RAFFAELA FAZIO
LO STESSO È LO SPAZIO DEL SALUTO
Lo stesso è lo spazio del saluto
il terrapieno dei giorni familiari
la ronda convenuta
il bene che rimane.
Ma la torre di vedetta
non è più abitata
dal vecchio nume tutelare.
Al gesto che ci teneva stretti
non si può tornare.
Perfino le parole
una ad una
sarebbero a ogni snodo da rifare
come incontro al soffio che decresce
accorre una duna
disuguale
che solo chi si è perso
riconosce.
(da L’arte di cadere, Biblioteca dei Leoni, 2015)
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“Un discorso d’amore della maturità più compiuta, che conserva in sé potenziandole la passione, la tenerezza, la devozione, la scommessa, la cura, l’abnegazione” scrive Paolo Ruffilli nella prefazione a L’arte di cadere, ultima raccolta della poetessa Raffaela Fazio. Libro che, come dice l’autrice in un’intervista, “ho esitato a pubblicare nella sua interezza, perché sapevo che avrei dovuto esporre anche quelle ferite che non sono tuttora sanate. Poi è prevalsa la volontà di mettermi a nudo”. In effetti, quello è fare poesia: sviscerare le emozioni, affrontare il proprio io e le sue pulsioni, riconoscere la portata dei sentimenti, compiere una sorta di autoanalisi dalla quale si riemerge consapevoli di riconoscersi nel ritratto che ne è scaturito, per quanto dolorosamente ottenuto.
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RAFAL OLBINSKI, “PELLEAS”
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LA FRASE DEL GIORNO
La gioia non ha pretese. / Noi sì invece. / Ecco perché / non siamo felici.
RAFFAELA FAZIO, L’arte di cadere
Raffaela Fazio (Arezzo, 1971), laureata in lingue e politiche europee e specializzata in interpretariato, ha pubblicato Corolle, Per ogni cosa incompiuta, A un filo più lento, Ogni onda è il mare. Rime da regalare, A garante il mistero , La boîte, L’arte di cadere, Ti slegherai le trecce, L’ultimo quarto del giorno.
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