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giovedì 7 aprile 2022

Mi fanno eco


MIQUEL MARTÍ I POL

SE PARLO DEI TUOI OCCHI

Se parlo dei tuoi occhi mi fanno eco
sedie di vimini e un tramonto di colombi.
I tuoi occhi, intensi come un urlo nel buio.

Se parlo delle tue labbra mi fanno eco
grotte profonde e ritmi di pigrizia.
Le tue labbra, vicine come la notte.

Se parlo dei tuoi capelli mi fanno eco
spiagge sconosciute e la quiete delle chiese.
I tuoi capelli, come la schiuma del vento.

Se parlo delle tue mani mi fanno eco
pesche dolcissime e odore di vestiti vecchi.
Le tue mani, lievi come un sospiro.

Se parlo del tuo corpo,
del tuo corpo che ho amato,
solo la mia voce mi fa eco,
e allora chiudo avidamente gli occhi
e recito a me stesso il segreto delle strade
che ho seguito lentamente sul tuo corpo
caldo come la luce,
            denso come il silenzio.

(da Il lungo viaggio, 1976)

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Sulla falsariga dei Blasons du corp féminin nati nel XVI secolo per omaggiare il corpo dell’amata, il poeta catalano Miquel Martí i Pol passa in rassegna le caratteristiche della donna che ama e che ormai appartiene al passato, conservata nel cuore della memoria.

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CATHERINE ABEL, "RUBINO AUTUNNALE"

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LA FRASE DEL GIORNO
Non c’è presente: tutti i percorsi sono ricordi o domande.
MIQUEL MARTÍ I POL, Il lungo viaggio




Miquel Martí i Pol (Roda de Ter, 19 marzo 1929 – Vich, 11 novembre 2003), poeta, scrittore e traduttore catalano. Nato da umile famiglia, lavorò a lungo in una fabbrica tessile. Esordì nel 1954 con Parole al vento. Tradusse dal francese Saint-Exupéry, Apollinaire, De Beauvoir, Flaubert, Zola, Barthes.


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