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giovedì 9 aprile 2009

Frenetica vita


Si vive di fretta, si mangia di fretta, si ama di fretta. Tutto di corsa, senza fermarsi a riflettere, senza gustare il silenzio e la lentezza. È quello che la società ci chiede: un quarantenne è già bruciato per il lavoro, se perde il posto non lo ritroverà. Le aziende vogliono trentenni con esperienza ventennale, giovani che siano già vecchi. L'Unione Europea non ha tempo di aspettare che maturino le arance, autorizza l'uso degli aromi per realizzare le aranciate. E dei trucioli di legno per invecchiare subito un vino, senza aspettare che gli anni facciano il loro dovere.

Questa frenesia ci condurrà allo sfacelo, questa accelerazione del vivere ci allontana dall'umanità, ci automatizza. 

"C'è un'eccitatissima perversione della vita ed è la necessità di compiere qualcosa in un tempo minore di quanto in realtà ne occorrerebbe". Sono parole di Ernest Hemingway, scritte in "Verdi colline d'Africa", romanzo del 1935, attraversato da aspre osservazioni letterarie e sociali.

Quello che era vero allora, lo diviene ancora di più adesso, in questi tempi tecnologici: tutto viene bruciato in un attimo, le canzoni alla radio, i programmi televisivi, i discorsi politici. Tutto viene sacrificato alla velocità, sembra che vivere sia diventato una gara in cui battere primati. Gli ostacoli che si pongono sul nostro cammino devono essere abbattuti, non ci si ferma a ragionare sul come farlo: si prende il bulldozer e li si spiana. Forse la crisi economica, frutto di questa rincorsa sfrenata al successo e alla ricchezza, potrebbe avere anche qualche lato positivo.




Dipinto di Andy Denzler



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LA FRASE DEL GIORNO
C’è un legame stretto fra lentezza e memoria, fra velocità e oblio.
MILAN KUNDERA, La lentezza

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