Due "canzoni" di poeti statunitensi per aprile: se Sara Teasdale ne evoca il sole del giorno, la forza creatrice, lo splendore primaverile troppo a lungo sopito, Langston Hughes invece apprezza la pioggia della notte, la dolcezza vitale.
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FOTOGRAFIA © MIKE VON SCHOONDERWALT/PEXELS
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SARA TEASDALE
CANTO DI APRILE
Salice, nel tuo abito di aprile
delicato e lucente,
ti ricordi negli anni passati
tutti i miei sogni?
La primavera è stata come una chiamata per me
ma non ho potuto rispondere,
ero incatenata alla solitudine,
io, la danzatrice.
Salice, che brilli al sole,
ferma le tue foglie e ascoltami,
posso rispondere finalmente alla primavera,
l'amore è vicino a me!
(da Fiumi al mare, 1915)
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LANGSTON HUGHES
CANZONE DELLA PIOGGIA DI APRILE
Lascia che la pioggia ti baci
Lascia che la pioggia ti colpisca la testa con gocce d’argento
Lascia che la pioggia ti canti una ninna nanna
La pioggia fa ancora rivoli sul marciapiede
La pioggia fa scorrere rivoli nella grondaia
La pioggia suona una piccola canzone del sonno sul nostro tetto di notte
E io amo la pioggia.
(da Il custode dei sogni e altre poesie, 1932)
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LA FRASE DEL GIORNO
L’incanto che ho colto con leggerezza / dall’incantevole Aprile è per sempre.
LÉONIE ADAMS, I non eletti
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Sara Teasdale (St. Louis, Missouri 8 agosto 1884 – 29 gennaio 1933), poetessa statunitense. La sua vita, caratterizzata dall’inquietudine e dalla nevrosi, finì con il suicidio. Le sue poesie, dimenticate per anni, corrono sul filo dell’ironia e di una voluta semplicità.
James Mercer Langston Hughes (Joplin, Missouri, 1º febbraio 1902 – New York, 22 maggio 1967), poeta, scrittore, drammaturgo e giornalista statunitense. Si affermò come uno dei migliori poeti della tradizione popolare. È noto soprattutto per i suoi ritratti penetranti e vivaci della vita degli afroamericani negli Stati Uniti, dagli Anni Venti agli Anni Sessanta.
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