Il 29 ottobre di cento anni fa nasceva a Leopoli, allora città polacca e oggi uno dei maggiori centri culturali dell’Ucraina, il poeta Zbigniew Herbert. Figlio di un avvocato armeno trasferitosi da Vienna, partecipò alla resistenza contro l’invasione nazista. Nel 1951 restituì la tessera dell'Associazione degli scrittori scegliendo il silenzio pur di non aderire al totalitarismo estetico e politico imposto dal regime comunista, adattandosi ai lavori più umili. Herbert, cosciente di dover rimodernare la classicità, ricercò comunque il valore della bellezza adeguandolo ai tempi contemporanei sulla scorta del neoplatonismo espresso dal suo maestro, il filosofo Henryk Elzenberg.
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HERBERT NEL SUO APPARTAMENTO NEL 1963 © PAP/MAREK LANGDA
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BREVIARIO II
Signore,
donami l’abilità di comporre lunghe frasi, la cui linea è la linea del respiro, sospesa come i ponti, come l’arcobaleno, come l’alfa e l’omega dell’oceano
Signore, donami la forza e la destrezza di quelli che costruiscono lunghe frasi, ramificate come una quercia, spaziose come un’ampia valle, perché vi entrino mondi, ossature di mondi, mondi di sogno
e anche perché le frasi principali dominino sicure sulle subordinate, e controllino la loro corsa complicata, ma espressiva, che persistano impassibili come un basso continuo sugli elementi in moto, che li attirino, come attira gli elementi la forza delle invisibili leggi gravitazionali
prego allora per frasi lunghe, frasi modellate con fatica, estese così che in ognuna si trovi il riflesso speculare di una cattedrale, un grande oratorio, un trittico
e anche animali poderosi e piccoli, stazioni ferroviarie, un cuore pieno di rimpianto, abissi rocciosi e il solco dei destini nella mano
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HO DATO LA MIA PAROLA
ero molto giovane
e il buon senso consigliava
di non dare la mia parola
potevo dire apertamente
ci penserò ancora
non c’è fretta
non è l’orario dei treni
darò la mia parola dopo la maturità
dopo il servizio militare
quando avrò messo su casa
ma il tempo esplodeva
non c’era più un prima
non c’era più un dopo
nell’accecante presente
toccava scegliere
e così diedi la mia parola
la parola –
un cappio al collo
l’ultima parola
nei rari momenti
in cui tutto diventa leggero
acquista trasparenza
io penso
«do la mia parola
volentieri
ritirerei la parola data»
ma dura poco
perché ecco – cigola l’asse del mondo
passano le persone
i paesaggi
i cerchi colorati del tempo
e la parola data
mi fa un groppo in gola
(da L’epilogo della tempesta, Adelphi, 2016 - Traduzione di Francesca Fornari)
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Altre poesie di Zbigniew Herbert sul Canto delle Sirene:
- Conchiglia
- Due gocce
- Ipotesi su Barabba
- La voce
- Lettera a Ryszard Krynicki
- Non ho potuto scegliere
- Resoconto dal paradiso
- Rovigo
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LA FRASE DEL GIORNO
Una poesia è un'esperienza condensata.
ZBIGNIEW HERBERT, itd, 5 aprile 1981
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Zbigniew Herbert (Leopoli, Ucraina, 29 ottobre 1924 – Varsavia, 28 giugno 1998), poeta, saggista e drammaturgo polacco. Discendente del poeta inglese George Herbert, durante la Seconda guerra mondiale prese parte alla Resistenza contro i nazisti. Esordì nel 1950 e la sua opera più nota è Il signor Cogito. Esule a Parigi dal 1986 al 1992 , tornò in Polonia dopo il trionfo di Solidarność.
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