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sabato 6 novembre 2010

Uno, doje, tre e quattro


“Viviana conosce solo Vincenzo. E anche Carmela. Vincenzo conosce Carmela e Viviana ma non Daniele, che non conosce nessuno dei tre. Eppure Viviana, Carmela, Daniele e Vincenzo scrivono un libro figlio di un blog figlio di un libro che detto così sembra il remake di «Apelle figlio di Apollo fece una palla di pelle di pollo». Il tutto senza trucco e senza inganno. Come è possibile? E, anche, perché? La risposta in “Uno, doje, tre e quattro”, la storia di quattro @mici che diventano amici raccontando se stessi, le loro idee, le loro esperienze e le loro differenze - età, politica, studi, città, passioni, modi di pensare e di scrivere - attraverso le pagine di un blog. Il risultato? Un libro avvolgente, scritto con il linguaggio delle passioni e delle ragioni, in cerca di radici e di futuro. Si, “Uno, doje, tre e quattro” è tutto questo e ancora di più, perché in questo gran parlare di cosa cambia e cosa invece no nell'era dei social network, in questa guerra poco entusiasmante e ancora meno convincente tra gli ultras del «toccare» e quelli del «taggare», il volume è anche il segno di un passaggio e di una possibilità. Il passaggio dal mondo degli atomi a quello dei bit, e ritorno. La possibilità di produrre contenuti e non solo consumarli, come invece avveniva nella fase precedente”.

Non avevo mai pensato di aprire un blog: ora ne ho più di uno. Non avevo mai pensato di scrivere un libro: ora invece eccolo qui, come lo presenta la scheda della casa editrice che lo promuove. Le magie che l’evoluzione tecnologica, accelerata negli ultimi decenni, ha portato nelle nostre vite hanno consentito a quattro persone che neanche si conoscevano – e ancora io non conosco personalmente, almeno fino alla presentazione di Napoli del 16 novembre prossimo,  gli altri tre autori – di scrivere un libro assieme. Con Vincenzo Moretti, il sociologo autore di “Enakapata”, Viviana Graniero e Carmela Talamo, abbiamo dato vita a quella che in principio poteva sembrare un’illusione, ma che strada facendo ha messo radici ed è diventata “Uno, doje, tre e quattro”. Vincenzo Moretti racconta le motivazioni: “Certo, le nuove tecnologie ci azzeccano, ma ridurre la cosa a una faccenda di blog e di posta elettronica sarebbe un clamoroso errore, perché quello che veramente è cambiato in questo controverso nuovo mondo nato con l’internet è l’aumento esponenziale del numero di persone che hanno la possibilità non soltanto di consumare contenuti, ma anche di crearli, di produrli. È un passaggio, questo dal consumo alla creazione - produzione, che è tanto più importante perché avviene qui e ora, in un mondo cioè nel quale i contenuti, le informazioni, la conoscenza rappresentano il cuore della sfida competitiva in atto a ogni livello”.

Una sfida che lui ha avviato la vigilia di Pasqua del 2010 tra una pastiera e una torta pasqualina e che noi abbiamo raccolto: “Viviana, Carmela e io abbiamo dato fiducia a quest’uomo che avremmo potuto prendere per visionario, ma che abbiamo invece valutato come un lucido analizzatore dei tempi e dei media. Abbiamo intrapreso questa «follia» sapendo che era la costruzione di qualcosa di nuovo, e lo abbiamo fatto sostenendoci, alla Isaac Newton, sulle spalle dei giganti per vedere più lontano”. Siamo partiti dal social network, da Facebook per la precisione, con la nostra astronave e abbiamo toccato qua e là i pianeti che ci si presentavano: in “Uno, doje, tre e quattro” c’è la ricerca scientifica, c’è il rapporto tra Nord e Sud con il fenomeno leghista, c’è la poesia, ci sono le radici e le nostalgie, ci sono domande e risposte sul perché si scrive e sul perché i cervelli italiani preferiscano fuggire all’estero, c’è il tifo, c’è persino la gestione della spazzatura. Non ci credete? Leggete cosa scrive Carmela Talamo: “Ritorno all’argomento smaltimento rifiuti per dire che Somma Vesuviana è un piccolo esempio, sicuramente ci sono ancora tante cose da migliorare, sicuramente ci sono ancora tante domande a cui si deve dare una risposta ma, come ho detto, da qualche parte bisogna pur iniziare, e iniziare dalle persone di buona volontà continua a sembrarmi una bella cosa. Sì, me ne convinco ogni giorno di più: ci vuole gente che non si arrende alle pur mille difficoltà che la nostra bella terra ci impone in ogni circostanza, gente che ogni giorno cerca di fare comunque un passo avanti, fosse anche piccolo piccolo, non importa, basta che sia fatto nella giusta direzione. Mi piace la gente che riesce a fare, a distinguersi, ad andare oltre, contribuendo così a spazzare via un po’ di sporcizia dalla nostra napoletanità”.

Dimenticavo: c’è anche un’ampia pagina dedicata ai giochi di parole, ai tautogrammi e agli acrostici: lasciamo la parola a Viviana Graniero, l’esperta del gruppo in questo campo: “Quando mi viene in mente un racconto, una cosa da scrivere, una storia da scarabocchiare, in genere quello che ne esce è sempre qualcosa di ironico, giocoso. Ormai credo di avere la mente deformata, intrecciata dalle regole linguistiche, dalle restrizioni e dalle (il)limitazioni della letteratura potenziale. Che cosa può esserci di più meraviglioso? Arrivare fin dove si può e anche oltre, giocare senza fermarsi mai, perché, potenzialmente, per l’appunto, le possibilità della nostra lingua non hanno confini”.

Non hanno confini neppure le nostre connessioni: in un secondo possiamo colloquiare con persone che si trovano a New York o a Parigi o nel Borneo. Il vero senso del libro è questo: gli autori uno, due, tre e quattro insieme da svariati punti d’Italia senza neppure sedersi davanti a un tavolo. Neuroni e fibre ottiche. È il futuro, bellezza…


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.Titolo: Uno doje tre e quattro
Editore: Ediesse
Distributore: PDE
Codice ISBN: 9788823015258

PRESENTAZIONE: 16 NOVEMBRE 2010
NAPOLI: La Feltrinelli, Via Santa Caterina a Chiaia, 23

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LA FRASE DEL GIORNO
Scrivere vuol dire manifestare il proprio essere, dare un significato alle azioni di tutti i giorni. Vuol dire anche cercare di circoscrivere la realtà, racchiudere l’universo o almeno la parte che riusciamo a comprenderne, intrappolarla come acqua in un bicchiere. Una parte infinitesima mentre oceani rimangono ancora là fuori.
V. GRANIERO, C. TALAMO, D. RIVA e V. MORETTI, Uno, doje, tre e quattro

6 commenti:

  1. Ma davvero?! Bellissima questa iniziativa. Complimenti e in bocca al lupone.

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  2. Crepi (il lupone) e grazie, Maria Adele.

    Lo presenteremo a Napoli il 16 novembre, ma abbiamo in cantiere presentazioni anche in altre città.

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  3. si sente che ci avete messo il cuore ....
    non vedo l'ora di leggerlo...

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  4. Concetta, quando lo avrai, aprilo a pagina 19: è lì che spiego chi alla fine ha reso possibile questo incontro...

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  5. Ne sono felice per te. In Bocca al lupo Daniele. Lo leggerò anche io, certa delle tue emozioni. Asia

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  6. Grazie, Franca... Forse verremo anche a Roma a presentarlo.

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