TUA FORSSTRÖM
PENELOPE
1
Sono la moglie, reclusa.
Gli anni sono fuggiti come acqua,
una ci si abitua. È successo
che mi sono separata dalla mia attesa
e ho guardato i miei Pretendenti, negandoti.
Ho dimenticato me, ho dimenticato
le notti sotto le tue mani
come ci si dimentica di un sogno
finché non ritorna. Tanti anno sono passati
come istanti. C’è
un’attesa tale che ci si separa.
2
Quello che chiamiamo tempo
è talvolta addestrarsi
ai dubbi, alle assenze.
Quello che chiamiamo tempo
è forse infine rinunciare
Io dimentico! Dimentico
il suo nome!
La guerra deforma.
La memoria diminuisce.
Recludersi o essere reclusa
alla fine è uguale. Ma
che dire dell’abbraccio negato
come acqua versata?
3
Ossa capelli piume squame!
Gli anni passano allegri e si fa notte
Inviolabili sono le leggi dei minerali
nella terra, le superfici colorate si staccano:
sul volto incustodito che era quello del sogno
sul volto incustodito che era la maschera incustodita
dei sogni
4
Un corpo è uno scrigno che contiene
reliquie, ossa come porcellana
Io non sono ancora
vecchia, questo mi dà fastidio!
Tesso una tela. Stanotte
ho sognato una nave che andava alla deriva
verso una costa lontana
Ti ricordi di me? Chi
ritorna è sempre un altro
con le ombre della guerra sulla fronte,
con cicatrici d’oltremare
incise sul corpo
Chi ritorna com’era?
Quello che si perde è vero:
quello che si perde lo si serba
per sempre. Un’attesa,
un uomo. Ti ricordi di me?
Fai in fretta, se puoi.
(da I parchi, 1992)
.
Ancora Penelope. Dopo il rimpianto letto da Ghiannis Ritsos, la nostalgia su cui ha puntato lo sguardo Katerina Anghelaki-Rooke, l’affermazione dell’indipendenza femminile sognata da Carol Ann Duffy, ecco una lettura psicologica da parte della poetessa finlandese Tua Forsström: è una Penelope che si macera nei dubbi, che si dibatte nell’ansia dell’attesa, incerta se cedere e dimenticare o resistere e mantenere viva la speranza del ritorno di Odisseo, irresolutezza che si propagherà del resto anche al ritorno dell’eroe omerico, prima della scena del riconoscimento nel libro XXIII dell’Odissea: “Creatura mia, il cuore nel mio petto è attonito: / non riesco né a dirgli parola, né a interrogarlo, / né a guardarlo nel viso. Ma se è davvero / Odisseo che in patria è tornato, oh molto bene / e facilmente potremo conoscerci: abbiamo per noi / dei segni segreti, che noi sappiamo e non gli altri”.
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SASSAN TABATABAI, "L'ATTESA DI PENELOPE"
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LA FRASE DEL GIORNO
Che cos'è l'attesa? Una freccia che vola e che resta conficcata nel bersaglio. Che cos'è la sua realizzazione? Una freccia che oltrepassa il bersaglio.
SØREN KIERKEGAARD, Diario
Tua Birgitta Forsström (Porvoo, 2 aprile 1947), poetessa e scrittrice finlandese di lingua svedese. Vincitrice del Nordisk råds litteraturpris nel 1998 per la raccolta di versi Dopo aver passato una notte tra i cavalli, nel 2019 è stata eletta all'Accademia svedese.
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