ROBERT FROST
UN UCCELLETTO IN MINORE
Proprio ho sperato che volasse via,
E non cantasse sempre davanti a casa mia;
Gli ho battuto le mani dal limitare
Quando non l'ho potuto più sopportare.
Mio in parte il torto dev'essere stato.
L’uccelletto non era stonato.
E qualcosa non va, qualcosa manca
In chi vuol far tacere uno che canta.
(da West-running Brook, 1928 - Traduzione di Giovanni Giudici)
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Un uccellino che canta, insistente - magari il tordo “che i solidi tronchi fa risuonare dell’eco” di un’altra poesia di Robert Frost - nel mezzo dell'estate. Ma naturalmente non c’è solo questo dietro i versi del poeta americano: questo uccelletto che canta in minore è un apologo per la libertà e significativo diventa il distico finale, un mea culpa del poeta che in quell'uccellino alla fine ritrova il simbolo del suo stesso fare poesia.
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DIPINTO DI SUSAN BOURDET
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LA FRASE DEL GIORNO
La libertà politica per me non è niente. La regalo a destra e sinistra. Per me voglio tenere solo la libertà del mio materiale: la capacità occasionale di corpo e mente di pescare convenientemente nel grande caos di tutto ciò che ho vissuto.
ROBERT FROST, La figura che una poesia crea
Robert Lee Frost (San Francisco, 26 marzo 1874 – Boston, 29 gennaio 1963), poeta statunitense, vincitore di quattro Premi Pulitzer. Le sue poesie, attraverso la raffigurazione con una notevole padronanza del linguaggio colloquiale della vita rurale del New England all’inizio del ‘900, indagano temi sociali e filosofici. La strada non presa è la sua poesia più celebre.
semplice e bella...
RispondiElimina..."intelligente" poesia.
RispondiEliminaciaoo Vania:)