RAFAEL CADENAS
LA MIA PICCOLA PALESTRA
Consiste in un tappetino che calpesto con accompagnamento musicale.
Un sacco di sabbia dove scarico tutto il peso della strada.
Una stuoia per fare contorsioni che generano oblio.
Una staffa triangolare dove mi nascondo per non vedere.
Una corda dove mi punisco per tutta la prudenza della giornata.
Un attrezzo a forma di O in cui mi piego per evitare le pretese della mia coscienza.
Una sbarra orizzontale su cui rido delle mie intenzioni.
Un asse dove do colpi inutili che potrebbero essere meglio diretti.
Un piccolo estensore idiota che mi tende per tutti i frutti che non ho preso, gli atti che non ho compiuto, le parole che non ho osato dire.
Una fune dove storco il braccio destro per tutte le mie indecisioni, dimenticanze, cambiamenti.
Il resto è costituito dal corredo ordinario di ogni atleta. Gli esercizi vengono eseguiti al buio. Per la vergogna non ammetto spettatori. (Il malcontento sordo, d'altra parte, annegherebbe chiunque osasse entrare).
Sono ancora un principiante. Non sono riuscito a raggiungere le ginocchia con la fronte, è ancora impossibile per me inarcarmi all'indietro fino a toccare terra, né posso stare sulle mani.
A volte la pesantezza eccessiva mi rende ridicolo. (Mi ricordo in posizioni pietose e provo dolore). Nonostante i miei sforzi rimango carnivoro, rude, indisciplinato.
In fondo, gli esercizi mirano a fare di me un uomo razionale, che vive con precisione e aggira i labirinti. In codice, perseguo la mia trasformazione in Uomo Numero Tale. Chiaramente e nella mia intimità, spero con essi di smettere di essere assurdo.
(da False manovre, 1966)
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L’esistenza umana è costantemente al centro delle riflessioni del poeta venezuelano Rafael Cadenas – sono quelli del dopoguerra anni in cui si esige dalla letteratura una risposta filosofica al vivere, un’intuizione che possa trasformare la coscienza. Ed ecco allora questa palestra della mente con cui una persona si allena con una sorta di ginnastica metafisica a diventare “un uomo razionale” o almeno l’uomo razionale che la società pretende che sia, in un processo di reificazione e di manipolazione del cittadino che richiama il mondo distopico e dispotico di 1984 di Orwell – dove non a caso i cittadini sono tenuti agli esercizi obbligatori ogni mattino davanti allo schermo del Grande Fratello.
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FOTOGRAFIA © PAVLOFOX/PIXABAY
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LA FRASE DEL GIORNO
La poesia, l'arte, il pensiero sono come un contrappeso al potere e alla società. Il primo tende a diventare perverso e la seconda a diventare letargica.
RAFAEL CADENAS, Espéculo, n. 23, Marzo-giugno 2003
Rafael Cadenas (Barquisimeto, 8 aprile 1930), poeta, saggista e docente universitario venezuelano. Fece parte del gruppo «Tavola Rotonda. Dotato di una raffinata sensibilità poetica, ha creato un’opera vincolata al pensiero filosofico.
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