YEHUDA AMICHAI
QUANDO LA DONNA AMATA
Quando la donna amata lo abbandona,
un uomo è invaso dentro da un vuoto
tondo come una grotta
in cui si formeranno stalattiti stupende.
Lentamente, come dentro la Storia
lo spazio vuoto riservato al senso,
allo scopo di tutto, alle lacrime.
(da Poesie, Crocetti – Traduzione di Ariel Rathaus)
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Quando ho letto questi versi dello scrittore israeliano Yehuda Amichai, ho pensato subito a una delle mie poesie preferite, “L’assenza” di Diego Valeri: “C'è, scavata nell'aria, la tua dolce / forma di donna; un vuoto / che palpita di te, come l'immoto / silenzio dopo una perduta voce”. Il vuoto naturalmente e il comune leit-motiv: quando la donna amata ci lascia, dentro di noi qualcosa viene a mancare: può essere una fragorosa esplosione a lasciare il nulla, ma anche un tranquillo improvviso vuoto, come quello scavato dalle acque in una montagna nel corso dei millenni. È lo stesso vuoto quello di Valeri e di Amichai, ma lo scrittore ebreo deve anche inserirlo in un altro vuoto, quello della difficile condizione di Israele, il paese in cui è emigrato nel 1936. In quell’estesa grotta si formeranno stalattiti di ricordi, di illusioni, di speranze, giorno dopo giorno, lentamente.
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Vladimir Kush, “Key of love”
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LA FRASE DEL GIORNO
L’amore non può cessare di colpo.
PIERRE CHODEROS DE LACLOS, Le relazioni pericolose
Buona giornata, Veronica
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