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domenica 20 luglio 2008

La poesia degli indici


Analogamente alla poesia dorsale di cui si è visto ieri, esiste una "poesia degli indici": titoli di poesie o capoversi che vanno affiancandosi formando nuove poesie appunto negli elenchi alla fine del volume o in certi casi nei sommari all'inizio di essi.

Questa è la voce dedicata a Gustavo Adolfo Bécquer in "Capolavori della poesia romantica" nei Grandi Classici Mondadori:

Come la brezza che pervade il sangue
Negli atomi invisibili dell'aria
Io sono ardente, io sono bruna
La tua pupilla è azzurra e quando ridi
M'ha ferito insidiandomi nell'ombra
Torneranno le brune rondinelle
Com'è bello vedere il giorno

Basta mettere un punto dopo il terzo verso e uno dopo il quinto e il gioco è fatto.

Un altro esempio dalla stessa antologia: il riferimento al poeta tedesco Clemens Brentano:

Soffiano a sera gli aliti di vento
Parla da lungi
Caro mirto sussurra
Non odi come le fonti mormorano
Ahimè, tutto passa e trascorre
Tu
25 agosto 1817

Oppure la sezione "Visibile, invisibile" nella raccolta "La terra impareggiabile" di Salvatore Quasimodo:

Visibile, invisibile
La terra impareggiabile
Oggi ventuno marzo
Dalla natura deforme
Un arco aperto
Un'anfora di rame
Al padre
Le arche scaligere
Un gesto o un nome dello spirito

Questi sono esempi di vera "poesia automatica", meccanicamente composta: non c'è il tocco del poeta che mette in relazione i titoli dei libri nella poesia dorsale. La poesia degli indici si crea da sé...




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LA FRASE DEL GIORNO
Il caso è lo pseudonimo di Dio quando non vuole firmare.
ANATOLE FRANCE, Il giardino di Epicuro

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