VASKO POPA
NEL VILLAGGIO DEI MIEI ANTENATI
Qualcuno mi abbraccia
qualcuno mi guarda con gli occhi di un lupo
Qualcuno si toglie il cappello
perché possa riconoscerlo
Tutti mi chiedono
sai che parentela ho con te
Anziani e vecchie sconosciute
si appropriano dei nomi
di ragazzi e ragazze della mia memoria
Chiedo a uno di loro
dimmi per l'amor di Dio
se Giorgio il Lupo è ancora vivo
Sono io, risponde
con una voce d'oltretomba
Gli tocco le guance con la mano
e lo imploro con gli occhi
di dirmi se anch'io sono ancora vivo.
(da Carne viva, 1975)
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Il poeta serbo Vasko Popa esplora i temi dell'identità e della memoria, della soggettività e del potere evocativo dei ricordi. Tornare dove si è vissuto crea una riconnessione con la propria memoria, riconduce su una strada dimenticata, obbliga a ricostruire i passi di un tempo ormai perduto.
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BER MURPHY, "UNA CONVERSAZIONE"
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LA FRASE DEL GIORNO
Essere di nuovo quello che fu, quello che fosti, / pagina già voltata / di una storia che ti ha condotto qui,/ a questo giorno, bambino, per qualche ora / nella tua vecchia città, / in fondo uguale, ma così diversa.
JESÚS MUNÁRRIZ, Questi tuoi occhi
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Vasile "Vasko" Popa (Grebenac, 29 giugno 1922 – Belgrado, 5 gennaio 1991), poeta serbo di origini rumene. Primo a rompere con il realismo socialista del dopoguerra jugoslavo, scrisse in uno stile modernista influenzato dal Surrealismo e dalle tradizioni popolari serbe: motivi terrestri e leggendari si fondono, emergendo dal subconscio collettivo.
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