCOLI

CONTRASTO

I

Io prendo un po' di silice e di quarzo:
lo fondo; aspiro; e soffio poi di lena:
ve' la fiala come un dì di marzo,
azzurra e grigia, torbida e serena!
Un cielo io faccio con un po' di rena
e un po' di fiato. Ammira: io son l'artista.

II

Io vo per via guardando e riguardando,
solo, soletto, muto, a capo chino:
prendo un sasso, tra mille, a quando a quando:
lo netto, arroto, taglio, lustro, affino:
chi mi sia, non importa: ecco un rubino;
vedi un topazio; prendi un'ametista
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(da Myricae, 1903)

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“Le gioie del poeta” è il titolo della sezione di Myricae che accoglie queste due sestine di Giovanni Pascoli: ed è chiaro che quel soffiatore di vetro della prima sestina, che come per per miracolo trae la bellezza dell’arte da un po’ di polvere di quarzo e di sabbia, è simile al poeta della seconda, capace di prendere una parola o un’immagine, di levigarla, di rielaborarla e di trarne arte, diventando così artigiano della poesia – non occorre certo ricordare che l’etimologia di poesia deriva dal greco Ποίησις (poiesis), ovvero il fare.
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FOTOGRAFIA DA PINTEREST

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LA FRASE DEL GIORNO
Tu poeta, nel torbido universo / t'affisi, tu per noi lo cogli e chiudi / in lucida parola e dolce verso.
GIOVANNI PASCOLI, Myricae




Giovanni Pascoli (San Mauro di Romagna, 31 dicembre 1855 – Bologna, 6 aprile 1912), poeta e accademico italiano, eccelso latinista, figura emblematica della letteratura di fine Ottocento. Nonostante la sua formazione eminentemente positivistica, è il maggiore esponente del Decadentismo.


martedì 12 marzo 2019

Tue notizie


CLARA JANÉS

LETTERA III

Non saprò mai tutto di te,
e questo l’ho saputo
dal primo incontro.


Questa certezza ha tanta forza
che è
come se avessi tue notizie
ogni momento.

(da Libro di alienazioni, 1980)

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Non si conosce mai tutto di nessuno: e questo vale soprattutto per gli amati e per gli amici che il caso ci ha posto accanto. La poetessa spagnola Clara Janés trova in questo fatto un moto di scoperta, una conoscenza continua che da un lato stupisce e dall’altro rinnova il rapporto.

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DIPINTO DI RAFAL OLBINSKI


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LA FRASE DEL GIORNO
Vogliamo dimenticare per sempre il dolore, per eludere il mistero della differenza umana, per respingere in modo frammentario il limite della nostra natura.
CLARA JANÉS




Clara Janés Nadal (Barcellona, 6 novembre 1940), scrittrice, poetessa e traduttrice spagnola. Inserita nel gruppo dei “Novisimos”, ha un suo stile particolare che media  tra la cultura occidentale e quella orientale.


lunedì 11 marzo 2019

Che la poesia germogli


HANS BØRLI

AFFIDA LA TUA ANIMA

Affida la tua anima al vento
lascia che i tuoi cavalli da tiro pascolino
nel campo senza arare
mentre gli uccelli del cielo beccano
le tue preziosi sementi. Allora
forse accadrà che
la Poesia germogli nella tua vita
come gli spinosi e violetti
fiori di cardo.

(da Dagen er et brev, 1981)

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Poesia è lasciarsi andare, abbandonare le preoccupazioni immanenti che ci legano al suolo e affidarci liberi e leggeri alle sue brezze: così canta – un po’ come il Thoreau di Walden ovvero vita nei boschi – il poeta norvegese Hans Børli, che del resto svolse per tutta la vita il lavoro di taglialegna.

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DISEGNO DI JEAN-MICHEL FOLON

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LA FRASE DEL GIORNO
La tua umile luce il fuoco della tua mente ti acceca: se cammini con una lanterna nel buio non puoi vedere le stelle.
HANS BØRLI




Hans Børli (Ejdskog, 8 dicembre 1918 – 26 agosto 1989) poeta e scrittore norvegese, lavorò per tutta la vita come boscaiolo. I suoi scritti sono una miscela caratteristica di forma tradizionale e libera, romanticismo e realismo, perversione, serietà, consapevolezza sociale e ricerca religiosa.


domenica 10 marzo 2019

Il caso e la certezza


JOSÉ SARAMAGO

FINO AL MIDOLLO

Altri diranno, in versi, altre ragioni,
forse ancora più utili, più urgenti.
Quanto a questi, non si muta l'essenza,
in bilico tra due negazioni.
Inventiamo, però, modo e maniera
di coniugare il caso e la certezza,-
che questo costi, o no, la vita intera.

Come chi le unghie a sangue si rosicchia.

(da Le poesie possibili, 1966, in Le poesie, Einaudi, Torino, 2002 – Traduzione di Fernanda Toriello)

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L’essenza della poesia secondo il Premio Nobel portoghese José Saramago, consiste nello scavare e scavare, indagare insistendo fino a giungere al midollo, all’anima stessa – un po’ come i cercatori d’oro di Eraclito che “scavano molto ma trovano poco” e ancora più prezioso è quindi quel poco.

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LA FRASE DEL GIORNO
Sapremmo assai di più della complessità della vita se ci fossimo applicati a studiare con determinazione le sue contraddizioni, invece di perdere tanto tempo con le identità e le coerenze, le quali hanno il dovere di spiegarsi da sole.
JOSÉ SARAMAGO, La caverna

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José de Sousa Saramago (Azinhaga, 16 novembre 1922 – Tías, 18 giugno 2010), scrittore, giornalista, drammaturgo, poeta, critico letterario e traduttore portoghese, insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1998 perché “con parabole, sostenute dall'immaginazione, dalla compassione e dall'ironia ci permette continuamente di conoscere realtà difficili da interpretare”.


sabato 9 marzo 2019

I limpidi dizionari



HENRI FALAISE

SULLA TERRA VIVA

Sulla terra viva
amo
i limpidi dizionari
le cui parole sono
nuvole
che proiettano sul cuore

un’ombra
invisibile che

farà azzurro il cielo
quando il naufragio del silenzio
sarà per noi disponibile.


(da Il paese di Geneviève, L’Arbre à paroles, Amay, 1988))

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Molte volte ci capita di rimanere estasiati davanti a un panorama, a una veduta marina, all’imponenza delle grandi montagne, ma anche soltanto di fronte a un tramonto: la natura stessa si fa poesia, diventa parola come nota con li suo stile caratteristico il poeta belga Henri Falaise.
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PETER SEMINCK, "STILL WAITING FOR BONNIE"

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LA FRASE DEL GIORNO
Da ogni parola sorgono un'esca e una gloria. Spiegare la poesia è sempre possibile.
HENRI FALAISE, I bei miracoli

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Henri Falaise (1948-1999), poeta belga, autore di una poesia dai toni tra i più inquietanti e misteriosi del secondo Novecento. Voce del tutto personale e originale, estranea a ogni dottrina, capace di una creazione apparentemente naturale eseguita con minuzia fin quasi al limite della scrittura automatica.