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giovedì 19 maggio 2016

Sempre ti attendo

 

ATTILA JÓZSEF

ATTESA

Sempre ti attendo. L'erba è rugiadosa.
Anche gli alberi grandi dalle chiome
piene di orgoglio aspettano. Io sono
rigido e vacillante a volte. È tetra
la notte per chi è solo.
Se tu venissi, si farebbe il prato
liscio: e silenzio, gran silenzio.
Ma udiremmo una musica notturna
misteriosa; sulle nostre labbra
canterebbero i cuori e lentamente
ci fonderemmo, offerti al rosso ardore
d'un profumato altare,
nell'infinito.

(da Poesia, n.120, Settembre 1998 - Traduzione di Umberto Albini)

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“Io non so altro che amare / faticando sotto i pesi più gravi” scrisse il poeta ungherese Attila József, uomo tormentato e schizofrenico la cui vita segnata dall’abbandono finì sotto un treno forse per suicidio forse per incidente. E questo, raccontato nei versi, è uno dei suoi sogni d’amore: la voluttà dell’attesa, nella quale si immagina ciò che accadrà.

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 Remain simple

FOTOGRAFIA © REMAIN SIMPLE

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LA FRASE DEL GIORNO
L'amore è un continuo domandare, ma è anche trepida attesa.
FRANCESCO ALBERONI, L’erotismo




Attila József (Budapest, 11 aprile, 1915 - Balatonszárszó, 3 dicembre 1937), poeta ungherese,  incompresa voce del proletariato. Studiò lettere e filosofia a Szeged, Parigi e Vienna; fu redattore della rivista letteraria Szép Szó Il tono della sua lirica è dato dalle amare esperienze dell'infanzia e della giovinezza e dalla sua adesione al socialismo.


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