HANS MAGNUS ENZENSBERGER
LA STORIA DELLE NUVOLE, XII
Un minuto passato senza guardare
ed eccole, inaspettate, bianche,
floride sì, ma poco consistenti –
un po’ d’umidità, alta lassù, qualcosa
d’impercettibile che sulla pelle
si liquefa: velocissimo transitar
di fase in fase – d’accordo. Però
anche la fisica delle nuvole
non ha tutto sotto controllo.
In caso di dubbio “si suppone”,
“si è dell’avviso”. Arcani gli arcobaleni
imperfetti, le verghe meteorologiche,
le colonne di luce, gli aloni.
Al cielo è chiaro come esse facciano.
Una specie passeggera, ma di noi più antica.
Eppure ci sopravvivrà di qualche
milione d’anni, più o meno,
questo è certo.
(da La storia delle nuvole, Crocetti, 2008 - Traduzione di Gio Batta Bucciol)
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Pitigrilli definiva sprezzantemente i poeti come “imbottigliatori di nuvole”, In realtà osservare le nuvole è – parafrasando il film francese Il favoloso mondo di Amélie “coltivare un gusto particolare per i piccoli piaceri”. Come fa notare Hans Magnus Enzensberger, scrittore e poeta tedesco, il loro continuo mutare, il loro veleggiare nel cielo, il loro tingersi non è soltanto bellezza o poesia, è uno stato di vita, tanto che in un’altra poesia, intitolata Ordine del giorno, tra i compiti da svolgere è annoverato “Contemplare le nuvole, le nuvole”.
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FOTOGRAFIA © DANIELE RIVA
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LA FRASE DEL GIORNO
Puoi cambiare la terra. Estirpare l'erba, spianare le colline, versare su tutto questo una città. Ma puoi estirpare il vento? Seppellire una nuvola nel cemento? Deformare il cielo per adattarlo all'immagine che l'uomo se ne fa? Mai.
RICHARD BACH, Biplano
Hans Magnus Enzensberger (Kaufbeuren, 11 novembre 1929), scrittore, poeta, traduttore ed editore tedesco. La sua poesia, con espressione volutamente antipoetica e provocatoria, non vede un mezzo di salvezza per l'uomo e si presenta come denuncia spietata di tutte le storture e debolezze della società.
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