PIERLUIGI CAPPELLO
HO LETTO DELLE PAGINE IN CUI GOETHE
Ho letto delle pagine in cui Goethe
scrisse d’aver lentamente accumulati
dei piccoli tesori di parole;
spicciolo per spicciolo, a poco a poco,
dei veri e propri scrigni colmi d’oro;
classica e limpidissima metafora
che così avvicina lettere e monete
lettere d’oro, d’argento e di rame
mezzi accuratamente graduati
tra la genialità e il destinatario.
Adesso l’inventario è sconfortante:
impraticabile l’uso dell’oro
e molto, molto rari argento e rame
ciascuno, se può, tacita le questue
con l’acmonital, per le compravendite
arrangiandosi con le banconote
o degli assegni, che sono più veloci;
chi rimastica un po’ di economia
con le carte di credito di plastica.
(da Le nebbie, Campanotto, 1994)
.
“L’incerto zampettio delle parole” recita un verso di Pierluigi Cappello da Assetto di volo: il poeta ha questa “ansia di emendarci sulle pagine” e non ha che quello strumento, le parole appunto. Accumularle come se fossero monete, dal prezioso oro al vile acciaio delle vecchie cento lire, consente di avere da parte un tesoro di cose da dire, un armamentario da usare come un artigiano.
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FOTOGRAFIA © ZFA/FLICKR
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LA FRASE DEL GIORNO
Crea artista! Non parlare! / Solo un soffio sia il poetare.
JOHANN WOLFGANG GOETHE
Pierluigi Cappello (Gemona del Friuli, 8 agosto 1967 – Cassacco, 1º ottobre 2017), poeta italiano. La sua vita è stata gravemente segnata da un incidente stradale occorsogli quando aveva sedici anni: dallo schianto della sua moto contro la roccia uscì con il midollo spinale reciso e una perenne immobilità. Ha scritto numerose opere, anche in lingua friulana.
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