TARAS ŠEVČENKO
UCRAINA
Il nostro vecchio Dnipro,
steso tra le colline,
sembra un bambino nella cuna.
Esso attraversa tutta
la nostra terra e tutta
l’accarezza, specchiando
i suoi villaggi bianchi,
i suoi verdi giardini.
(da Orfeo, Il tesoro della lirica universale, Sansoni, 1953 – Tr. Meano e Lipovetska)
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Un inno alla bellezza dell’Ucraina è elevato dall’esule Taras Ševčenko – una sua poesia, Il sogno, che criticava la politica imperiale, rinvenuta nella sede dell’organizzazione segreta Confraternita dei Santi Cirillo e Metodio, gli costò nel 1847 la reclusione a San Pietroburgo, il trasferimento come soldato a Orsk, negli Urali, senza possibilità di scrivere e dipingere, e infine l’esilio definitivo a Nižnij Novgorod prima e a San Pietroburgo poi. C’è in questi versi tutto l’orgoglio di cantare quella terra con parole che sappiano far vibrare il cuore della gente, ricordandone il passato glorioso e il desiderio di libertà.
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TARAS ŠEVČENKO, "CASA SUL DNIPRO", 1845
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LA FRASE DEL GIORNO
È terribile giacere in catene, / a marcire nelle segrete profonde, / ma è ancora peggio, quando sei libero / dormire, dormire e dormire.
TARAS ŠEVČENKO
Taras Hryhorovyč Ševčenko (Morynci, 9 marzo 1814 – San Pietroburgo, 10 marzo 1861), poeta e pittore ucraino. Capace di combinare in modo originale il linguaggio e la metrica popolari con quelli di tradizione letteraria, è considerato l'artefice del risveglio della coscienza e della cultura nazionale ucraina.
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