GLORIA BOSCH
PROPOSTA
Ti propongo stanotte
di trovare un accordo,
un dialogo tra il mio corpo e il tuo corpo
una conversazione senza parole,
un silenzio di progetti,
che le tue dita interpretino
il linguaggio delle mie dita.
Ti propongo, semplicemente,
di prolungare la carezza,
di non pianificare l’arrivo al culmine
ma di navigare con il remo delle mie braccia
senza affatto usare i salvagente
o che il tempo tenga lo sguardo
fermo sui bottoni della tua camicia.
Ti propongo un patto di sussurri,
un convegno di gemiti,
un monologo di grida,
che tutto quel che ci diciamo
sulla pelle rimanga scritto.
Ti propongo una notte interminabile,
lenta, lentissima, così lenta
che quando ce lo domandiamo il mattino
non sappiamo chi siamo
né dove andiamo,
come se imparassimo di nuovo a leggere
proprio come due bambini piccoli,
come se imparassimo di nuovo a scrivere
sul pallido foglio del nostro corpo.
Ti propongo una lettura corporea
dal prologo dei tuoi occhi
all’epilogo della mia bocca.
(da Dedalo del desiderio, 1998)
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“Una lettura corporea” è infine quello che chiede la poetessa catalana Gloria Bosch: in questi versi è il desiderio che si dispiega, che prorompe dalle parole, sono i corpi che attendono di parlare e scrivere, di farsi essi stessi parola e poesia: “Non volevo mostrarti il mio testo amoroso / preferivo scriverti una poesia sul corpo / con le mie dita sorde”.
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ALDO LUONGO, “BROOKLYN, 1973”
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LA FRASE DEL GIORNO
L’amore non è cieco / siamo noi che non vediamo.
GLORIA BOSCH, Desnudario
E’ il viaggio di Ulisse-Donna, un Ulisse dell’Amore, che naviga con una meta in mente senza però sapere come e quando la raggiungerà. Affascinante e pericolosa allo stesso tempo, mette in mostra il coraggio di una navigazione in cui il premio è tanto certo quanto sconosciuto. Bellissima
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