DOLORS MIQUEL
IL PARADISO
Se un uomo in sogno attraversasse il paradiso e gli
dessero un fiore come prova di esserci stato e al
risveglio si trovasse con quel fiore in mano… e allora?
Coleridge
Ho attraversato il paradiso in sogno
e mi diedero un fiore.
Il fiore era lì quando mi svegliai,
sulle lenzuola. Era bellissimo.
Lo mostrai a mia madre
che viveva chiusa nel cuore di un carciofo,
filando la seta dei suoi occhi, intessendola
in meravigliosi sudari di mille colori.
Sono stata in paradiso, mamma – le dissi.
E lei prese dalla tasca
un fiore secco, uguale, identico.
E allora seppi
che non bastava
essere stati in paradiso.
(da Il fiore invisibile, 2011)
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Questa frase di Coleridge in epigrafe colpì Jorge Luis Borges: “Nell’ambito della letteratura come negli altri, non c’è atto che non sia coronamento di una infinita serie di cause e sorgente di un’infinita serie di effetti. Dietro l'invenzione di Coleridge c’è la generale e antica invenzione di generazioni di amanti che chiesero come pegno un fiore”. La poetessa catalana Dolors Miquel imbastisce i suoi versi su questa trama dove sogno e logica si intrecciano ma restano infine mondi incompatibili, se neppure il miracolo è sufficiente.
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FOTOGRAFIA © SPRINGBACK
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LA FRASE DEL GIORNO
La poesia, come l’arte, è uno stato di libertà senza coscienza, è come la natura. È magia. È come l’amore.
DOLORS MIQUEL
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