Giovanni Giudici, poeta ligure trapiantato a Milano, nasceva il 26 giugno di cento anni fa a Portovenere. La sua poesia, caratterizzata da una tensione trascendente nata dalla formazione cattolica e dall’impegno civile, venne via via affinando un personaggio che divenne protagonista dei suoi versi sostituendosi all’io poetico. Alcuni critici lo paragonarono a Charlot per quella sua maschera che attingendo al comico andava però sottolineando gli aspetti tragici del vivere per approdare infine all’interrogazione metafisica.
.
FOTOGRAFIA DA CITTÀ DELLA SPEZIA
.
VERSI IN UNA DOMENICA DI PENTECOSTE E DI ELEZIONI
Spacchi il torrone alla fiera e spacchi la storia
degli uomini – la mia
notte in due tentativi
di prendere il sonno, distacchi
i fili, capovolgi
le statue degli eroi sulle fontane,
Aspetto che ti scateni
e che mi tremi dentro
l’anima – ad un supposto
abbattersi di mazza
su me nudo
untore, a questa piazza
in fermento.
Dovrò reggerti ancora
in me senza conoscerti – tu, fermo
segno del mio mutare – in me più forte
di te fino al momento
che romperai l’incognito?
Qui il più grande è il più vile, il più sicuro
di sé chi affida il duro
ammicco verso il complice – dal muro
le spie strappano bandi, taglie, insidiano
fabbriche e dighe…
Non mi credi?
Attesta
la mia parola la disubbidienza
civile, la protesta
del tuo popolo: punto sulla terra
i piedi, alzo la testa
benché mi pesi – ad aspettarti.
Ma lo spazio d’una vita non basta
a rivelarti.
1958
(da La vita in versi, Mondadori, 1965)
.
.
IL MIO DELITTO
Se scrivere era vivere
vissuto fu lo scritto
cercavo appena un’isola di spazi
un silenzio un sorriso intorno a me
e blando vino e modica allegria
un quieto conversare a lume spento
esserne perdonato non sapendo
il mio delitto
(da Quanto spera di campare Giovanni, Garzanti, 1993)
.
Altre poesie di Giovanni Giudici sul Canto delle Sirene:
- Alcuni
- Alla Beatrice
- A una giovane sindacalista
- Cosanesai
- Dal cuore del miracolo
- Dedicato ai pompieri di New York
- Diversa
- Finis fabulae
- La vita in versi
- L’uomo che dormendo rideva
- Ode a una misteriosa dama di nome Maria
- Una sera come tante
.
LA FRASE DEL GIORNO
Quando lavoravo all'Olivetti avevo in omaggio un'agenda. Ci scarabocchiavo sopra appunti, abbozzi, idee. Quando mi mettevo a scrivere, anche in quelle pagine poteva nascondersi la poesia. Erano un buon punto di partenza.
GIOVANNI GIUDICI, Fortezza
.
Giovanni Giudici (Porto Venere, 26 giugno 1924 – La Spezia, 24 maggio 2011), poeta e giornalista italiano. Della sua formazione cattolica e del suo lavoro nell'industria ha fatto i poli di una tensione che lo trascende e caratterizza il suo impegno civile. Numerose le sue traduzioni: Frost, Sylvia Plath, Orten, Pound, Ransom e Puškin.
Nessun commento:
Posta un commento