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mercoledì 15 maggio 2019

Sponda di fiume


SÉAMUS HEANEY

BROAGH

Sponda di fiume, le lunghe porche
che sfociavano in distese di acetosa
e in un sentiero alberato
giù verso il guado.

Il terriccio del giardino
si guastava facilmente, l’acquazzone
che riempiva l’impronta del tuo calcagno
era la nera O

di
Broagh,
il suo basso rullio
tra i sambuchi battuti dal vento
e le foglie del rabarbaro

finiva quasi
all’improvviso, come quell’ultima
gh che gli stranieri faticavano
a pronunciare.


(da Wintering Out, 1972, in Traversare l’inverno, Capelli, 2019 – cura e traduzione di Marco Sonzogni)

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Tra il 1969 e il 1971 il poeta irlandese Séamus Heaney vive un anno sabbatico all’università di Berkeley, in California. La sua poesia, per sua stessa ammissione, “si libera”, in essa “ci sono segni di rilassamento, lo spirito della California, un movimento più rilassato del verso”. Paradossalmente la sua tematica si ancora di più nelle radici del territorio irlandese, ne scavano addirittura la topografia e la lingua, in Toome, in Anahorish e in questa Broagh, che è in gaelico, la riva del fiume.

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FOTOGRAFIA © DKENNEDY632/PIXABAY

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LA FRASE DEL GIORNO
Fra medio e pollice / Quatta quatta sta la penna. / Sarà la mia vanga.
SÉAMUS HEANEY, Nord




Séamus Heaney (Castledawson, 13 aprile 1939 – Dublino, 30 agosto 2013), poeta irlandese, massimo rappresentante contemporaneo del rinascimento poetico irlandese. Ottenne il Premio Nobel per la letteratura nel 1995 “per gli impianti di bellezza lirica e di profondità etica, che esaltano i miracoli giornalieri e la vita passata”.


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