RAYMOND CARVER
DOVE AVEVANO ABITATO
Dovunque andasse quel giorno ripercorreva
il suo passato. Attraversava mucchi
di ricordi. Guardava dentro finestre
che non gli appartenevano più.
Lavoro, miseria e soldi scarsi.
A quei tempi vivevano con la forza di volontà,
ben decisi a essere invincibili.
Niente li avrebbe fermati. Almeno
per un bel pezzo.
Nella stanza del motel
quella notte, alle prime luci dell’alba,
scostò una tendina alla finestra. Vide nubi
ammucchiate contro la luna. S’appoggiò
al vetro. C’era uno spiffero freddo
che gli toccò il cuore.
Ti amavo, pensò.
Ti amavo tanto.
Prima di non amarti più.
(da Blu Oltremare, Tullio Pironti, 1986 - Traduzione di Riccardo Duranti)
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Spesso le poesie di Raymond Carver funzionano come i suoi racconti, con tutti i loro elementi racchiusi nella brevità dei versi. Accade anche in questa: il protagonista è colto nella sua vita quotidiana e minimale, alle prese con le difficoltà del vivere in un luogo qualunque della provincia americana. E la difficoltà in questo caso è fare i conti con i propri ricordi e il proprio passato sentimentale. La rivelazione che appare improvvisa, che emerge dal buio, è il lampo di verità che colora per un istante tutto il grigiore.
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IMMAGINE © BING IMAGE CREATOR.
LA FRASE DEL GIORNO
Tutto questo, tutto questo amore di cui parliamo, sarebbe solo un ricordo. Forse nemmeno un ricordo.
RAYMOND CARVER, Di cosa parliamo quando parliamo d’amore
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Raymond Clevie Carver Jr. (Clatskanie, Oregon, 25 maggio 1938 - Port Angeles, Washington, 2 agosto 1988), scrittore, poeta e saggista statunitense. Maestro della narrativa breve, mette in scena gente comune, spesso disperata. La sua opera, concentrata sulla vita quotidiana, è espressa con un voluto linguaggio ordinario e minimale.
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