GUIDO GOZZANO
L’ESILIO
per una «demi-vierge»
I.
Non ti conobbi mai. Ti riconosco.
Perché già vissi; e quando fui ministro
d’un rito osceno, agitator di sistro
t’ho posseduta al limite d’un bosco.
Bene ravviso il sopracciglio fosco
le bande fulve... Chi segnò di bistro
l’occhio caprino gelido sinistro?
Or ti rivedo in un giardino tosco,
vergine impura, dopo mille e mille
anni d’esilio. Tu, fatta Britanna,
scendi in Italia a ricercarvi il sogno.
Sono tre mila anni che t’agogno!
Ma com’è lungi il sogno che m’affanna!
Dove sono la tunica e le armille?
II.
Dove sono la tunica e le armille
d’elettro che portavi a Siracusa?
E le fontane e i templi d’Aretusa
e l’erme e gli oleandri delle ville?
Del tempo ti restò nelle pupille
soltanto la lussuria che t’accusa,
vergine impura dalla fronte chiusa
tra le due bande lucide e tranquille.
E questa sera tu lasci le danze
(per quel ricordo al limite d’un bosco?)
tutta fremendo, come un’arpa viva.
Giungono i suoni dalle aperte stanze
fin nel giardino... O bocca! Riconosco
bene il profumo della tua genciva!
(da Poesie sparse)
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“Il mio sogno è nutrito d'abbandono, / di rimpianto. Non amo che le rose / che non colsi. Non amo che le cose / che potevano essere e non sono / state…”: Guido Gozzano (1883-1916) ama solo donne impossibili, visioni che gli si palesano davanti un momento e poi svaniscono, come la Graziella delle Due strade o la “cattiva signorina” di Cocotte: “E le avemmo compagne, ma per brevi / ore, in vïaggi taciti, in ritorni, / le ritrovammo dopo pochi giorni / nei rifugi dell'Alpi, tra le nevi; / le ritrovammo sulla spiaggia, al mare, / dove la brama ci ferì più acuta: / ah! Per quella signora sconosciuta / ore insonni, nella notte, lungo il mare!”. Qui è una donna del mito che Gozzano crede di riconoscere in una ragazza inglese piuttosto libera: la baccante di un rito dionisiaco in cui egli stesso si vede satiro officiante nell’orgia ossessiva ed estatica, che il ballo serale – ben diverso! – richiama alla mente del poeta.
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ZULA KENYON, “GODDESS OF SUMMER
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LA FRASE DEL GIORNO
Belle promesse inutili d'un bene / lusingatore della nostra brama, / quando una sola donna che non s’ama / c’incatena con tutte le catene.
GUIDO GOZZANO, Poesie sparse
Guido Gustavo Gozzano (Torino, 19 dicembre 1883 – 9 agosto 1916), poeta italiano, fu il capostipite della corrente letteraria post-decadente del crepuscolarismo. Inizialmente si dedicò alla poesia nell'emulazione di D'Annunzio e del suo mito del dandy. Successivamente, la scoperta delle liriche di Giovanni Pascoli lo avvicinò alla cerchia di poeti intimisti, accomunati dall'attenzione per "le buone cose di pessimo gusto". Morì di tisi a 32 anni.
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