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martedì 3 marzo 2020

Ago e filo


CAROL ANN DUFFY

PENELOPE

All'inizio, guardavo la strada
sperando di vederlo arrivare
camminando disinvolto tra gli ulivi,
un fischio al cane
che lo piangeva col muso caldo sulle mie ginocchia.
Sei mesi di questa storia
poi ho capito che passavano giornate intere
senza che me ne rendessi conto.
Presi ago e filo, forbici e tela
pensando di distrarmi,
invece mi ritrovai l'industria di una vita.
ricamai una ragazza
sotto una sola stella - punto a croce, seta argento
che rincorre la palla saltellante dell'infanzia.
Per l'erba scelsi tre toni di verde;
un rosa antico, un grigio ombra
per mostrare una boccadileone che gargarizza un'ape.
L'albero lo ricamai col filo nocciola,
il mio ditale come una ghianda
spuntava dalla terra bruna.
Nell'ombra
avvolsi una fanciulla in un profondo abbraccio
col ragazzo-eroe
e mi smarrii del tutto
in un folle ricamo d'amore, desiderio, perdita e rimpianto;
poi guardai lui salpare
nei lenti punti d'oro del sole.
E quando gli altri vennero a prendergli il posto,
a disturbare la mia pace,
presi tempo.
misi su una faccia da vedova, tenni la testa bassa,
facevo il lavoro di giorno e lo disfacevo di notte.
Sapevo a che ora della sera la luna
cominciava a sfilacciarsi,
la rammendai.
Fili grigi e marroni
inseguivano il pesce guizzante del mio ago
a formare un fiume che mai avrebbe raggiunto il mare.
Lo ingannai. Mi stavo disegnando
il sorriso di una donna al centro
del mondo, indipendente, intenta, soddisfatta,
e certamente non in attesa,
quando fuori dalla porta - troppo tardi - udii un passo ben noto.
Inumidii il mio filo scarlatto
e ancora una volta infilai il centro della cruna.


(da L’altro paese, 1990)

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Come già aveva fatto Ghiannis Ritsos, la poetessa scozzese Carol Ann Duffy legge tra le righe del testo omerico e riscrive la storia di Penelope: la lunga assenza  del marito Odisseo le fa riconoscere il suo talento, la sua indipendenza: dal ricamo di una donna che abbraccia l’amato eroe che salpa giunge attraverso questo suo percorso di riconoscimento di sé a quello di una donna che sorride felice. Il ritorno dell’eroe diventa quindi un pleonasmo, del tutto indifferente per lei.

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JOHN WILLIAM WATERHOUSE, "LA SIGNORA DI SHALOTT"

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LA FRASE DEL GIORNO
Quello che sorprende in Penelope è il tempo della sua vita interiore. Viene vista dall’interno come nessun altro personaggio dell’Odissea: auscultata da un orecchio e un occhio invisibili, che ne seguono le oscillazioni e le ondulazioni.
PIETRO CITATI




Carol Ann Duffy (Glasgow, 23 dicembre 1955), poetessa e drammaturga scozzese, direttrice dei corsi di scrittura creativa presso la Manchester Metropolitan University e, dal 1º maggio 2009 Poeta Laureato del Regno Unito. Nelle sue poesie dà spesso voce a personaggi di outsiders.


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