JORGE TEILLIER
QUANDO NON ERO POETA
Quando non ero poeta
per scherzo dicevo che lo ero
anche se non avevo scritto un solo verso
ma ammiravo il cappello a larga tesa del poeta della città.
Una mattina incontrai per strada la mia vicina.
Mi chiese se ero un poeta.
Aveva quattordici anni.
La prima volta che le parlai
portava con sé un mazzo di illusioni.
La seconda volta un anemone tra i capelli.
La terza volta un gladiolo tra le labbra.
La quarta volta non aveva fiori,
e chiesi il significato di ciò
ai fiori della piazza
che non seppero rispondermi
e neppure la mia professoressa di botanica
Aveva tradotto per me
poesie di Christian Morgenstern.
Non le avevo dato nulla in cambio.
La vita per me era molto dura.
Non volevo separarmi nemmeno da una pagina di taccuino.
I suoi occhi sparavano proiettili d'amore calibro 44.
Questo non mi faceva dormire.
Mi chiusi a lungo nella mia stanza.
Quando ne uscii la incontrai nella piazza e non mi salutò.
Tornai a casa e scrissi la mia prima poesia.
(da Il mulino e il fico, 1993)
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“Accadde in quell’età...La poesia / venne a cercarmi” scrive un altro poeta cileno, il grande Pablo Neruda. Un’esperienza comune a molti quella della scoperta della poesia magari in concomitanza con la scoperta dell’amore: di sicuro fu quello che capitò a Jorge Teillier, che elaborando le sue sensazioni e le sue emozioni, intraprese la strada della poesia.
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DIPINTO DI JUAN FORTUNY
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LA FRASE DEL GIORNO
La poesia è spirito.
JORGE TEILLIER, Kritica, ottobre 1987
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Jorge Teillier Sandoval (Lautaro, 24 giugno 1935 - Viña del Mar, 22 aprile 1996), poeta cileno della “Generazione letteraria dei ‘50”, creatore della “poesia larica”. Per lui l’importante in poesia non è l’estetica, ma la creazione del mito e di uno spazio di tempo che trascende il quotidiano.
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