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sabato 28 gennaio 2023

La veste che sfiorai


ODYSSEAS ELYTĪS

MONOGRAMMA, II

Piango il sole e piango gli anni che verranno
senza di noi e canto gli altri passati
se veramente sono

Confidenti i corpi e le barche che sbattono dolcemente
le chitarre che accendono e spengono sotto le acque
i «credimi» e i «non»
ora nel vento ora nella musica

E le nostre mani, due piccole bestie
che furtive cercavano di salire l’una sull’altra
il vaso di brezza negli aperti cortili
e i frammenti di mare che ci seguivano
fin dietro le siepi e sopra i muri a secco.
L’anemone che si depose nella tua mano
e tremò tre volte il viola tre giorni sopra le cascate

Se tutto questo è vero io canto
la trave di legno e l’arazzo quadrato
alla parete, la Gorgone con i capelli sciolti
il gatto che ci guardò nel buio
bambino con la croce vermiglia e l’incenso
nell’ora che sull’impervia scogliera scende la sera
piango la veste che sfiorai e fu mio il mondo.

(da Monogramma, 1972, in È presto ancora, Donzelli, 2011 – Traduzione di Paola Maria Minucci)

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Come già detto in altre parti del Monogramma già pubblicate (III e VII), l’amore per la donna, nei versi del poeta greco Odysseas Elytīs è sovente memoria: l’azione di ricostruire il ricordo perduto riporta in vita quell’amore che egli sa assegnato ormai a una specie di Paradiso dantesco.

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DIPINTO DI NIKOS HADJIKYRAKIS GHIKA

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Così parlo di te e di me / Perché ti amo e nell’amore so / Entrare come Plenilunio / Da ogni parte.
ODYSSEAS ELYTĪS, Monogramma




Odysseas Elytīs, pseudonimo di Odysseas Alepoudellīs (Candia, 2 novembre 1911 – Atene, 18 marzo 1996), poeta greco, tra i maggiori Surrealisti, è stato insignito del Premio Nobel per la Letteratura nel 1979 per “il desiderio di libertà intellettuale e sviluppo della creatività, che traspare dalla sua poesia”.


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