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sabato 23 marzo 2019

Scordato strumento


EUGENIO MONTALE

CORNO INGLESE

Il vento che stasera suona attento -
ricorda un forte scotere di lame -
gli strumenti dei fitti alberi e spazza
l'orizzonte di rame
dove strisce di luce si protendono
come aquiloni al cielo che rimbomba
(Nuvole in viaggio, chiari
reami di lassù! D'alti Eldoradi
malchiuse porte!)
e il mare che scaglia a scaglia,
livido, muta colore
lancia a terra una tromba
di schiume intorte;
il vento che nasce e muore
nell'ora che lenta s'annera
suonasse te pure stasera
scordato strumento,
cuore.


(da Ossi di seppia, Carabba, 1928)

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Questa è una delle prime poesie scritte da Eugenio Montale: salta all’occhio prima ancora del testo il gioco musicale di iterazioni, di rime interne ed esterne. Non a caso critici come Romano Luperini evocano l’impressionismo di Debussy. Davanti al mare, in una giornata ormai al tramonto, il vento sembra suonare strumenti musicali e rovesciare la luce in una armonica sinfonia che il poeta amerebbe trovare anche nel suo cuore smarrito.

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FOTOGRAFIA © TONIO DI CARLO/PXHERE

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LA FRASE DEL GIORNO
Il mondo esiste... Uno stupore arresta / il cuore che ai vaganti incubi cede, / messaggeri del vespero: e non crede / che gli uomini affamati hanno una festa.
EUGENIO MONTALE, Ossi di seppia




Eugenio Montale (Genova, 12 ottobre 1896 – Milano, 12 settembre 1981), poeta e scrittore italiano, Gli fu conferito il Premio Nobel per la Letteratura nel 1975 “per la sua poetica distinta che, con grande sensibilità artistica, ha interpretato i valori umani sotto il simbolo di una visione della vita priva di illusioni”, ovvero la “teologia negativa” in cui il "male di vivere"  si esprime attraverso la corrosione dell'Io lirico tradizionale e del suo linguaggio.

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