JULES SUPERVIELLE
UN POETA
Io non vado sempre solo al fondo di me stesso
E trascino con me più di un essere vivente.
Quelli che saranno entrati nelle mie fredde caverne
Sono certi di uscirne anche solo un momento?
Ammasso nella mia notte, come una nave che affonda,
Alla rinfusa, passeggeri e marinai,
E spengo la luce agli occhi, nelle cabine,
Faccio amicizia con le grandi profondità.
(da Les amis inconnus, 1934)
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Jules Supervielle, poeta francese di origini uruguaiane, si tenne abbastanza discosto dai Surrealisti, pur aggirandosi nei territori delle loro idee: quello che gli interessava maggiormente era la conoscenza di sé, da attuare anche attraverso la poesia. Così leggere questi versi è addentrarsi nell’oscurità dell’animo umano, seguire il poeta su quella nave che affonda e precipitare con lui negli abissi della mente: o almeno, è quello che Supervielle riteneva essere la funzione della poesia, di un poeta, “fare in modo che l’ineffabile ci diventi familiare, pur conservando le sue radici favolose”.
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HENRI ROUSSEAU, “LE NAVIRE DANS LA TEMPÊTE”
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LA FRASE DEL GIORNO
Per me è solo a forza di semplicità e trasparenza, che riesco ad affrontare i miei segreti essenziali per far decantare la mia profonda poesia. Tendere a che il soprannaturale diventi naturale e cominci a scorrere (o ne abbia l'aria).
JULES SUPERVIELLE, Naissances
Presuntuosetto...E chi sei, Mandrake?
RispondiElimina..mi piace molto l'ultimo verso della poesia.
RispondiElimina....la frase del giorno..interessante.
ciaoo Vania:)
Super...Ego :-)
RispondiEliminaIo la trovo bellissima.
RispondiEliminaA me poi è venuta in mente "La nave" di Gaber..
eccola ^_^
http://www.youtube.com/watch?v=eHS9vflXavw
bella è bella, ma la mia concezione della poesia è più luminosa, tende verso l'alto, non verso gli abissi
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