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martedì 31 maggio 2016

È nell’intesa

 

SULLY PRUDHOMME

IL MOMENTO MIGLIORE DELL’AMORE

Il momento migliore dell’amore
Non è quando si dice «Ti amo».
È nel medesimo silenzio
Diviso a metà tutti i giorni;

È nell’intesa
Immediata e furtiva dei cuori;
È nei finti rigori
E nelle segrete indulgenze;

È nel brivido del braccio
Dove si posa la mano tremante,
Nella pagina che si volta assieme
E che nessuno legge.

Il momento unico in cui la bocca chiusa
per modestia dice tante cose;
Quando il cuore si apre scoppiando
Dolcemente, come un bocciolo di rosa;

Quando il solo profumo dei capelli
Sembra un favore conquistato!
L’ora della squisita tenerezza
In cui il rispetto è una confessione.

(Le meilleur moment des amours, da Stanze e poemi, 1865)

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L’amore – dice il poeta francese Sully Prudhomme, vincitore del primo Premio Nobel per la Letteratura nel 1901 - non è solo fuoco e fiamme, anzi, al contrario, si manifesta meglio nella tranquillità della routine, nella pace silenziosa in cui i cuori battono all’unisono nel loro piccolo universo a due e fanno un tempio delle piccole cose, dell’intimità dolcemente condivisa.

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Lorusso

JOSEPH LORUSSO, A GENTLE TOUCH”

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LA FRASE DEL GIORNO
Intimità è una parola di quattro sillabe che sta per "ecco il mio cuore e la mia anima"
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JAMES D. PARRIOT, Grey’s Anatomy, Stagione 1, Episodio 4




Sully Prudhomme, pseudonimo di René François Armand Prudhomme (Parigi, 16 marzo 1839 – Châtenay-Malabry, 6 settembre 1907), poeta francese, il primo a ricevere il Premio Nobel per la letteratura nel 1901. Seguì dapprima gli studî scientifici e conservò poi sempre una disposizione speculativa che si riflette anche nei suoi versi. Fu considerato un parnassiano, ma la sua ispirazione è più intimista e meditativa di quella del Parnasse. 


lunedì 30 maggio 2016

L’acqua tenera

 

FRANCO FORTINI

LE RADICI

Ormai dopo quest’ora non verrà nessuno,
Così siamo ancora soli, amore,
e per questo riposo vedi

nell’esistere unico, nel limite
che la tua mano ha dall’aria
come la rosa nella sera dell’orto,

quanto ci punge, quanto si disegna
vera e a sé giunge chiara
la storia tremenda ma degna di noi

che il mondo è stato. Ora in fondo alla terra
si nasconde l’acqua tenera
che versi alle piante innocenti.

(da Una volta per sempre, 1963)

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Il senso tragico della storia è alla base della poetica di Franco Fortini: “Una profonda e segreta riserva, la riserva religiosa e marxista dell'utopismo, gli vieta infatti, anche negli anni di più generoso impegno storico, di trattare veramente il reale presente come cosa salda” scrive Pierluigi Mengaldo. Il presente di una sera in giardino con la moglie è impregnato di solitudine, del peso gravoso del passato e dell’attesa di un futuro che ai suoi occhi non può essere altro che negativo.

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Volegov

VLADIMIR VOLEGOV, “DONNA CON ANNAFFIATOIO”

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LA FRASE DEL GIORNO
Ma ti rinnovi tu? Alla luce viva invecchi, / un’ora che ti specchi cerchi e non trovi più.
FRANCO FORTINI, Poesia ed errore




Franco Fortini, nato Franco Lattes (Firenze, 10 settembre 1917 – Milano, 28 novembre 1994), poeta, critico letterario, saggista e intellettuale italiano. La sua poesia è testimonianza anche ideologica delle lotte di classe del primo dopoguerra, voce progressista e coscienza critica del fallimento degli ideali.



domenica 29 maggio 2016

Meraviglioso il mare

 

EDWARD ESTLIN CUMMINGS

COME È MERAVIGLIOSO IL MARE

Come è meraviglioso il mare
inviato dalle mani di Dio
a dormire sul mondo

e la terra inaridisce
la luna crolla
una a una
le stelle si polverizzano frullando

ma il mare
non muta
e procede dalle mani
e torna alle mani

ed è col sonno….

amore,
     l’infrangersi

della tua
         anima
         sulle
mie labbra

(As is the Sea marvelous, da Tulips & Chimneys, 1923 – Trad. di Salvatore Di Giacomo)

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“Come è meraviglioso il mare”: ha ragione il poeta statunitense Edward Estlin Cummings. Il mare parla all’anima, dialoga con la parte più recondita di noi, e ancora di più quando, come in questo caso, è associato all’amore. La stessa cosa che dice “l’angelo vestito da passante” al suicida in Meraviglioso, canzone di Domenico Modugno ripresa dai Negramaro: “Ma guarda intorno a te / che doni ti hanno fatto / ti hanno inventato il mare /tu dici «Non ho niente» / ti sembra niente il sole / la vita, l’amore?”

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Luna e mare2

FOTOGRAFIA © WSCREENWALLPAPER

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LA FRASE DEL GIORNO
Il mare, il mare! / Lo sento dentro me. / E solo al pensarlo, / così mio, / ha un sentore di sale / il mio pensiero.
JOSÉ GOROSTIZA, Canzoni da cantare in barca




Edward Estlin Cummings,  noto anche come e.e. cummings (Cambridge, 14 ottobre 1894 – North Conway, 3 settembre 1962),  poeta, drammaturgo, scrittore e saggista statunitense. È celebre per il suo uso poco ortodosso delle maiuscole e delle regole della punteggiatura, e per il fatto di servirsi delle convenzioni sintattiche in modo avanguardista e innovativo.


sabato 28 maggio 2016

Un giallo calice di miracoli

 

PABLO NERUDA

ODE AL LIMONE

Da quelle zagare
disfatte
dal lume della luna,
da quell'effluvio di un amore esasperato,
affondato in fragranza,
uscì
dall'albero il giallo,
dal loro planetario
scesero a terra i limoni.

Tenera mercanzia!
Si gremirono rive,
mercati,
di luce, d'oro
silvestre,
e aprimmo
le due metà
del miracolo,
acido congelato
che stillava
dagli emisferi
di una stella,
e il liquore più profondo
della natura,
intrasferibile, vivo,
irriducibile,
nacque dalla freschezza
del limone,
dalla sua casa fragrante,
dalla sua agra, segreta simmetria.

Nel limone divisero
i coltelli
una piccola
cattedrale,
l'abside nascosta
aprì alla luce le acide vetrate
e in gocce
scivolarono i topazi,
gli altari,
la fresca architettura.

Così, quando la tua mano
strizza l'emisfero
del tagliato
limone sul tuo piatto,
un universo d'oro
tu spargi,
un giallo calice
di miracoli,
uno dei capezzoli odorosi
del petto della terra,
raggio di luce convertito in frutto,
il minuscolo fuoco di un pianeta.

(Oda al limón, da Terzo libro delle odi, 1957 – Traduzione di Salvatore Quasimodo)

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Profumi, colori, immagini che deflagrano come in un caleidoscopio: il canto del poeta cileno Pablo Neruda è così, vivo, scoppiettante. Descrivendo il limone, costruisce un’architettura surrealista che coinvolge l’universo intero e nell’acida freschezza dell’agrume diviso a metà con un coltello individua le vetrate di una cattedrale e il seno stesso della terra.

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lemon

 

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LA FRASE DEL GIORNO
E un odor di limone / riempie il minuto immenso, / mentre si trasforma / in fior di velo il vento.
FEDERICO GARCÍA LORCA, Libro de poemas




Pablo Neruda, pseudonimo di Ricardo Eliécer Neftalí Reyes Basoalto (Parral, 12 luglio 1904 – Santiago del Cile, 23 settembre 1973), poeta, diplomatico e politico cileno, è considerato una delle più importanti figure della letteratura latino-americana del Novecento. Fu insignito del Premio Nobel nel 1971.

venerdì 27 maggio 2016

Canto di sirena

 

SERGIO SOLMI

CANTO DI DONNA

Canto di donna che si sa non vista
dietro le chiuse imposte, voce roca,
di languenti abbandoni e d’improvvisi
brividi scorsa, di vuote parole
fatta, ch’io non discerno.
O voce assorta, procellosa e dolce,
folta di sogni
quale rapiva i marinai in mezzo
al mare, un tempo, canto di sirena.
Voce del desiderio, che non sa
se vuole o teme, ed altra non ridice
cosa che sé, che il suo buio, tremante
amore. Come te l’accesa carne
parla talora, e ascolta
sé stupefatta esistere.

(da Poesie, Mondadori, 1950)

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Sergio Solmi, poeta e saggista nato a Rieti da genitori modenesi, secondo il critico Pier Vittorio Mengaldo ha una “inquieta e quasi dolorosa curiosità per le «calde cose» che gli si avvicinano e gli sfuggono”. È certamente il caso di questo canto di donna nell’ombra, appassionato e malinconico insieme: nell’anima del poeta, ”fugace testimone” fa risaltare ancora una volta lo slancio verso la felicità del vivere già protagonista di Preghiera alla vita: “Perché più bruci, per meglio sentire / questo tuo bacio che torce e scolora, / ogni mia fibra consuma al tuo fuoco”.

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chanteuse_im_cafe_hi

EDGAR DEGAS, “LA CHANTEUSE DU CAFÉ CONCERT”

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LA FRASE DEL GIORNO
Se pur fatiche e sogni / e la mesta ubbidienza a me malvivo / fanno, e rare tue fronde, poesia, / un'ultima gaiezza mi soccorre /e brevemente il mio deserto illude.
SERGIO SOLMI




Sergio Solmi (Rieti, 16 dicembre 1899 – Milano, 7 ottobre 1981),  scrittore, poeta, critico letterario e saggista italiano. È stato poeta tanto originale quanto radicato nella tradizione italiana nonché felice traduttore. Come critico, si occupò di letteratura francese (Alain, Montaigne, Rimbaud), di paraletteratura e di Giacomo Leopardi.


giovedì 26 maggio 2016

Un giovane lupo di mare

 

RENZO LAURANO

MARINARESCA LA MIA FAVOLA

Come non sanno il colore dell’aria
le rondinelle, a pena il marinare
sa delle azzurre lande.
Quante corse
al vento nella spuma di sapone
dei vari agevoli mattini!
In gioventù, si va; e, chiglia di sandalo,
si scivola. Poi tempo, che tu ari
il sale, è giunto. Il campo è grande, è strano,
si naviga, ma è tutto un altro mare.
Nella memoria splendono i velieri,
vascelli a vele date a tutti i venti,
immagina di me, quando un naviglio
fui, tutta insegna candida, a splendore
spampanato, da ingenuo. Ero nell’aria
come a disfida, e tra compagni in fiore,
gonfalone dei giovani.
Ma è tardi,
per me; già come, anzitempo, io rubava
una stagione agli anni. Già da mozzo,
navigai: navigavo: e per andare
con i grandi. Non ho perduto tempo,
mai, ch’io non fossi per per perderlo amando
vivere come vissi.
Il mio berretto
da marinare svengolo. E che basti,
essere un giovane lupo di mare?

(da Gli angeli di Melozzo da Forlì, La Prora, 1939)

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“Nella mia poesia, che è tanto turbata inquieta e sommossa dal mio mal di Liguria o amor di Liguria, il mare-mare, quel mare in persona io lo conosco benissimo” scriveva il poeta sanremese Renzo Laurano, fondatore del Club Tenco. Quel mare dentro, quel mare che è addirittura parte dell’anima di chi ha vissuto sulle sue rive e non conosce altro, quel mare che è vita e scorre insieme alla vita stessa.

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Lhote

ANDRÉ LHOTE, “MARIN À L’ACCORDÉON”

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LA FRASE DEL GIORNO
Il mare non è mai stato amico dell'uomo. Tutt'al più è stato complice della sua irrequietezza.
JOSEPH CONRAD, Lo specchio del mare




Renzo Laurano, pseudonimo di Luigi Asquasciati, (Sanremo, 2 febbraio 1905 – 16 maggio 1986), poeta italiano. Fondatore del Club Tenco e presidente della commissione di selezione delle canzoni per il Festival di Sanremo, organizzò numerosi premi letterari. La sua poesia ha giochi estetici ed eleganti toni parnassiani.


mercoledì 25 maggio 2016

Fanciulla bionda e povera

 

ATTILIO BERTOLUCCI

L’ENZA A MONTECHIARUGOLO

L’Enza è scesa bionda e sporca:
ha trecce di paglia e miti occhi,
canta camminando,
il suo piede è grande con vene delicate.
Maggio era cominciato
in un caldo e fiorito silenzio
rotto solo da canzonette d’usignoli,
dall’alacre rumore del picchio
e dal lamento solitario e bizzarro
del multicolore uccello del vento.
L’Enza correva azzurra
lungo il tiepido giorno;
già nell’avanzato pomeriggio
bambini bruni vi s’immergevano
con deboli gridi,
e spruzzandosi e ridendo e tremando
godevano di quell’acqua di fiordalisi.
Veniva la notte:
sotto la luna l’Enza si faceva pallida,
voleva dormire
e le toccava andare...
La prima rosa rossa fiorì un giorno,
stava sola:
il suo profumo faceva dimenticare
la fanciulla amata.
Per le rive le roselline selvatiche,
bianche, e i fiori di gaggìa
animavano di sommessi colloqui
l’ombra tacita dell’edera e dei pini.

Ma dai monti un mattino
venne una nuvola bianca, sola,
sui quattro castelli:
il cielo era azzurro e l’aria calma,
così l’animo rassicurato dagli occhi
tornò a Properzio e a Cinzia e alle dolci risse.
Nuvola ingannatrice!
Dietro di lei uno scuro esercito avanzò
e da giorni e giorni tiene il cielo, vincitore.
Tremanti e fradice le rose si sfogliano,
il frumento si piega, il fieno marcisce,
l’Enza è una fanciulla bionda e povera.

(da Fuochi in novembre, 1934)

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L’Enza è un torrente che scorre sull’Appennino tosco-emiliano e va ad alimentare il Po: sorge nella zona impervia del Monte Palerà e segna il confine tra le province di Parma e Reggio Emilia. Qui il poeta Attilio Bertolucci lo coglie al suo passaggio per Montechiarugolo, all’incirca a metà del suo cammino e ne trae una sorta di favola: maggio regala vesti diverse al torrente (femminile), lo adorna di fiori, lo fa azzurro, lo riempie dell’allegria dei bambini, di memorie perdute, di reminiscenze d’amore, per poi riportarlo con una serie di giorni di pioggia alla sua consueta povertà.

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Enza

FOTOGRAFIA © MATILDE DI CANOSSA

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LA FRASE DEL GIORNO
Amore parla e parla di te / sommesso, come acqua fra erbe alte.
ATTILIO BERTOLUCCI, Fuochi in novembre




Attilio Bertolucci (San Prospero Parmense, 18 novembre 1911 – Roma, 14 giugno 2000), poeta italiano. Le sue opere poetiche sono il risultato di una felice contaminazione tra eredità ermetica e capacità di tradurre ogni astratta eleganza in un discorso poetico naturale.


martedì 24 maggio 2016

La strada percorsa

 

DULCE MARÍA LOYNAZ

POESIA XVII

C’è qualcosa di molto sottile e profondo
nel voltarsi a guardare la strada percorsa…
La strada dove, senza lasciare traccia,
è rimasta la vita intera.

(da Poemas sin nombre, 1953)

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In questi versi della poetessa cubana Dulce María Loynaz c’è sicuramente un’eco di Antonio Machado: “Mentre vai, si fa la strada / e girandoti indietro / vedrai il sentiero che mai / più calpesterai”. Si può concordare su questo sguardo gettato indietro: è davvero profondo fare il punto sulla situazione. Ma più di un dubbio rimane sulle tracce lasciate: figli, amori, opere, azioni, di qualche cosa di noi deve pur rimanere il segno su quella strada.

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Camminando

FOTOGRAFIA © THE LITTLE HERMITAGE

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LA FRASE DEL GIORNO
L’amore è districare grovigli / di strade nel buio: / l’amore è essere strada ed essere scala!
DULCE MARÍA LOYNAZ




Dulce María Loynaz (L'Avana, 10 dicembre 1902 – 27 aprile 1997), scrittrice e poetessa cubana. Il suo romanzo Giardino (1951) fu precursore del Realismo magico sudamericano. Figlia del generale Enrique Loynaz del Castillo, dopo la Rivoluzione cubana si isolò dalla vita sociale ma non volle abbandonare l’isola. Ottenne il Premio Cervantes nel 1992.


lunedì 23 maggio 2016

L’alba

 

JOSÉ EMILIO PACHECO

LA PREGHIERA DELL’ALBA

Fa miracoli questo albeggiare.
Scrive la sua pagina di luce
sul quaderno scuro della notte.
Annulla la nostra disperazione,
assolve la nostra follia,
accerta che il mondo
non si è dissolto nelle tenebre
come abbiamo temuto
a partire da quella sera in cui,
da una caverna della preistoria,
osservammo per la prima volta il crepuscolo.
Ieri non resuscita.
Quello che è dietro non conta.
Quel che vivemmo già non è più
L’alba ci consegna la prima ora
la prima ora di un’altra vita.
La sola nostra verità
è il giorno che comincia.

(da L’età delle tenebre, 2009)

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Il giorno che comincia nel chiarore dell’alba come una memoria ancestrale, un ricordo inscritto nel nostro DNA dallo scorrere dei millenni. L’alba è un nuovo inizio ogni giorno – dice il poeta messicano José Emilio Pacheco: sta a noi cogliere le opportunità che questa nuova pagina di luce ci spalanca davanti.

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Alba

FOTOGRAFIA © THE NARRATOGRAPHER/500PX

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LA FRASE DEL GIORNO
All’alba si versa l’abitudine dell’anima
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EFRAÍN HUERTA, Linea dell’alba




José Emilio Pacheco Berny (Città del Messico, 30 giugno 1939 - 26 gennaio 2014), scrittore, poeta, saggista e traduttore messicano. Fu parte integrante della Generazione dei ‘50. La sua poesia concentra l’attenzione sulla storia, sulla ciclicità del tempo, sull’universo dell’infanzia e sulla vita nel mondo moderno.


domenica 22 maggio 2016

Un giorno di primavera

 

BILLY COLLINS

OGGI

Se mai ci fosse un giorno di primavera così perfetto,
reso ancor più bello da una calda brezza intermittente,

da spingerti a spalancare
tutte le finestre di casa,

e ad aprire la porticina della gabbia del canarino,
anzi, a rimuoverla dallo stipite,

un giorno in cui i vialetti di freschi mattoni
e il giardino che scoppia di peonie

sembrassero incisi nella luce del sole
da farti venir voglia di prendere

un martello per il fermacarte di vetro
del tavolino del salotto

e  liberare così gli abitanti
dal cottage coperto di neve

perché possano uscire
tenendosi per mano e ammirare

questa cupola più grande azzurra e bianca,
be’, oggi sarebbe proprio un giorno così.

 
(Today, da Nine Horses, 2002 – Traduzione di Franco Nasi)

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Un giorno di primavera tanto bello da abbandonare ogni cosa e spingersi fuori sotto la cupola azzurra del cielo a danzare nel sole. Un giorno di primavera così bello da dare libertà a ogni cosa, ai canarini in gabbia, ai pupazzetti intrappolati nei fermacarte di vetro con la neve. Un giorno così – come capitano nelle belle giornate di primavera – è quello che racconta con la consueta leggerezza e la sottile vena ironica il poeta statunitense Billy Collins.

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Peonie

FOTOGRAFIA © FINE GARDENING

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LA FRASE DEL GIORNO
La poesia è un viaggio che inizia da un territorio chiaro e va verso qualcosa di misterioso. Mi piace fare viaggi immaginari mentre leggo poesia.

BILLY COLLINS




William Collins, detto Billy (New York, 22 marzo 1941), è un poeta statunitense. Dopo aver insegnato letteratura inglese al Lehman College nel Bronx per oltre 50 anni, ora è in pensione. Le sue poesie raccontano con ironia la vita dell’America borghese e suburbana.


sabato 21 maggio 2016

Il tuo cuore acceso

 

FEDERICO GARCÍA LORCA

DESIDERIO

Solo il tuo cuore acceso
e niente più.

Il mio paradiso un campo
senza usignolo
né lire,
con un ruscelletto
e una piccola fonte.

Senza la carezza del vento
sulla fronda,
senza la stella che vuole
essere foglia.

Una grande luce
che fosse
lucciola
di un’altra,
in un campo di
sguardi interrotti.

Una luminosa quiete
dove i nostri baci,
nei sonori
dell’eco,
si aprirebbero lontano.

E il tuo cuore acceso,
null'altro.

1920

(da Libro de poemas, 1921)

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Nessun paradiso può esistere senza l’amore: è la sintesi un poco oraziana di questa poesia di Federico García Lorca. Per quanto bello possa essere un posto, per quanto idilliaco, non può competere con il luogo dove si manifesta l’amore, dove si condivide l’esistenza.

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Summer

FOTOGRAFIA © NEW EVOLUTION DESIGN

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LA FRASE DEL GIORNO
Anima, diventa color d'amore.
FEDERICO GARCÍA LORCA, Libro de poemas




Federico García Lorca (Fuente Vaqueros, 5 giugno 1898 – Víznar, 19 agosto 1936), poeta e drammaturgo spagnolo). Voce tra le più originali del Novecento spagnolo, amico di Salvador Dalí e Luis Buñuel, partecipò ai vari tentativi modernisti, specialmente impressionisti. Morì durante i primi giorni della guerra civile, fucilato dai franchisti.


venerdì 20 maggio 2016

Nessun fuoco

 

ADONIS

CENTO POESIE D’AMORE, 92

Com’è amara e com’è dolorosa la nostalgia per  la sua casa
poggiando la guancia sulla spalla della notte arreso a lei
alla sua casa silente sotto l’arco dei pini,
la notte legge le sue opere vegliando le porte e le finestre,
nessun fuoco tranne quello che crepita nel corpo libero, o ciò che divampa
sulla sua terra (oggi è buio quel passaggio verso la sua terra,
e il vento spira impetuoso da ogni parte),
com’è amara e com’è dolorosa la nostalgia
per ciò che rimane delle leggende del mio amore
com’è arduo parlare di lei, non ho fuoco
per questa carcassa
se non quello delle parole.

(da Cento poesie d’amore, Guanda, 2003 – Traduzione di Fawzi Al Delmi)

 

“La lezione dell’Oriente si manifesta nella fiducia senza enfasi che l’amore, il corpo d’amore, il canto d’amore siano ancora materia di poesia, e rappresentino una via per la conoscenza del mistero” scriveva Giuseppe Conte recensendo le Cento poesie d’amore del siriano Adonis, più volte candidato al Nobel. La poesia è un modo per venire a capo della situazione, per analizzarla e per analizzarsi ripercorrendo il rapporto e i sentimenti. Qui siamo dalle parti dell’assenza, della nostalgia e tutta l’amarezza, tutta la sofferenza sono bene espresse da quella mancanza di calore, da quel buio, da quel vento freddo che soffia incessante.

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Perez

FABIAN PEREZ, “ON THE ROCKS”

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LA FRASE DEL GIORNO
Assenza / che si addentra nelle soglie della presenza / e come il mistero vive nel cuore della terra / e nell’oscurità delle radici.
ADONIS, Cento poesie d’amore




Adonis o Adunis, pseudonimo di Alī Ahmad Saʿīd Isbir (Al-Qassabīn, 1º gennaio 1930) è un poeta e saggista siriano. È attivo nella la volontà di una rinascita culturale araba, rileggendone il patrimonio in una chiave non nazionalistica o religiosa, ma di apertura alla modernità. È stato più volte candidato al Premio Nobel per la Letteratura.


giovedì 19 maggio 2016

Sempre ti attendo

 

ATTILA JÓZSEF

ATTESA

Sempre ti attendo. L'erba è rugiadosa.
Anche gli alberi grandi dalle chiome
piene di orgoglio aspettano. Io sono
rigido e vacillante a volte. È tetra
la notte per chi è solo.
Se tu venissi, si farebbe il prato
liscio: e silenzio, gran silenzio.
Ma udiremmo una musica notturna
misteriosa; sulle nostre labbra
canterebbero i cuori e lentamente
ci fonderemmo, offerti al rosso ardore
d'un profumato altare,
nell'infinito.

(da Poesia, n.120, Settembre 1998 - Traduzione di Umberto Albini)

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“Io non so altro che amare / faticando sotto i pesi più gravi” scrisse il poeta ungherese Attila József, uomo tormentato e schizofrenico la cui vita segnata dall’abbandono finì sotto un treno forse per suicidio forse per incidente. E questo, raccontato nei versi, è uno dei suoi sogni d’amore: la voluttà dell’attesa, nella quale si immagina ciò che accadrà.

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 Remain simple

FOTOGRAFIA © REMAIN SIMPLE

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LA FRASE DEL GIORNO
L'amore è un continuo domandare, ma è anche trepida attesa.
FRANCESCO ALBERONI, L’erotismo




Attila József (Budapest, 11 aprile, 1915 - Balatonszárszó, 3 dicembre 1937), poeta ungherese,  incompresa voce del proletariato. Studiò lettere e filosofia a Szeged, Parigi e Vienna; fu redattore della rivista letteraria Szép Szó Il tono della sua lirica è dato dalle amare esperienze dell'infanzia e della giovinezza e dalla sua adesione al socialismo.


mercoledì 18 maggio 2016

Fidando nello spago

 

FÉLIX LOPE DE VEGA

COME IL BIMBO INGANNATO

Come il bimbo ingannato che, contento
tiene legato un uccello screziato,
e lo lascia, fidando nello spago,
spiegare le ali nel tiepido vento,

e quando più a questo piacere è intento,
si rompe la corda e resta burlato
a seguirlo, di lacrime bagnato,
con lo sguardo e il pensieroso tormento,

così fu con te, Amore: la memoria
ti lasciò andare con pensieri vani,
appesi alla forza di un capello.

Prese il vento l'uccello e la mia gioia   
e mi lasciò la corda nelle mani,
che ora mi serve solo per il collo.

(Cual engañado niño, da Rime, 1609)

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Ah, l’amore… Fonte di illusioni e disillusioni, legato ai capricci del caso e del destino, fugace, effimero: così lo presenta in questo sonetto anche il poeta e drammaturgo spagnolo Félix Lope de Vega, che conobbe molti amori ed ebbe molte spose (trasfigurate in poesia come Marfisa, Belisa e Celia) e ben 14 figli  prima di diventare sacerdote cattolico (e avere al contempo come amante Amarillis, da cui ebbe un’altra figlia).

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Boy with a Birdcage

CASPAR NETSCHER, “IL BAMBINO CON LA GABBIA”

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LA FRASE DEL GIORNO
Credere che un paradiso entri in un inferno / dare la vita e l’anima a un disinganno: / questo è l’amore.
FÉLIX LOPE DE VEGA, Rime




Félix Lope de Vega y Carpio (Madrid, 25 novembre 1562 –  27 agosto 1635),  scrittore, poeta e drammaturgo spagnolo. Vissuto nel Siglo de Oro, fu incredibilmente prolifico ed è nel numero ristretto dei più famosi autori di teatro del mondo. La sua opera poetica utilizzò tutte le forme possibili e lo attrasse anche la lirica popolare, che inserì frequentemente nelle sue commedie.


martedì 17 maggio 2016

Solo assenza

 

LORENZO OLIVÁN

ASSENZA

La tua assenza riempie tutto
lo spazio che io e te condividevamo.
Si impadronisce dell’aria, si infila
nella più remota fessura della casa,
impregna ogni abito.
                                  All’improvviso
fissa i suoi occhi profondi su di me,
e dopo avermi versato dentro il peso
di tanta solitudine irrimediabile,
finisco con il diventare io stesso solo
assenza. Solo assenza.

(da Puntos de fuga, 2001)

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“C’è, scavata nell’aria, la tua dolce / forma di donna; un vuoto / che palpita di te, come l’immoto / silenzio dopo una perduta voce” recita una delle più belle poesie di Diego Valeri. Anche il poeta spagnolo Lorenzo Oliván coglie quell’ossimorico vuoto che riempie, che impregna di sé ogni cosa.

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Assenza

IMMAGINE © ALI K

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LA FRASE DEL GIORNO
Senza te non è più mia la mia casa, / l’aria non si respira e non si scalda.
JOSÉ ALBI




Lorenzo Oliván (Castro-Urdiales, 1968), poeta, traduttore e saggista spagnolo. Influenzato dalle generazioni poetiche del '27 e del '50 , e dalla moderna poesia anglosassone, nel 2000 ha vinto il premio Loewe con la sua raccolta di poesie Punti di fuga; nel 2003 la sua opera poetica è stata premiata anche con il premio Generazione del 27 per il suo Libro degli elementi.


lunedì 16 maggio 2016

Anche con la parola

 

JULIETA DOBLES

A PAROLE

La parola, la tua parola
è una barca che va dritta verso il desiderio,
lancia così primitiva,
carezza così urgente,
quasi al confine con il rosso
morso dell’osceno.
La tua parola mi fa sussultare,
mi scioglie, mi incita.
All’improvviso, solo a parole,
mi inumidisco di essenze germinali,
e si accendono le mie mani,
il mio corpo, la mia parola anche,
per domare l’aria con la tua.
La tua parola, furtiva nel mio orecchio,
vecchio moscone malizioso,
mi vellica l’istinto.
Se la ascolto, solleva i miei silenzi
e, tra pareti di penombra,
ci avvicina e ci unisce
in questa vecchia danza
di corpi appassionati e assoluti.
La tua voce e la mia si stanno amando
abbreviate, sussurranti,
piene di eccitazione, di gonfiori,
di respiri aggressivi o dolcissimi,
in un silenzio spettinato e gioioso.
Parole che si toccano, si mordono, rabbrividiscono
in questo rampicante di desideri
che è solo un’atmosfera madida e odorosa.
Facciamo l’amore anche con la parola.

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La poetessa costaricana Julieta Dobles ama creare queste atmosfere intime dove scorre un erotismo sussurrato. Anche le parole sono amore – fisico addirittura – sanno diventare sensuali, esprimere a loro volta quella “musica dei corpi / duratura nella sua bella brevità, / trionfante ogni giorno di fronte alla distruzione”.

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At Last my Lovely

JACK VETTRIANO, “AT LAST MY LOVELY”

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LA FRASE DEL GIORNO
La tua parola, / il sovversivo, / irresistibile strumento del desiderio.
JULIETA DOBLES




Julieta Dobles Yzaguirre (San José, 1 marzo 1943), poetessa e scrittrice costaricana. Rritiene che una delle funzioni della poesia sia quella di rendere i lettori persone migliori e esseri umani più profondi. E scommette sulla bellezza e sull'amore, come uno dei modi migliori per affrontare la terribile sfida di sapersi mortali e di mostrare solidarietà al dolore del mondo.




domenica 15 maggio 2016

Nelle rosse braci

 

CRISTINA PERI ROSSI

LE PAROLE SONO SPETTRI

Le parole sono spettri
pietre magiche
che spezzano i sigilli
dell’antica memoria
E i poeti celebrano
la festa del linguaggio
sotto il peso dell’invocazione
I poeti accendono
i falò che illuminano
i volti eterni
dei vecchi idoli
Quando i sigilli saltano
l’uomo scopre
la traccia dei suoi antenati
Il futuro è l’ombra del passato
nelle rosse braci di un fuoco
venuto da lontano,
non si sa da dove.

(da Babel bárbara, 1991)

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La poetessa uruguaiana Cristina Peri Rossi pone l’attenzione sul potere magico, divinatorio della poesia, strumento concesso agli uomini per superare il finito, per vincere il tempo facendone saltare tutti i sigilli, per leggere in controluce nella realtà il misterioso senso del vivere.  

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Falò

FOTOGRAFIA © DANIELE RIVA

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LA FRASE DEL GIORNO
Il poeta è testimone di conoscenze profonde, che paiono arcane al mero esercizio della ragione: egli rivela e trasmette una sapienza avvolta nel silenzio.
ENZO BIANCHI, Avvenire, 13 aprile 2008




Cristina Peri Rossi (Montevideo, 12 novembre 1941), scrittrice, poetessa, traduttrice e attivista politica uruguaiana. In esilio a Barcellona dal 1972, vi ha svolto tutta la sua carriera letteraria. La sua opera, sia in prosa sia in poesia, è basata sul tema amoroso, con un linguaggio denso di allusioni e metafore.


sabato 14 maggio 2016

Contempla i gigli

 

ANNE SEXTON

DAL GIARDINO

Vieni, mio amato,
contempla i gigli.
Abbiamo poca fede.
Parliamo troppo.
Metti via il tuo scioglilingua di parole
e vieni con me a osservare
i gigli dischiusi nel campo,
che crescono come yacht,
che lentamente allungano i petali
senza infermiere o orologi.
Contempliamo la vista:
una casa dove nubi bianche
ornano le pareti fangose.
Oh, metti via le tue buone
e cattive parole. Sputa fuori
le tue parole come pietre!
Vieni qui! Vieni qui!
Vieni a gustare i miei dolci frutti.

(From the Garden, da All my pretty ones, 1962 - Traduzione di Cristina Gamberi)

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“L’uomo conquista i corpi per lasciarli cadere in abbandono, la donna fa del corpo dell’uomo un campo di eterna conquista psicologica, tramutando l’amore in nevrosi, in un’altra schiavitù. Non c’è quindi un universo in cui riconoscersi, ma uno spazio che resta nebbioso, assente. Quel sovrumano potere o desiderio non avendo luoghi in cui posarsi diventa l’arma che chiude la donna all’interno del proprio io, e lei diventa il fulcro, il centro di un’altra casa dalle pareti circolari, perfette come un’inspiegabile ossessione” scrive Cristina Gamberi, traduttrice di questa poesia, sul n. 311 di Poesia, pubblicato nel gennaio 2016. È la perfetta chiave di lettura per questi versi d’amore dai toni oscuri di Anne Sexton, poetessa statunitense la cui storia fu segnata dalla solitudine, dall’alcolismo e dalla depressione che la portò a uccidersi intossicandosi con il monossido di carbonio nel garage della sua casa di Boston.

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Gigli

ACQUARELLO DI DARYLL TROTT

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LA FRASE DEL GIORNO
Una donna che scrive è troppo sensibile e sensuale, /quali estasi e portenti!
ANNE SEXTON




Anne_Sexton_by_Elsa_DorfmanAnne Sexton (Newton, Massachusetts, 9 novembre 1928 – Weston, Massachusetts, 4 ottobre 1974), scrittrice e poetessa statunitense. La sua poesia, definita confessionale, con dettagli intimi della sua vita privata, descrive la lunga battaglia contro la depressione, terminata con il volontario avvelenamento da monossido di carbonio nel garage di casa.


venerdì 13 maggio 2016

Tra due melodie

 

JUAN RAMÓN JIMÉNEZ

PIOPPO BIANCO

In alto canta un uccello
e sotto canta l’acqua.
(In alto e sotto,
si apre la mia anima).

Tra due melodie,
la colonna d’argento!
Foglia, uccello, stella;
fiore, radice, acqua.
Tra due emozioni,
la colonna d’argento!
(E tu, tronco ideale,
tra la mia anima e la mia anima!)

Culla la stella il trillo,
l’onda il fiore.
(Sotto e sopra,
trema la mia anima).

(Álamo blanco, da Bellezza, 1923)

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Un pioppo sulla riva di un fiume, un uccello che canta nella sera. Il Premio Nobel spagnolo Juan Ramón Jiménez coglie in quell’atmosfera la dicotomia tra il cielo e la terra, tra il finito e l’infinito. E l’anima, come uno strumento musicale, vibra, presa in mezzo a quel doppio rintocco dall’alto e dal basso: affascinata, riesce a cogliere l’infinito.

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Bylgakov

OLEG BYLGAKOV, “LA NATURA DEL PIOPPO DI KUBAN”

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LA FRASE DEL GIORNO
Sto sognando, sdraiato, / all’ombra del tuo soave tronco... / E mi sembra / che il cielo, tua chioma, / versi sulla mia anima il suo azzurro!
JUAN RAMÓN JIMÉNEZ, Eternità




JimenezJuan Ramón Jiménez (Palos de Moguer, 24 dicembre 1881 - San Juan, Portorico, 29 maggio 1958), poeta spagnolo premiato con il Nobel nel 1956, fu uno dei principali esponenti della Generazione del ’14 e del Modernismo. La sua ricerca poetica lo portò a privilegiare la poesia nuda ed essenziale, fatta solo di immagine e di parola al di là della musicalità esteriore.


giovedì 12 maggio 2016

Sempre desiderate

 

LUCIANO ERBA

CASSETTI

Quando non sono al telefono
le donne è un gran rumore di cassetti
che aprono e richiudono di scatto
gioielli carte spille soldi chiavi
non saprai mai cosa stanno frugando
in sottoveste o in abito lungo
chinate, talvolta piumate
sempre desiderate.

(da Nella terra di mezzo, 2000)

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Donne, donne di sogno e della memoria, donne fantasticate, donne osservate nel tranquillo ménage quotidiano. È un Luciano Erba ormai anziano quello che dedica alle donne questi versi affettuosi e sorridenti nei quali traspare l’ammirazione e serpeggia sottile il desiderio.

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Casas I Carbo

RAMÓN CASAS I CARBÓ, “PRIMA DEVI PASSARE SUL MIO CORPO”

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LA FRASE DEL GIORNO
Le donne a volte hanno questa tendenza a intanarsi, l'idea di controllare il terreno le rassicura. Ma poi la loro tana è piena di oggetti ed echi di gesti e di telefonate e di pensieri passati.

ANDREA DE CARLO, Tecniche di seduzione




Luciano Erba (Milano, 18 settembre 1922 – 3 agosto 2010), poeta, critico letterario, traduttore del secondo Novecento, appartenente alla Quarta generazione della Linea Lombarda. Insegnò Letteratura Francese e Letterature Comparate  all’Università Cattolica di Milano.


mercoledì 11 maggio 2016

Il bicchiere mai riempito

 

GIORGIO CAPRONI

RITORNO

Sono tornato là
dove non ero mai stato.
Nulla, da come non fu, è mutato.
Sul tavolo (sull’incerato
a quadretti) ammezzato
ho ritrovato il bicchiere
mai riempito. Tutto
è ancora rimasto quale
mai l’avevo lasciato.

(da Il muro della terra, 1975)

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È la cronaca minuziosa del mai accaduto questa poesia di Giorgio Caproni, un nonsense raffinato dove protagonista riesce ad essere incredibilmente il nulla - un luogo che appartiene ad altri tempi, a un sogno cullato per anni e mai realizzato, a un falso ricordo rimasto impigliato agli spini miracolosi della poesia.

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Grisaille

JOSEPH ANDREW RYAN, “GRISAILLE”

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LA FRASE DEL GIORNO
Il mio viaggiare / è stato tutto un restare / qua, dove non fui mai.
GIORGIO CAPRONI, Il franco cacciatore




Giorgio Caproni (Livorno, 7 gennaio 1912 – Roma, 22 gennaio 1990), poeta, critico letterario e traduttore italiano. Partito come preermetico attirato da uno scabro espressionismo, approdò a un ermetismo rivestito di un impressionismo idillico. Nella sua poesia canta soprattutto temi ricorrenti (Genova, la madre e Livorno, il viaggio, il linguaggio), unendo raffinata perizia metrico-stilistica a immediatezza e chiarezza di sentimento.


martedì 10 maggio 2016

Le labbra o la vita

 

LUIS GARCÍA MONTERO

SCENA DEL CRIMINE

Là nell’ombra
ti tradiscono gli occhi,
e ti indovino liscia,
come una mappa distesa
di meraviglia e desiderio.
Fingiti morta
amore,
è una rapina.
Le labbra o la vita!

(da Tristia, 1982)

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Una piccola poesia, un gioiellino del poeta spagnolo Luis García Montero: in pochi versi ricrea la suggestione di un gioco d’amore con toni che ammodernano certi frammenti erotici dell’Antologia palatina.

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Lovers

CLARE ELSAESSER, “BLUE BLACK ROOM”

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LA FRASE DEL GIORNO
Se l’amore, come tutto, è questione di parole, / avvicinarmi al tuo corpo fu creare un idioma
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LUIS GARCÍA MONTERO




Luis García Montero (Granada, 4 dicembre 1958) è un poeta spagnolo. La caratteristica che più risalta nella sua opera è la narrazione storico-biografica dei suoi poemi, la struttura quasi teatrale, con un personaggio che racconta o vive la sua storia. La sua poesia è caratterizzata da un linguaggio colloquiale e dalla riflessione su situazioni quotidiane, senza arrivare al limite del “realismo sucio” (realismo sporco).




lunedì 9 maggio 2016

A piedi nudi

 

VERA PAVLOVA

HO ROTTO IL TUO CUORE

Ho rotto il tuo cuore
Vado sopra i cocci
A piedi nudi

(da If there is something to desire, Knopf, 2010)

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La semplicità coniugata all’eleganza: una dozzina di parole bastano alla poetessa russa Vera Pavlova per esprimere il suo stato d’animo, per dare il senso di questo amore finito o mai iniziato perché non corrisposto. Una piccola miniatura che però racchiude un grande lampo di poesia.

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silver-broken-heart

FOTOGRAFIA © MOJIM

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LA FRASE DEL GIORNO
L’intensità dell’amore è proporzionale alla sensibilità di chi ama e all’insensibilità dell’amato
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GIANNI MONDUZZI, Orgasmo e pregiudizio




Vera Anatolyevna Pavlova, da nubile Desyatova (Mosca, 4 maggio 1963),  poetessa e saggista russa. La sua poesia è dedicata principalmente alla vita personale e intima di una donna moderna - e ne parla con rara franchezza e sincerità. Sulla base dei sui versi è possibile costruire una biografia sociologicamente e culturalmente affidabile dell'età contemporanea.


domenica 8 maggio 2016

Il dolce amore

 

HEINRICH HEINE

IL RITORNO DEL MENDICO

Illuso folle, un dì ti abbandonai,
volevo andare fino in capo al mondo
tentando se trovassi mai l’amore
per abbracciarlo con tutto il mio amore.

Cercai l’amore per tutte le strade,
tesi le braccia ad ogni porta chiusa
mendicando elemosina d’amore,
ma non ebbi che beffe, odio e disprezzo.

E sempre erravo in cerca dell’amore,
in cerca dell’amore, e sempre invano,
finché tornai a casa triste e stanco.

Ed ecco, mi venisti incontro, e vidi
brillare nei tuoi occhi il dolce amore
che così a lungo ero andato cercando.

(Traduzione di Italo Alighiero Chiusano)

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È uno stilema classico quello usato dal poeta tedesco Heinrich Heine: andare per il mondo in cerca di qualcosa che invece già si aveva (il senso del Natale in un famoso racconto di Buzzati, la malinconia in una celebre poesia di Hermann Hesse). Heine va in cerca dell’amore vero, quello più puro, quello più dolce. Invano. Lo trova tornando nel cuore della madre.

Auguri a tutte le mamme!

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Cassatt

MARY CASSATT, “MADRE E FIGLIO”

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LA FRASE DEL GIORNO
Mia madre ha ’l core grande come il mare / e più io l’amo e più la voglio amare.
RISPETTO POPOLARE TOSCANO




Christian Johann Heinrich Heine (Düsseldorf, 13 dicembre 1797 – Parigi, 17 febbraio 1856), poeta tedesco. Fu il più importante poeta nel periodo di transizione tra il romanticismo e la Giovane Germania. L'originalità dei suoi di Heine consiste nella tensione verso la poesia e nello stesso tempo nel modo opposto, cioè quello di voler negare ogni sentimentalismo, che gli permise di utilizzare il "materiale" romantico con ironia e realismo.


sabato 7 maggio 2016

Ho stretto i denti

 

FEDERICO TAVAN

CUAN' CHE ME SOI INAMORÀT

Cuan' che me soi inamoràt
al cour al tucava
làscete zî
chist al é l'amour
jo ài strengjût i dinç
al cour al à tasût.

Quando mi sono innamorato
il cuore batteva:
lasciati andare,
questo è l'amore.
Io ho stretto i denti,
il cuore ha taciuto.

(da Poesia, n. 300 – Gennaio 2015)

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La figura di Federico Tavan, poeta dialettale friulano, è per certi versi simile a quella di Alda Merini: il disagio psichico si manifestò in lui durante l’adolescenza e lo costrinse a numerosi ricoveri. Ma è proprio a quel disagio che si deve la sua poesia visionaria, originale, anarchica, capace di usare la lingua sperduta della Valcellina come un universale grimaldello, di credere che all’amore si possa rinunciare come a una superstizione.

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Schloe

CHRISTIAN SCHLOE, “FLIGHT OF THE MIND”

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LA FRASE DEL GIORNO
La stessa fermezza che serve a resistere all'amore serve anche a renderlo violento e duraturo.
FRANÇOIS DE LA ROCHEFOUCAULD, Riflessioni e massime




Federico Tavan (Andreis, 5 novembre 1949 – 7 novembre 2013), poeta italiano di lingua friulana. Durante la sua vita frequentò ospedali e centri di salute mentale, e visse con una piccola pensione di invalidità. I versi delle sue poesie sono immediati e istintivi; sembrano realmente emergere dalla complessità del suo vivere e dalla sofferenza.