GUNVOR HOFMO
LA NEVE DIFENDE LA PROPRIA SOLITUDINE
La neve difende la propria solitudine
non vuole finestre illuminate
accanto a sé
solo lei deve risplendere.
Non vuole impronte umane
su di sé
solo cani, gatti, volpi
e cornacchie devono lasciare impronte
essi hanno il suo stesso silenzio
dentro di loro
come la luna e le stelle.
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La neve assume il ruolo di elemento naturale in questi versi della poetessa norvegese Gunvor Hofmo: il suo silenzio ovattato cancella ogni cosa esterna, la presenza umana in primis, che potrebbe solo ferirla, a differenza delle impronte degli animali: “Una cornacchia che vola. Tutta per sé, per gli alberi immobili nella neve. Per l’attimo presente del mio occhio, un segno della mia amara certezza che niente ha fine, che l’eternità nasce e muore in una danza circolare di forme scure”.
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FOTOGRAFIA © KINKATE/PIXABAY
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LA FRASE DEL GIORNO
La neve fornisce carta da lettere all'intero paesaggio.
RAMÓN GÓMEZ DE LA SERNA, Totale delle greguerías
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Gunvor Hofmo (Oslo, 30 giugno 1921 – 17 ottobre 1995), scrittrice e poetessa modernista norvegese. Nel periodo 1954-1975 fu ricoverata più volte in un ospedale psichiatrico. Nelle sue poesie successive, le sofferenze della guerra, il dolore per la perdita dell’amata Ruth, il senso di colpa e la vita ospedaliera sono temi ricorrenti.
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