GIOVANNI GIUDICI
DEDICATO AI POMPIERI DI NEW YORK
Bambini in trecento son morti
Bambini che prima di ieri
Erano giovani e forti
A loro nei vostri pensieri
Tenetevi stretti un minuto
Quando giocate ai pompieri
Il vostro gentile saluto
(da Corriere della Sera, 16 settembre 2001)
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“Eran trecento: eran giovani e forti: / E sono morti”: è il celebre incipit di una poesia del 1857, La spigolatrice di Sapri di Luigi Mercantini, studiata nelle scuole del secolo scorso. I trecento sono i patrioti mazziniani massacrati dalle truppe borboniche nel loro tentativo di liberare i detenuti politici e provocare una rivolta. Ma qui, nel contesto preciso della poesia scritta a caldo da Giovanni Giudici dopo l’11 settembre 2001 – la vera data spartiacque tra due secoli e due millenni, con tutto quello che ne è seguito – a contare è soltanto il patriottismo, l’eroismo di quei pompieri che entrarono nelle Torri Gemelle colpite dall’attentato per salvare centinaia di persone. Fu un'incredibile dimostrazione di coraggio e di altruismo: dopo tanti anni, molti di loro ancora ne portano i segni, dallo stress post traumatico ai problemi respiratori per le sostanze inalate, molti sono morti per patologie legate al loro lavoro in quelle giornate. Negli attacchi rimasero uccise 2977 persone: 344 erano vigili del fuoco, 71 agenti delle forze dell'ordine e 55 militari. Dimostrarono, come ha notato nel ventennale il segretario generale dell’ONU António Guterres, “l’umanità e la compassione che il terrorismo cerca di cancellare”.
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FOTOGRAFIA © THOMAS E. FRANKLIN/BERGEN COUNTRY RECORD
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LA FRASE DEL GIORNO
Ricordiamoci l’11 settembre / preghiamo ognuno con le nostre preghiere / qualunque nome abbia il nostro Dio – / che non sia mai un Dio assassino / che ci sorrida bambino.
GIUSEPPE CONTE [il poeta ligure, non il politico pugliese]
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Giovanni Giudici (Porto Venere, 26 giugno 1924 – La Spezia, 24 maggio 2011), poeta e giornalista italiano. Della sua formazione cattolica e del suo lavoro nell'industria ha fatto i poli di una tensione che lo trascende e caratterizza il suo impegno civile. Numerose le sue traduzioni: Frost, Sylvia Plath, Orten, Pound, Ransom e Puškin.
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