LUCÍA RIVADENEYRA
SEI UNA LUCCIOLA
Ho deciso di strapparmi la memoria a pugni
e dimenticarti come il giornale di ieri
anche se resto senza oroscopo mordendomi le unghie
perché mentre io
spruzzo i cimiteri con cannella
cammino con Truffaut sul bordo dei marciapiedi
e sono un'orchidea che sa scegliere le sue albe
tu
mi offri l'amore col coprifuoco
adorni il mio letto con lattughe
tessi angoli retti con parole
e crei favole senza pane
e poi
che peccato
non sai baciarmi dentro
non hai guardato mai le palme delle mie mani
e non comprendi il mio modo di sequestrare la luna
sei una lucciola nei miei giorni
e un poco di mercurio nella mia estate.
(da Rumor de tiempos. Antología, 2006)
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Dopo “Dicono”, "Suonando i tuoi silenzi” e “Solidarietà”, ecco un’altra poesia della poetessa messicana Lucía Rivadeneyra, giornalista e docente all’Università Autonoma del Messico: ancora versi d’amore dove l’eros rimane però più sfumato rispetto alle altre composizioni.
Due universi che non collimano quelli di Lucía e del suo innamorato: come l’alba e il tramonto non si incontrano pur vivendo nello stesso giorno. Lei comprende che l’amante non condivide la sua stessa sensibilità e riesce a individuare con lucidità la linea di demarcazione che non consente all’amore di esprimersi nella sua pienezza. “Che peccato” – dice – non può funzionare, è effimero questo amore, come il volo delle lucciole che accende di puntini luminosi le brevi notti di giugno.
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Robin-Street Morris, “Firefly night”
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LA FRASE DEL GIORNO
Siamo una coppia di quelle / che lasciano in un albergo di sabbia / l’umore di due sagome che si amarono.
LUCÍA RIVADENEYRA, Rumor de tiempos. Antología
...e mi piace questa Poetessa...non c'è dubbio.:)...oltretutto non mi serve wikipedia :))
RispondiEliminaciaoo Vania
volano altissimi questi versi. L'isola e la terraferma che si guardano da lontano...
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